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Un racconto di rivincita, di tenacia e di profondo amore per lo sport. Il nuovo capitolo della lunga e gloriosa storia dell’hockey made in Varese, è targato H.C.M.V., neonata società guidata da Carlo Bino e Matteo Malfatti, riuscita a conquistare, al primo colpo, la Coppa Italia. Dopo anni difficili ed incerti, in cui il ghiaccio varesino, in più di un’occasione, ha rischiato di perdere per sempre i suoi atleti con lame, mazze e dischetti

Nati, anzi rinati con il vento in Coppa. Il nuovo incipit della lunga e gloriosa storia dei Mastini Varese ha un inizio bellissimo. Potremmo dire da favola. Dalla cooperativa, che in questi anni ha tenuto accesa la fiammella e permesso che il ghiaccio della Città Giardino non si sciogliesse per sempre, è gemmata una nuova società, la H.C.M.V. (acronimo di Hockey Club Mastini Varese) – Varese Hockey, realtà che si occupa solo della prima squadra. Vertici societari di questo nuovo progetto Carlo Bino e Matteo Malfatti, rispettivamente Presidente e Vicepresidente. Scelta, quella di dare vita a una nuova società, che di fatto è coincisa con la fine dei lavori al palazzetto di via Albani, ribattezzato Acinque Ice Arena. Una favola: il nuovo impianto e anche la storia che i Mastini hanno iniziato a scrivere, in maniera indelebile, sul ghiaccio. La squadra viaggia sul doppio binario Coppa – Campionato e tiene ritmi altissimi in entrambe le competizioni, vincendo la prima alla “prima”. I risultati richiamano di nuovo il pubblico delle meraviglie e, nella nuova casa dei Mastini, rinasce subito anche la chimica dei tempi d’oro tra chi sta sul filo delle lame e chi sta sugli spalti. 

“L’Ice Arena e il pubblico sono i nostri uomini in più – spiega il Vicepresidente Malfatti, una vita nell’hockey, quasi tutta a Varese, da giocatore prima e da dirigente poi –. L’impianto è l’ideale per vivere una serata diversa con la famiglia o gli amici. La struttura è ecosostenibile all’80% e in un momento di costi altissimi per la gestione dei palazzetti del ghiaccio, questo ci ha permesso di respirare. Certo i risultati contano, ogni partita è un evento e le tribune sono sold out già prima di ogni gara”. Malfatti non nasconde la soddisfazione, ma sa che la strada è lunga. Il progetto H.C.M.V., infatti, si fonda sulla programmazione a lungo termine. “Sapevamo di dover partire subito forte per centrare un obiettivo importante – dice Malfatti –. Abbiamo costruito un gruppo con giocatori pronti a vincere subito. Però non abbiamo derogato sulla qualità degli uomini, che sono tutti molto legati alla società e a Varese. Gente nata e cresciuta qui che, in alcuni casi, è tornata volentieri al palazzetto di via Albani. E poi volevamo avere un ruolo nelle varie competizioni da protagonisti e in linea con il nuovo impianto”. Un puzzle perfetto, perché “il gruppo ha subito capito le ambizioni della società e la potenzialità della squadra allestita – continua il Vicepresidente –.

I giocatori sanno fare spogliatoio anche fuori dal palazzetto e questo dà ancor più forza alla squadra, quando sono in campo”. E così la Coppa Italia vinta in casa in una Final Four esaltante, anziché essere la ciliegina sulla torta, è diventata l’aperitivo. Rinascere e vincere subito nello sport non è certo un’impresa alla portata di tutti. Ma il ghiaccio all’ombra del Sacro Monte ha un dna importante. Certo i cromosomi vincenti sono rimasti a lungo nascosti, ma è bastato poco per farli uscire dal lungo torpore. E ora che i Mastini sono tornati a vincere, chi come Malfatti conosce molto bene la storia, non dimentica gli anni d’oro e i periodi difficili. Un passo indietro quindi. Il Vicepresidente da giocatore ha vinto 2 scudetti a Varese: “Avevamo la fortuna di giocare con i campioni che arrivavano dal Canada e dagli Stati Uniti – racconta –, il livello tecnico era altissimo e la società era organizzata in maniera perfetta in ogni dettaglio. Noi giocatori dovevamo solo pensare a giocare e vincere”. 

Rinascere e vincere subito nello sport non è certo un’impresa alla portata di tutti. Ma il ghiaccio all’ombra del Sacro Monte ha un dna importante. Certo i cromosomi vincenti sono rimasti a lungo nell’ombra, ma è bastato poco per farli uscire dal lungo torpore

Le stelle. E poi la polvere: “L’hockey è uno sport costoso e la gestione di una società è davvero impegnativa – continua Malfatti –. Varese però non ha mai smesso di amare questa disciplina e tutte le volte abbiamo trovato la forza e il coraggio di ripartire da zero. Non abbiamo mai mollato. Certo, abbiamo partecipato a campionati minori, ma i Mastini ci sono sempre stati”. Anche quando in via Albani si è aperto il cantiere e gli sport del ghiaccio hanno dovuto “emigrare” per due anni lontano da Varese. Quello è stato il momento più complicato e impegnativo. Però, anche lì, la fiammella è stata custodita. “Un biennio durissimo”, si limita a commentare Malfatti. Fino alla rinascita. Anzi, alla scissione che però non è divisione. “Torniamo ai costi di questo sport – continua Malfatti –. Il lavoro fatto dalla Cooperativa, che ha permesso in questi anni di non far scomparire l’hockey a Varese, è stato eccezionale. Gestire una società, ovvero la prima squadra ma anche il settore giovanile, non è certo una passeggiata. Anzi, la cosa più complessa da organizzare e portare avanti è proprio la sezione dedicata ai ragazzi e ai bambini. Per questo abbiamo preso la decisione di dividere la gestione della prima squadra da quella dei ragazzi. In questo modo, infatti, possiamo dare solidità ad entrambi i progetti. E poi non vogliamo fermarci alla Coppa Italia”.

Società diverse con obiettivi condivisi per poter programmare il futuro. La dirigenza dei Mastini, infatti, ha le idee chiare: “Non sarà semplice, ma anche in Campionato vogliamo poter dire la nostra fino alla fine. Le somme le tiriamo a stagione conclusa. Di certo però posso dire che la nostra volontà è alzare l’asticella, senza andare oltre le nostre capacità. Diciamo che nei prossimi anni lavoreremo per consolidare l’H.C.M.V. perché, quando torneremo ad avere in Italia un Campionato unico, e speriamo accada presto, vogliamo essere pronti a disputarlo ad alto livello”, chiosa Malfatti.  



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