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Quando Industry 4.0 e aerospazio si incontrano. Prosegue il percorso Aerospace@Industry4.0 avviato dal Lombardia Aerospace Cluster in sinergia con le università socie: al centro dell’ultimo workshop organizzato all’Università degli Studi di Pavia il tema dell’Additive Manufacturing, applicata al settore aerospaziale. “Con eventi come questi – spiega Angelo Vallerani, Presidente del Cluster vogliamo ribadire l’importanza di continuare ad innovare e creare nuove opportunità per il futuro. Bisogna cambiare, il cambiamento ha fatto sì che molte delle nostre imprese siano ancora sul mercato dopo tanti anni, ma per innovare è fondamentale coltivare uno stretto rapporto di collaborazione con le università. Le tecnologie che sviluppiamo oggi renderanno il futuro del tutto diverso: l’università ha il delicato compito di formare quelle figure di cui abbiamo bisogno”. In altre parole, per sfruttare al meglio la tecnologia non bisogna solo conoscerla e padroneggiarla, ma soprattutto capirne l’applicazione finale e tutti i problemi insiti nel processo di applicazione di un determinato asset tecnologico. Ed è proprio qui che entra in campo il sapere universitario: “Dal 2015 siamo impegnati su progetti, ad ampio spettro, in ambito Additive Manufacturing. Crediamo moltissimo in questa tecnologia e la stiamo declinando in svariati ambiti applicativi, tra cui quello manifatturiero. Per cui una giornata dedicata al settore aerospaziale, per noi, è di grande interesse. Come lo è ospitare qui in università delle aziende che utilizzano questa tecnologia, per capire insieme a loro come questa tecnologia possa cambiare la progettazione e la produzione di complementistica in questo ambito”, racconta Ferdinando Auricchio, Computational Mechanics and Advanced Material Group all’Università degli Studi di Pavia.

Intorno allo stesso tavolo, università, centri di ricerca accreditati ed imprese hanno messo a fattor comune le proprie esperienze in ambito di manifattura additiva, portando come esempio le realtà più diverse. “Cos’è per noi l’Additive Manufacturing? Un modo per andare oltre quelli che sono gli attuali limiti della progettazione”, argomenta Luca Pernechele, dell’Ufficio Tecnico di Aerea, aggiungendo che l’esperienza maturata dall’azienda di Turate è iniziata nel 2014 con un’attività di testing per poi evolversi fino a sfociare nello sviluppo di prodotti di propria realizzazione. Pensando all’innovazione, invece, Tommaso Tirelli, Contitolare di Aidro, azienda che ha come core business l’oleodinamica, è giunto alla conclusione che la stampa 3D metallica poteva essere la giusta strada: “Abbiamo iniziato a costruire parti dei nostri sistemi con l’Additive Manufacturing e vista la grande possibilità di sbocchi che il settore aeronautico offre, ci siamo attivati nella realizzazione di componenti come pedali alleggeriti o strutture in titanio”. Un’altra azienda, una pmi innovativa per essere precisi, che ha colto a pieno la sfida lanciata da Industry 4.0 è stata la Rollwasch Italiana, che dal 2009 ad oggi ha depositato 12 brevetti, rivolti soprattutto al settore aerospace, concentrandosi ultimamente sulla finitura dallo stampato da Additive Manufacturing. “Per noi questa tecnologia rappresenta il futuro, una pagina da scrivere, però molto insidiosa. La cosa importante è mettere insieme le forze, come fa il Lombardia Aerospace Cluster da tempo. Dobbiamo unirci, capire le competenze, le esigenze, le criticità e insieme sperimentare”, afferma Ambra Redaelli, Amministratore Delegato dell’impresa di Albiate.

Francesco Stortiero, Direttore Tecnico di GFM, riporta, invece, l’esperienza di una partnership che ha portato all’apertura di un centro tecnologico dedicato a questa nuova ed innovativa tecnologia: “GFM pensa all’Additive Manufacturing come ad un processo speciale per poter realizzare componenti di nuova concezione. Per questo abbiamo realizzato una collaborazione con i produttori di macchine e con altre aziende del territorio per cercare di spingere questa tecnologia. Il risultato è stata la realizzazione di un centro tecnologico, che consenta al cliente di poter sperimentare partendo dalla selezione delle polveri, fino ad arrivare alla qualifica del prodotto, passando attraverso la produzione di piccole serie di oggetti”. Altro esempio di sinergia è la cooperazione avviata tra AQM e Seamthesis: “Lavoriamo nell’ambito dei processi di produzione delle polveri metalliche utilizzate nella manifattura additiva, sia nell’ambito della realizzazione di nuovo leghe – spiega Paolo Folgarait, Presidente di Seamthesis – e siamo promotori di un’iniziativa industriale nella creazione di un competence center in manifattura additiva”. Per Dario Buggio, Responsabile Vendite in RTM Breda, infine, manifattura additiva significa “avere una tecnologia nuova che genera delle produzioni che dovranno essere sottoposte a test, come nel nostro caso, accreditate per le applicazioni aeronautiche”.

Ha presentato la sua esperienza in tema di Additive Manufacturing anche Secondo Mona, che ha iniziato le prime esperienze di produzione additiva intorno al 2010 e ad oggi può vantare anche alcuni particolari già in produzione di serie, realizzati internamente in ABS Plus, poi verniciato, impiegati su un elicottero civile di medie dimensioni. 
 



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