La-fondazione-Ascoli-abbraccia-il-territorio

Nata 15 anni fa per volontà dei coniugi Ascoli, dopo la prematura scomparsa del figlio Giacomo per un linfoma Non-Hodgkin, oggi la Fondazione in sua memoria offre supporto a oltre 200 bambini all’anno. Ha investito 250mila euro in ricerca e svolge molteplici attività grazie al contributo di 100 volontari. L’obiettivo è quello di offrire ai pazienti affetti da patologie onco-ematologiche assistenza medica e sostegno psicologico per garantire loro maggiori possibilità di guarigione e una qualità di vita migliore

‘‘Non domandatevi cosa fa il vostro Paese per voi. Chiedetevi cosa fate voi per il vostro Paese”. È il celebre motto di John Fitzgerald Kennedy a fare da stella polare all’attività portata avanti dalla Fondazione Giacomo Ascoli Onlus che proprio quest’anno ha spento quindici candeline. Era il 6 maggio 2006. Papà Marco Ascoli, insieme alla moglie, a seguito della prematura scomparsa del figlio Giacomo per un linfoma Non-Hodgkin, decidono di dar vita alla Fondazione. “L’obiettivo è stato chiaro fin da subito: offrire a bambini e adolescenti affetti da patologie onco-ematologiche l’assistenza medica e il sostegno psicologico più qualificati possibili, per garantire loro maggiori possibilità di guarigione e la miglior qualità di vita”, spiega il Presidente Marco Ascoli. Quindici lunghi anni, trascorsi al fianco di tante famiglie e pazienti, che hanno portato la Fondazione Ascoli a diventare un punto di riferimento per il territorio grazie al costante e incessante impegno messo in campo per sostenere l’iniziativa solidale. Un impegno che si riflette nei significativi traguardi raggiunti.

A darne prova sono proprio i numeri delle attività e dei servizi messi a disposizione delle famiglie. Dal 2019, ogni anno, sono oltre 200 i bambini che ricevono assistenza e 100 i volontari che sostengono il progetto e ne favoriscono l’operatività. “Sono loro a costituire la vera forza e l’inestimabile valore della Fondazione” ci tiene a sottolineare Ascoli. Prima di iniziare l’attività di volontariato però, devono seguire un corso di formazione in psicologia clinica. “In questo modo, possono garantire, ai bambini e alle loro famiglie, un sostegno costante fatto di presenza e servizi, in tutto il percorso di cura, a cominciare dall’accoglienza in Day Center”.

Ed è proprio questa struttura, inaugurata nel 2019, negli spazi del quinto piano del padiglione Leonardo dell’Ospedale Del Ponte di Varese, a presentarsi anche nell’aspetto estetico come un’accogliente casa. “Anch’essa voluta e finanziata dalla stessa Fondazione per dare ai bambini affetti da patologie onco-ematologiche la possibilità di seguire terapie specifiche vicino alla propria abitazione”, racconta Ascoli. Ambienti e arredi sono stati realizzati seguendo i più moderni criteri della bio architettura per creare spazi accoglienti e amorevoli, lontani dalle concitate e affollate corsie di altri ospedali. È in questo luogo, peraltro, che si trova una deliziosa chicca: “Il giardino d’inverno”. Un ambiente dove i bambini possono giocare e seguire le terapie in ogni stagione godendo del meraviglioso panorama sul Monte Rosa. Sono molte le attività al servizio dei pazienti e dei familiari. Alcune si svolgono proprio all’interno del Day Center, altre esternamente, come nel caso del servizio di trasporto: “Grazie al contributo giornaliero dei volontari si effettuano in media almeno 250 trasporti l’anno”. La Fondazione, infatti, garantisce e supporta gli spostamenti dalle rispettive residenze ad altri centri di riferimento. E non solo lombardi.

Marco Ascoli: “L’aiuto arriva dalle aziende attraverso erogazioni liberali, che sono deducibili, o sistemi più moderni come Pay roll o Match giving che coinvolgono attivamente i collaboratori con effetti positivi per la Fondazione”

Fondazione Giacomo Ascoli cerca di non perdere mai di vista quelle che sono le priorità nella vita di un bambino o di un adolescente e delle loro famiglie, partendo dalla loro quotidianità. Poter continuare l’attività scolastica anche durante i periodi di ricoveri rimane uno degli aspetti più importanti per i giovani pazienti. Da qui il progetto “Ivo va a scuola”, reso possibile grazie al contributo dell’azienda varesina Elmec Informatica, che vede protagonisti ben 10 robot. L’idea è curiosa quanto geniale. I robot, che sono stati assegnati a istituti scolastici del territorio e ad altre attività educative, consentono agli studenti impossibilitati a frequentare le lezioni in classe di interagire con i professori e con i compagni da casa o dall’ospedale. “Questo assicura continuità al loro percorso scolastico anche durante i ricoveri o le terapie in Day Center” spiega Ascoli, sottolineando quanto sia indispensabile, appunto, il contributo dei donatori alla lotta contro le malattie oncologiche pediatriche. Anche l’azione delle imprese varesine va in questa direzione: “L’aiuto arriva dalle aziende attraverso erogazioni liberali, che sono deducibili, o sistemi più moderni come Pay roll o Match giving che coinvolgono attivamente i collaboratori con effetti positivi per la Fondazione”.

Tra le attività solidali interne al Day Center si può contare sulla presenza di uno sportello psicologico per i pazienti e i loro familiari, coordinato da una equipe di professioniste. Una sensibile attenzione è rivolta anche all’alimentazione, tramite il servizio “Nutri-Mente” che, grazie alla presenza di una dietista, è attivo dal 2017 in collaborazione con l’Associazione Adiuvare. Offrire un servizio completo non solo ai pazienti onco-ematologici ma anche a tutti i pazienti (in particolare i diabetici) che per qualunque motivo afferiscono alla clinica pediatrica dell’Ospedale Del Ponte: questo lo scopo. 

Entro il 2022 la Fondazione costruirà tre camere sterili per consentire il ricovero a Varese in tutta sicurezza di pazienti pediatrici maggiormente a rischio, ad esempio in aplasia o immunodepressi. Le stanze occuperanno il quinto piano dell’Ospedale Del Ponte

Ma gli sforzi della Fondazione non finiscono qui. Sono due i nuovi progetti già in cantiere. Il primo, che verrà realizzato entro il 2022, riguarda il quinto piano del padiglione Leonardo dell’Ospedale Del Ponte e consiste nella realizzazione di tre camere sterili, progettate dalla Fondazione Giacomo Ascoli e cofinanziate con l’Asst Sette Laghi per consentire il ricovero a Varese, in tutta sicurezza, di pazienti pediatrici maggiormente a rischio, ad esempio in aplasia o immunodepressi. “I nuovi spazi consentiranno di completare l’ambizioso progetto di creare un centro di riferimento completo e ai massimi livelli di eccellenza per le cure onco-ematologiche pediatriche, con particolare riferimento al linfoma Non-Hodgkin” assicura Ascoli. 

La seconda iniziativa, invece, riguarda la ristrutturazione dell’edificio dismesso in Largo Flaiano, nelle vicinanze degli ospedali Del Ponte e di Circolo. “Sarà restaurato a integrali cure e spese dell’Associazione. La struttura offrirà ospitalità ai familiari di persone ricoverate nei due ospedali. I lavori, già approvati dal Comune di Varese, partiranno entro la fine del 2021”. Un grande impulso, poi, è dato dall’attività di ricerca. Aspetto indispensabile per la Fondazione Giacomo Ascoli e al centro di importanti investimenti: sono 250mila le risorse messe in campo. “Lo scopo della ricerca è quello di stimolare e sostenere lo scambio di medici con altre cliniche onco-ematologiche; finanziare percorsi di aggiornamento specifici per il personale medico e sanitario dell’Asst Sette Laghi, per contribuire a garantire assistenza e percorsi di cura all’avanguardia e di eccellenza ai piccoli pazienti e per soddisfare pienamente le necessità dell’utenza in continua crescita” chiosa Marco Ascoli ricordando che la Fondazione è l’unico partner italiano della Pediatric Cancer Research Foundation con sede a New York, che organizza con cadenza triennale un atteso convegno mondiale sul linfoma pediatrico e sui nuovi metodi di cura, sempre più aggiornati ed efficaci.  

 Il progetto della nuova struttura in Largo Flaiano a Varese



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