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Partito nel 2020, il progetto europeo Eudereform è nato con lo scopo di portare l’intelligenza critica e il pensiero creativo negli istituti scolastici del continente indiano. Come? Attraverso la formazione dei docenti di scuole ed Università ad un approccio più elastico alla didattica. Un’iniziativa internazionale all’interno della quale si è ritagliato un ruolo da protagonista il Liceo Artistico Coreutico Musicale Candiani Bausch di Busto Arsizio

L’avvento della quarta rivoluzione industriale ha portato con sé innegabili benefici per la società e il mondo del lavoro: a partire dalla presenza sempre più costante di sistemi di automazione, fino ad arrivare alla costruzione di nuovi modelli di business. Se da un lato, però, le migliorie sono innegabili e sotto gli occhi di tutti, dall’altro il rischio di inciampare in un sistema, specie quello didattico, eccessivamente lineare e limitante nello sviluppo di una certa elasticità mentale, è dietro l’angolo. È con questi propositi che nel 2020 è stato avviato il progetto Eudereform, cofinanziato nell’ambito dell’azione “Erasmus+, Capacità di sviluppo nell’istruzione superiore”, con l’obiettivo principale di mitigare gli effetti della quarta rivoluzione industriale nella società indiana, attraverso l’implementazione di modelli didattici creativi e alternativi per la formazione dei futuri insegnanti indiani e per l’aggiornamento di quelli in servizio. Con un gruppo di lavoro composto da 10 realtà scolastiche provenienti da diverse parti dell’India e dell’Europa, nell’arco di quattro anni, sono stati realizzati nuovi programmi didattici e strumenti pedagogici frutto del dialogo e dello scambio tra le diverse culture scolastiche. 

In un team composto da sole Università è presente anche un’eccellenza scolastica varesina, che con la sua ampia offerta formativa è entrata a far parte del progetto come esempio di coesione dei diversi linguaggi artistici: il Liceo Artistico Coreutico Musicale Candiani Bausch di Busto Arsizio. “Siamo riusciti a rientrare in questa progettualità grazie alla versatilità dei nostri corsi che comprendono tutte le forme d’arte, da quelle visive a quelle musicali e teatrali – racconta Patrizia Fazzini, Project Manager del progetto per il Liceo bustocco –. Questa peculiarità ci ha resi dei partner interessanti. La nostra presenza ha fatto sì che fosse inserita nel gruppo di lavoro anche la Chitkara International School, scuola che comprende diversi cicli di istruzione, diventata capofila del progetto”. 

In quattro anni, le scuole sono rimaste in costante contatto, con momenti di scambio sia in sede, nelle varie scuole d’Europa e in India, sia, in un primo momento, in modalità online, per via della pandemia da Covid-19. Dopo aver superato la crisi iniziale dovuta all’impossibilità di stare fisicamente in uno stesso luogo, il progetto si è velocemente riadattato in workshop online che hanno permesso lo sviluppo di strumenti metodologici che prediligessero le competenze dell’area dell’intelligenza divergente e della creatività. Le informazioni ottenute da queste attività sono state raccolte in Mooc, Massive Open Online Courses, moduli formativi o di aggiornamento considerati validi per la formazione universitaria, tant’è che alla fine di questi Mooc è richiesto ai futuri insegnanti o a quelli già operativi di sostenere un vero e proprio esame. 

Superato il momento pandemico, nell’ottobre del 2022, è andato in scena il primo incontro del consorzio in presenza in India, a Vadodara nello stato del Gujarat. “È stato un momento di scoperta per gli insegnanti – continua Patrizia Fazzini –, un’occasione per vedere in prima persona le realtà scolastiche indiane. Abbiamo avuto modo di visitare ex edifici coloniali riadattati in Università e scuole. Inoltre, abbiamo potuto fare formazione e aggiornamento sul campo, in scuole del Gujarat e del Kochi”. Non sono mancati i momenti di visita da parte degli insegnanti indiani alla scuola bustocca. Per quattro volte, infatti, il Candiani Bausch ha accolto tra le proprie mura gruppi di professori in visita per scoprire, a loro volta, il metodo didattico del liceo puramente artistico. Attraverso l’uso figurativo ed espressivo messo in atto per fare didattica, gli allievi si sono trovati in un primo momento disorientati, abituati a schemi ben precisi e stabiliti. Questo ha fatto sì che si creasse un nuovo metodo di ragionamento e di pensiero.

In particolare, sono stati sviluppati due strumenti didattici durante la presenza dei futuri docenti indiani: il primo dal nome “1 + 1 fa 1”, citando una poesia di Emily Dickinson e il secondo intitolato “Elisir and Poison”, da Romeo e Giulietta di Shakespeare, che hanno messo in gioco i docenti con attività di disegno, danza, espressione musicale e teatrale, analizzando poi gli effetti benefici dell’espressione creativa sulle facoltà cognitive. “Siamo riusciti a portare diversi personaggi illustri della pedagogia e del pensiero creativo in India – conclude Fazzini –, dal celebre designer Bruno Musiari, al dramma terapeuta Salvo Pitruzzella, per concludere con lo scrittore infantile Gianni Rodari. Per noi è stato fondamentale far capire quanto sia importante, anche da un punto di vista di pensiero personale, lo sviluppo di un’intelligenza critica e creativa, qualità utili soprattutto per il confronto con il mondo che ci circonda”.  



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