A Palazzo Reale sarà possibile ammirare fino a marzo, 50 capolavori dei più grandi maestri della pittura europea, di solito esposti al Guggenheim di New York e per la prima volta sbarcati in Europa

‘‘La cultura è una risposta ai problemi che il mondo sta vivendo. E questa mostra segnerà per noi in modo indelebile il 2019 e il 2020”. Parole del Sindaco Giuseppe Sala, che si onora di ospitare nella sua città, fino al prossimo marzo, una rassegna di eccezionale livello, curata da Megan Fontanella, promossa dal Comune di Milano, Palazzo Reale, MondoMostre Skira e Solomon R. Guggenheim Foundation di New York. Sarà possibile ammirare 50 capolavori dei più grandi maestri della pittura europea, parte fondamentale della collezione Thannhauser che si trova al Guggenheim di New York e per la prima volta in Europa. Milano è la terza e conclusiva tappa espositiva, dopo quella di Bilbao e Aix en Provence. Si parte da Van Gogh e si arriva a Picasso, che del collezionista Justin Thannhauser, figlio del fondatore Heinrich, fu amico e artista prediletto. Continua dunque il proposito della Città di proporre ogni anno mostre dedicate alle più prestigiose collezioni dei musei del mondo. L’operazione consente questa volta di ospitare e ammirare, oltre ai due grandi artisti, capolavori di Paul Cézanne, Edgard Degas, Paul Gauguin, Edouard Manet, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, George Braque e molti altri che hanno scritto la storia della pittura moderna e sono entrati nella prestigiosa collezione Thannhauser, donata nel ‘63 alla The Solomon R.Guggenheim Foundation di New York. 

Chi visita a New York il Museo, collocato nel prestigioso edificio di Frank Lloyd Wright, può ammirare anche questa collezione iniziata in Germania e proseguita in altre città europee, poi confluita e donata al museo di New York. Ma questa volta il Guggenheim è venuto tra noi, a confermare preziosi legami con il nostro territorio. Pensiamo a quelli già esistenti con Villa Panza di Varese, che è parte del circuito Guggenheim. Come Giuseppe Panza anche Justin credeva nell’arte quale linfa e sorgente di vita. Conosceva e proteggeva gli artisti ed ebbe sicuramente un ruolo fondamentale nella storia dell’arte del Novecento. Morti prematuramente i due figli, poi anche la moglie, lasciò i frutti di una vita al Museo americano, con questa motivazione: “Dopo aver vissuto per 500 anni in Germania la mia famiglia è ora estinta. Per questo desidero donare la mia collezione”. Vale sottolineare come la visita a questa eccezionale collezione significhi proprio capire il senso dell’amore per l’arte, messaggio universalmente accomunante, e vero e proprio viatico di fronte al dolore della vita. L’arte è affratellamento e messaggio di speranza. Questo il vero lascito morale di Justin e della sua famiglia, che Milano a sua volta riceve e trasmette. 

Al di là di queste fondamentali considerazioni, la rassegna di Palazzo Reale offre leggerezza e felicità e la possibilità di camminare tra opere di grande freschezza come “Donna con pappagallino” (1871) e “Natura morta” (1885) di Renoir e di avvicinare quattro dipinti di Braque, a sua volta amico e sodale di Picasso, si veda “Chitarra, bicchiere e piatto di frutta su un buffet” (1919). Sei opere di Cézanne ricordano i colori della Provenza e della montagna Saint–Victoire cara all’artista, come “Bibemus” (1894-95). Tre splendide sculture bronzee di Degas, su soggetti femminili, affiancano l’opera di Maillol “Donna con Granchio” (1900). Molto amava il collezionista Justin l’opera di Edouard Manet: “Davanti allo specchio” (1876) è il ritratto di una cortigiana, amante dell’erede al trono olandese, vista di spalle allo specchio. L’artista consegna agli sguardi di chi osserva una visione misteriosa, fatta di una pittura diafana, evanescente. “Donna col vestito a righe” (1877) ha invece comportato nel 2018 un restauro e il recupero della pittura dell’artista, con il disvelamento di uno splendido tessuto blu-viola. Tre le opere di Van Gogh non manca Le viaduc, di chiara ispirazione impressionista francese, accanto a “Paesaggio innevato” e “Montagne a Saint-Remy”. Straordinaria infine la parte dedicata a Picasso, grande amico del collezionista: sono 13 capolavori dell’artista spagnolo, di cui uno già del Guggenheim, “Paesaggio di Céret” (1911) e dodici della collezione Thannhauser. 

Tra le curiosità picassiane è in mostra l’opera “L’aragosta e il gatto”, preziosa perché dono di nozze dell’artista a Justin, come da affettuosa dedica del pittore.  Accanto alla collezione Thannhauser, la fondazione americana ha aggiunto di suoi fondamentali lavori. Citiamo, tra gli altri, di Henri Rousseau “Gli artiglieri” e “I giocatori di Football” (1908), quest’ultimo appartenuto già a Justin ma poi venduto. Di Robert Delaunay, “La città” (1911). Che comparve nella prima mostra del Cavaliere azzurro organizzata a Monaco da Thannhauser. E ancora “Montagna blu” (1908-1909) di Kandinsky, artista prediletto da Guggenheim, e “Letto di fiori” (1913) di Paul Klee. “Nudo, paesaggio soleggiato” (1909-1912) è infine frutto della gioiosa arte di Henri Matisse. 

LA COLLEZIONE THANNHAUSER
DA VAN GOGH A PICASSO

Palazzo Reale - Milano
Dal 17 ottobre 2019 al 1° marzo 2020 
Tel. 02 2897755 - www.mostraguggenheimmilano.it
lunedì: 14.30-19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30
giovedì e sabato: 9.30-22.30

 

 

 

 

 



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