‘‘Le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina rappresenteranno un’opportunità storica e un palcoscenico esclusivo non solo per il nostro sport ma anche per il Made in Italy, di cui le imprese e i territori lombardi sono portabandiera. L’industria lombarda avrà la possibilità di apportare il proprio contributo al successo della manifestazione sportiva beneficiando di una vetrina globale”. Così si è espresso il Presidente di Confindustria Lombardia, Francesco Buzzella, durante un recente incontro che tutti i Presidenti delle Associazioni Territoriali del Sistema Confindustriale lombardo hanno avuto coi rappresentanti di Fondazione Milano Cortina 2026. Proprio a questo tema e, più in generale, al valore dello sport per la manifattura, l’occupazione e l’attrattività del nostro territorio è dedicato il primo numero del 2022 di Varesefocus.
Un’edizione quasi monografica che vuole dare una doppia chiave di interpretazione. Da una parte spiegare quale può essere il valore che lo sport è in grado di garantire al nostro territorio, non solo in termini di successi sui campi di gara, ma anche di sviluppo industriale, turistico e occupazionale. Dall’altro, in una logica inversa, ma simmetrica, capire quale sia invece il valore che le imprese possono apportare al movimento sportivo del Paese e alla capacità dello stesso di organizzare grandi eventi, come appunto le Olimpiadi invernali che Lombardia e Veneto ospiteranno insieme tra quattro anni.
Ne emerge un quadro che, come spesso avviene, ci restituisce una visione sorprendente di ciò che è la provincia di Varese. Abbiamo dei primati che sottovalutiamo, ma che sono tratti caratteristici di una narrazione che fatichiamo ad affermare. È un misto di incapacità di autorappresentazione e di mancanza di consapevolezza e conoscenza. Eppure, Varese, come testimoniano studi qualificati, è la prima provincia in termini di sportività, grazie ai risultati dei nostri campioni e campionesse, alle opportunità offerte nelle discipline paraolimpiche, alla qualità delle strutture e ai numeri dei tesserati. Abbiamo centinaia di imprese con migliaia di addetti che si inseriscono a pieno titolo nella filiera dell’industria sportiva. Qui hanno sede importanti aziende di tessuti tecnici. Qui sono stati inventati e vengono prodotti i paletti snodabili delle gare da sci e le barriere protettive delle più importanti manifestazioni internazionali. Qui hanno sede marchi conosciuti in tutto il mondo legati alla montagna e al nuoto, solo per fare due esempi. Qui ha sede il secondo distretto industriale dell’occhialeria in Italia, con le sue implicazioni per la protezione degli occhi di nuotatori e sciatori e atleti di altre discipline. Siamo tra i pochi territori a poter vantare un ateneo, la LIUC–Università Cattaneo, che gestisce un corso di laurea triennale per manager dello sport. Un’offerta formativa arricchita dalla presenza di ben dieci licei sportivi tra strutture pubbliche e paritarie. Negli ultimi anni siamo stati in grado di attrarre grandi eventi internazionali e nazionali legati al canottaggio e al ciclismo e molto altro possiamo fare per ulteriori specialità in futuro. Siamo in grado di creare straordinari progetti di inclusione, come dimostrano i 40 anni compiuti dalla polisportiva varesina per disabili Polha che anche a Tokyo ha fatto incetta di medaglie. Grazie alla presenza nel Varesotto della gran parte delle imprese del Lombardia Aerospace Cluster, siamo i custodi delle competenze e delle tecnologie per trasformare un appuntamento come le Olimpiadi del 2026 in un’occasione per ridisegnare la mobilità in chiave futuristica e verticale con la Advanced Air Mobility. Questa è la Varese dello sport e per lo sport che raccontiamo in queste pagine. Uno spaccato da tenere bene in considerazione in una fase in cui ogni territorio è chiamato a giocare le proprie carte sul tavolo della competitività e dell’attrattività delle migliori risorse umane e degli investimenti. Una Varese messa sempre più sotto pressione dalle forze centrifughe della “gabbia salariale e fiscale” svizzera, da una parte, e dalla dinamicità dell’area milanese, dall’altra, può trovare nello sport e nel suo indotto, se non proprio un’identità, sicuramente una propria importante vocazione. Che ancora una volta passa dalle imprese.