L’edilizia circolare dei Molini di Gurone

Una startup innovativa varesina sta portando avanti il recupero di un gruppo di antichi mulini di Malnate, situati lungo il corso del fiume Olona, con un progetto condiviso di circular economy e rius

Una startup innovativa varesina sta portando avanti il recupero di un gruppo di antichi mulini di Malnate, situati lungo il corso del fiume Olona, con un progetto condiviso di circular economy e riuso di materiali edili di scarto. Contribuendo così a preservare la storica testimonianza di attività produttive basate sulla potenza dell’energia idraulica

I mulini in provincia di Varese sono un’importante testimonianza del patrimonio storico e culturale del territorio. Queste opere sono state costruite nel corso dei secoli per macinare i cereali, ma anche per produrre energia elettrica, per seccare il tabacco e per altre attività produttive. La provincia è ricca di acqua e anche di mulini, che si trovano sia lungo i fiumi sia nei boschi. A Malnate, in località Gurone, situata lungo il corso dell’Olona, sorge un antico nucleo di mulini unico nel suo genere, i Molini di Gurone. Questo luogo nel corso dei secoli ha saputo adattarsi e resistere al trascorrere del tempo e ai cambiamenti del paesaggio. Fondati sulla forza dell’acqua del fiume, questi mulini e la vicina falegnameria sono stati a lungo il cuore pulsante dell’economia locale. Tracce di attività produttive percorrendo il corso del fiume Olona risalgono addirittura al 200, mentre la costruzione dei mulini in questa specifica zona può essere datata intorno al XVI secolo. Le ruote idrauliche, alimentate dalle acque fluviali, permettevano la macinazione del grano e dei semi oleosi, la lavorazione del riso e la produzione di tessuti, fondamentali per la vita quotidiana della popolazione locale.

I Molini di Gurone

L’attività dei Molini di Gurone, originariamente di proprietà dei conti Bizzozero, fu portata avanti dalla famiglia Sonzini per quasi 150 anni. Tuttavia, a metà del XIX secolo, il lavoro iniziò a rallentare e l’ultimo mulino cessò di funzionare nel 1970, segnando la fine di un’epoca. Oggi, purtroppo, i mulini non sono più bagnati dalle acque del fiume Olona che per secoli ne hanno garantito la vitalità. Questo cambiamento è stato dovuto a lavori di contenimento delle piene del fiume, necessari per proteggere l’area da esondazioni e alluvioni. Tuttavia, il borgo mantiene un fascino particolare, grazie alla sua eccezionale collocazione all’interno di una vasca di laminazione. È inoltre protetto dalle piene del fiume Olona da un terrapieno circolare. Questa struttura trasforma i mulini di Gurone in quella che sembra un’isola, un simbolo di resistenza e resilienza nel tempo.
Sulle abitazioni e sugli edifici rimasti, in cui vivono alcune famiglie, probabilmente ricostruiti o ampliati sui preesistenti, si conservano incise alcune date, testimonianze del passato e della storia del luogo. Non sono più presenti le ruote utilizzate per la macina, ma si conservano alcune rogge, canali artificiali utilizzati per l’irrigazione e l’alimentazione dei mulini ad acqua, un ulteriore segno della loro antica funzione. I Molini di Gurone rappresentano una testimonianza importante della storia locale, un luogo in cui la forza “buona” del fiume ha permesso a intere generazioni di vivere e lavorare. Nonostante le difficoltà e i cambiamenti, i mulini continuano a mantenere viva la memoria di un passato che non deve essere dimenticato.
Oggi, nel borgo, i Circoli di Legambiente di Varese e Malnate, in collaborazione con svariate istituzioni, tra cui la Provincia di Varese, il Comune di Malnate e la Fondazione Cariplo, hanno dato vita a diversi progetti per valorizzare questa zona: dall’Osservatorio sul fiume al presidio permanente al vecchio casello della Valmorea dove è presente una mostra sull’archeologia industriale. La pandemia e il blocco dei cantieri hanno solo rallentato il lavoro di Legambiente, che nel frattempo ha dato vita, proprio all’interno di questi mulini, ad un progetto davvero innovativo: Casamatta.

Casamatta, avamposto di economia circolare

Casamatta è il caso pilota e concreto della startup innovativa Re-sign SB Srl. Il progetto si concentra proprio sulla rivitalizzazione dei Molini di Gurone, borgo unico nel suo genere, che in passato si è trovato in uno stato a rischio degrado. Il progetto, attivo da diversi anni, ha contribuito a ristrutturare una parte del borgo da adibire a centro per il volontariato ambientale, attraverso il riuso di materiali di scarto, come mattoni, serramenti, sughero e legno, forniti da aziende del territorio. Non solo: sono stati messi a punto anche strumenti come un forno comune, un orto ed un casello dell’ex ferrovia della Valmorea, necessari per l’attivazione di iniziative a carattere culturale, formativo, sociale e artigianale. E con il passare del tempo, i progetti di restauro e riqualificazione sono proseguiti. Il fine ultimo è valorizzare il borgo come luogo di incontro, aggregazione e promozione socioculturale, creando reti sociali e attività condivise. 
“Stiamo continuando a riqualificare i Molini di Gurone con iniziative di autocostruzione – spiega Valentina Minazzi, Vicepresidente di Legambiente Lombardia e Presidente di Legambiente Varese –. Il fine ultimo rimane, comunque, l’idea di creare un luogo fatto di spazi che possano essere condivisi per svariete attività. A questo scopo si affiancano poi i lavori di ristrutturazione, che stiamo portando avanti scegliendo materiali di recupero edilizio. Si tratta, in altre parole, di un vero e proprio esperimento di economia circolare applicato all’edilizia”.
A supportare questa iniziativa sono anche diverse figure tecniche, tra cui spicca una collaborazione con alcuni professori del Politecnico di Milano, tra cui Gianluca Brunetti, che invita i suoi studenti a scrivere la tesi di laurea proprio sul progetto Casamatta. Per saperne di più su Casamatta e la riqualificazione dei mulini di Gurone, è possibile seguire le pagine social di Legambiente Varese e Casamatta, su Facebook e Instagram.

Il forno comune

Tra i progetti più storici e “golosi” che si possono osservare nel borgo Molini di Gurone, c’è quello del forno comune, realizzato sotto il cappello di Legambiente, rigenerando in autocostruzione il precedente forno, demolito anni fa. Tante le mani che hanno fisicamente contribuito alla posa dei mattoni per veder rinascere il forno della corte, costruito con materiale di recupero. Il forno è acceso ogni primo sabato del mese ed è a disposizione di tutti i soci di Legambiente.

Mulini nel Varesotto

Non solo lungo il fiume Olona, ma in ogni luogo in cui la pendenza di un corso d’acqua fosse sufficiente a mettere in moto le pale, sono sorti mulini ad acqua in provincia di Varese nel corso dei secoli. Questi mulini erano utilizzati per varie attività, tra cui la macinazione del grano, la produzione di seta e molto altro e si trovavano lungo le sponde del Tresa, del Margorabbia, del Monvallina, del Bardello, del Dovrana e del torrente Strona, solo per citarne alcuni. Il Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP) della Provincia di Varese ha censito numerosi mulini, tra cui il Mulino Mascioni ad Azzio, tre mulini ad acqua a Besano, i mulini di Besozzo e il Mulino di Piona a Brebbia. Rappresentano un patrimonio storico e culturale di grande valore, testimoni di un’epoca in cui l’energia idraulica era la principale fonte per le attività produttive.
Tra i più significativi, sono da citare il Mulino Zacchetto a Castelseprio, uno dei pochi reperti architettonici di mulini da grano di origine settecentesca. Oppure il Mulino Cattaneo a Castiglione Olona, già esistente nel 1700, che venne successivamente trasformato in abitazioni per le maestranze del Cotonificio. O ancora il Mulino Guidali o delle Sette Mole, posto in prossimità delle rive del fiume Olona, che ha servito la popolazione per secoli.  

 

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