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Dopo quattro anni di assenza sul mercato discografico, torna con il suo nuovo album “Libertà” Rocco Hunt, un album in cui si accosta nuovamente al rap più puro, un album in cui si respira molta Campania e Napoli, un album fortemente desiderato e aspettato dall’artista. Il giovane rapper napoletano, è stato accolto con grande calore nello spazio di Varese Dischi, luogo in cui ha terminato il suo lungo tour di instore, che ha toccato da sud a nord la penisola.

Erano quattro anni che non usciva un tuo disco, molti, come tu stesso hai detto, hanno cercato di “buttarti giù”: dove hai trovato la forza per questa tua rinascita?

Ho trovato la forza nella mia famiglia, nei fan che, dopo il post di sfogo su Instagram (post in cui l’artista affermava di voler interrompere il suo percorso ndr.) mi hanno subito rincuorato e soprattutto nella musica, la quale mi ha aiutato tanto.

Abbiamo la fortuna di intervistarti a qualche giorno di distanza dall’uscita del tuo nuovo album: ti aspettavi tutto questo clamore per la traccia “Nisciun” con la collaborazione del giovane rapper napoletano Geolier?

Sapevo che sarebbe stato uno dei pezzi più forti, ma non mi immaginavo tutto questo riscontro, soprattutto sui social. Tutto l’album sta andando molto bene e sono molto felice.

“Maledetto Sud” è una traccia di critica positiva nei confronti della tua terra, insieme a Clementino: quali pensi siano i punti di forza e di debolezza della scena rap napoletana e che valore ha aggiunto il dialetto al tuo album?

E’ una critica d’amore nei confronti di chi crea disagi e non aiuta la mia terra a crescere. Credo che la scena rap campana in questo momento sia molto forte, l’uso del dialetto sta venendo apprezzato anche fuori dal nostro circuito. Credo che dovremmo essere tutti quanti più uniti per fare sempre meglio.



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