“La scrittura è la pittura della voce”, diceva Voltaire. Alla riscoperta di quest’arte, che può sembrare fuori dal tempo in epoca digital, ma, in realtà, dal fascino eterno. E che fa bene anche alla salute

Siete stati a Londra di recente? Tra le soffuse atmosfere britanniche, con note di Brexitudine, girando per negozi, ci si accorge che a pochi passi l’una dall’altra spunta una cartoleria. No, non un classico negozio di materiali basici per la scuola: proprio un piccolo regno incantato, dedicato alla regina carta, in ogni sua nuance e sfumatura, senza dimenticare i glitterati, in ogni formato, dimensione e tipo, e poi ancora tutta la serie dei riciclati. Blocchi, quaderni, agende e... sorpresa! Ve la ricordate? Carta da lettere con tanto di buste abbinate e una gamma infinita di biglietti d’auguri. Pensiamo a Londra con quelle misteriose sfumature alla Harry Potter, immaginando lettere portate dal cielo da magici gufi, ma non e così diverso in altre città europee e qui da noi. Per un attimo dimenticate tastiere e mouse. Anzi, no, usatele per googlare la parola “calligrafia”. Vi si aprirà un mondo: un universo, anzi, costellato di pennini e stilografiche, di brushpen e di manuali per il lettering e vi verrà voglia di scoprirne di più.

Ma non vi serve Internet per capire che il gusto per la bella scrittura stia ritornando di moda. Pensate alle librerie del centro città. Erano gli anni ‘80, nelle cartolerie un’offerta che nel tempo abbiamo dimenticato, per preferire lo shopping nei negozi di telefonia. Era un tripudio di diari, penne e quaderni. Le griffe della moda, da Coveri all’indimentica dalle teenager Nay Oleari, facevano a gara per firmare anche il corredo scolastico. Persino nelle merendine si trovavano gomme e materiali di cancelleria. Poi il silenzio, con la chiusura della maggior parte delle tappe irrinunciabili per l’adolescente medio. Ma provate ad entrare nelle vostre librerie preferite oggi e vi accorgerete che qualcosa sta cambiando. Pensate ai grandi brand (Feltrinelli, Mondadori, Giunti, per esempio): di quanto negli ultimi due anni e aumentato lo spazio per la proposta dedicata alla scrittura? Nomi come Legami, Mr Wonderful, accanto all’ever green Moleskine, si allargano sugli scaffali con una gadgettistica che strizza l’occhio alla scrittura.

Matite unicorno, gomme bradipo, temperini panda e, poi, penne, pennini e inchiostri, piume d’oca che raccontano storie passate di testi eleganti e grembiuli macchiati: il gusto per la bella scrittura sta tornando di moda

Matite unicorno, gomme bradipo, temperini panda irresistibili (tanto quanto inutili) oggetti “kawaii”, cioè carini secondo lo stile giapponese. Per non parlare della proposta di penne, pennini e inchiostri di ogni sorta, set da regalo con piume d’oca sintetiche (e non solo) che raccontano storie d’altri tempi, di testi elegantissimi e grembiuli macchiati. E poi carta, tantissima carta, caratterizzata da frasi motivazionali di ogni sorta. “Oggi sarà una giornata stupenda”, “Domani sarà ancora meglio”, “Così si fa”, accanto al planning di ogni genere e grado. Bullet journals e To do list sono il mood del momento: il messaggio e quasi un “la vita e bella, ma non ti rilassare troppo. Meglio affrontarla organizzati”. Che scrivere a mano faccia bene alla salute mentale, sono anni che psicologi e insegnanti cercano di dirlo. Ha avuto un certo rilievo la notizia che, ad esempio, all’Università di Harvard si incoraggi la scrittura manuale.

Che il mercato della cartoleria sia cambiato con una nuova attenzione alle belle arti e alla creatività lo si è visto anche a Bologna, a Big Buyer 2019, uno dei riferimenti fieristici per il B2B, ma anche, per i consumatori semplici, in appuntamenti per le famiglie, come la fiera dell’Artigianato milanese o il recente Manualmente di Malpensafiere. Ma la riscoperta della scrittura potrebbe essere segno più profondo di un ciclo storico, di una nuova sensibilità e di un bisogno intimo di preservare la bellezza della tradizione. E perchè no del desiderio mai sopito di ritrovarsi, un giorno, una lettera vera nella cassetta della posta.  

La cartoleria di Paola

Accanto alle attività che chiudono, piace raccontare la storia di chi, di questi tempi, decide di aprire una cartoleria. E non lo fa a due passi dalla Madonnina, sperando nel flusso dei clienti di passaggio. Ma a Viggiù, un comune che conta 5.200 anime, forse più noto per la canzone dei Pompieri che per le cartolerie. A raccontarci la sua esperienza, a poche settimane dalla sua nuova avventura, Paola Fabris: “Volevo cambiare vita – racconta – e sono rimasta attratta da un’attività dal fascino senza tempo. Il primo servizio che ho pensato è sicuramente quello per la scuola, con la fornitura di libri e materiali ad hoc. Poi, visto che siamo in un paese, ho pensato di aggiungere un’offerta di articoli per la regalistica per diverse fasce di prezzo. Ma quello che colpisce è che i clienti, in particolare i bambini, che entrano da me sono letteralmente affascinati dai libri di ogni tipo, anche solo quelli con gli sticker. Sicuramente c’è una riscoperta della carta, soprattutto quando l’offerta è originale, diversa dal già visto”. E per quanto riguarda la scrittura? “È chiara una tendenza alla ricerca di accessori per calligrafia e lettering, molto tecnici, di tutte le dimensioni, anche costosi. Il consiglio, però, per chi vuole avvicinarsi alla bella scrittura è di iniziare per gradi, partendo da penne semplici, con punte sottili, per poi arrivare, solo dopo l’esercizio, alle vere stilografiche e ai brushpen. Curiosamente, tra i prodotti più richiesti si conferma il marchio ‘Bic’, che accanto alle note linee, ha realizzato una serie di matite colorate molto innovativa. Il colore funziona, anche con i glitter per le ragazzine. Del resto, tutto quello che luccica attira sempre”.



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