Un grande evento tra Varese, Gemonio e Milano ricorderà i venti anni dalla realizzazione di una delle più importanti opere dell’artista Floriano Bodini: “I Sette di Gottinga” nella piazza del Parlamento di Hannover 

‘‘L’artista, solo, o in gruppo, catalogato in correnti o battitore libero, a mio parere non può fare altro che stare in mezzo agli impicci della vita a dar testimonianza di questa dimensione”. La dimensione era appunto quella del reale (“il sacro” come diceva l’oratore di cui stiamo parlando) in cui convivono insieme il bene e il male. 

Così si esprimeva lo scultore Floriano Bodini nel corso di una conferenza in cui raccontava il suo monumento per la piazza del Parlamento di Hannover, “I Sette di Gottinga”, realizzato nel 1998 quando insegnava ancora all’Università di Darmstadt. Affascinato dal racconto dei colleghi tedeschi sui sette docenti dell’Università di Gottinga, ribellatisi nel 1837 al re Ernst August, che aveva violato la Costituzione, pagandone di persona le conseguenze - con la perdita del posto e persino l’esilio dal regno di Hannover - aveva insufflato nell’opera, risultata poi vincitrice tra 26 progetti internazionali, quella sua idea universale di libertà, appresa anche dalla lettura di Pascal, che fa dell’artista un testimone.

Proprio attorno alla figura di Bodini (1933-2005) e al Zivilcourage espresso dal suo monumento bronzeo, che ha compiuto i vent’anni, e nel quale ogni persona può scegliere di entrare, attraversandolo fisicamente, s’incentra un importante evento autunnale, da ottobre a gennaio 2019, curato da Fabrizia Buzio Negri con la collaborazione di Sara Bodini e Renato Galbusera. 
Si tratta di tre mostre in altrettante sedi, con date di apertura diverse ma collegate tra loro idealmente, dislocate rispettivamente: al Castello di Masnago con “Dal realismo esistenziale alla Nuova figurazione; gli anni Cinquanta e Sessanta”, al Civico Museo Bodini - Zivilcourage; a Palazzo Pirelli di Milano Spazio Eventi con “I Sette di Gottinga nella contemporaneità. Floriano Bodini maestro di Libertà”. 

Un’intera vita a occuparsi d’arte e di artisti, scoperti e incoraggiati a migliorare sempre, più di 200 mostre in Italia e all’estero, una passione mai venuta meno che l’ha portata anche a diverse Biennali a Venezia, Fabrizia Buzio Negri, ideatrice dell’evento, è ritornata all’antico amore. Curò infatti nel 1997 per la Galleria d’Arte Moderna di Gallarate “Guerreschi e il Realismo Esistenziale”, mentre l’anno seguente scrisse la presentazione critica della monografia Zivilcourage, dedicata proprio al monumento di Hannover di Floriano Bodini. Attorno alla figura del grande maestro, che ebbe la fortuna di conoscere e frequentare, e al suo impegno artistico e civile, la curatrice ha dunque costruito questo evento espositivo, nella convinzione che “mai come oggi, nella società e nella vita, sembra necessario un forte richiamo al senso dell’etica collettiva e della morale politica”. 

La rassegna, visitabile dal 6 ottobre 2018 al 12 gennaio 2019, comprendente più di ottanta opere, ci conduce in ordine cronologico e tematico alla prima mostra al Castello di Masnago - custode di uno splendido bozzetto “I Sette di Gottinga” - con i lavori e i nomi degli artisti legati al Realismo Esistenziale, così denominato da Valsecchi, nel 1956, alla loro prima esposizione: sono tra gli altri Guerreschi, Banchieri, Romagnoni, Vaglieri, Ceretti, Ferroni. Il loro sguardo, come spiega Buzio Negri, si avvicina all’Esistenzialismo, ben lontano dal Realismo Sociale, in una visione artistica che guarda piuttosto ai disagi di una difficile quotidianità, profondamente influenzata dai ricordi della guerra, della violenza e delle sofferenze subite. Ma si parlerà ben presto anche di Nuova Figurazione: in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, a Roma e Napoli la nuova corrente raccoglierà l’adesione di tanti altri illuminati artisti che cercano una mediazione, con un occhio di riguardo alla Pop Art, tra realismo e astrazione. Bodini è tra loro e con loro, come dimostrano i lavori esposti a Masnago.
La prima tranche espositiva dell’evento è dunque fondamentale premessa per conoscere, e avvicinare al meglio, la vicenda artistica bodiniana che è parte irrinunciabile di quel milieu culturale degli anni Cinquanta e Sessanta che il nostro, cresciuto alla scuola di Francesco Messina a Brera, incontrò e scelse. 

Bodini (1933-2005) si inserisce nella Nuova Figurazione, la corrente che raccoglierà l’adesione di tanti altri illuminati artisti che cercano una mediazione, con un occhio di riguardo alla Pop Art, tra realismo e astrazione

A Brera tornerà poi da giovane docente, prima di esserlo all’Accademia di Carrara, di cui sarà anche presidente in anni più vicini, e prima dell’esperienza professionale e artistica in Germania. 
La seconda tappa dell’evento varesino, fulcro della mostra, è il racconto intrigante che ruota attorno al monumento di Hannover, nella bella sede del museo Bodini di Gemonio di cui più volte abbiamo parlato dalle nostre pagine. Qui saranno esposte, a partire dal 13 ottobre, accanto al bozzetto del monumento completo, opere e documenti connessi strettamente alla sua realizzazione: disegni preparatori, gessi, medaglie, carteggi e anche foto della fusione - presso la storica Fonderia Battaglia - e dell’inagurazione. 

A far da corona alla narrazione sono state scelte poi importanti opere di artisti vicini a Bodini per il tema, altamente morale, affrontato: sono lavori di Giuliano Vangi, Augusto Perez, Peter Ackermann, Joachim Schmettau, Alberto Sughi, Renato Galbusera, Maria Jannelli, Piero Leddi. E ci sono anche le fotografie di Pepi Merisio. 
Nella prestigiosa sede di Palazzo Pirelli, a Milano - patria e cuore della nascita del Realismo Esistenziale - a cura della stessa Negri e di Renato Galbusera che fu tra i primi allievi di Bodini, a partire da novembre, si troveranno infine i nomi e le opere - da scoprire questa volta di persona - di giovani artisti delle Accademie d’Arte di Milano (Brera) e Torino (Accademia Albertina). È la testimonianza di una continuità generazionale - didattica e morale - che lega al maestro gli allievi che con lui avevano lavorato, ma soprattutto raccolto il testimone della sua libertà e del suo coraggio di uomo e di artista. 

Questo è il fondamentale messaggio del felice evento che parte da Varese e impegna anche il capoluogo lombardo.
Perché questo è quanto stava a cuore a Bodini - come la figlia Sara ricorda - nel suo intervento in catalogo (con i testi dei tre curatori) riproponendo le illuminate parole paterne : “[...] da quel fatto di Gottinga, a me fino ad allora sconosciuto, narratomi dai miei colleghi tedeschi dell’Università con passionale partecipazione, mi è pian piano venuta la convinzione di poter raccontare con la mia scultura non tanto o non solo un accadimento storico, che di per sé potrebbe essere giudicato anche poco eclatante, ma piuttosto l’idea universale, grande e forte, della libertà, fatta di gesti completi, di atteggiamenti, di scelte, piuttosto che di proclami. Mi era venuta l’idea di mettere al secolo che stava per finire come un sigillo pubblico nel nome della libertà; quella libertà che, proprio in quel secolo, ha visto al massimo della sua affermazione e insieme della sua feroce negazione. Così ho fatto il monumento, l’ho finito e l’ho collocato lì”. 

Da qualunque lato la si prenda, conclude Sara Bodini “quest’opera rimanda a un tema fondamentale, che è quello della testimonianza attraverso la vita e l’opera. Non è un caso che Bodini scelga di collocare il giovane studente in alto a simboleggiare la testimonianza storica, giovane studente che è il ritratto di Renato Galbusera ai tempi suo allievo e che ne ha poi portato avanti la missione sia artistica che di insegnamento. E non è un caso che mio padre abbia donato ai protagonisti della vicenda tedesca le sembianze di persone a lui vicine, mutandone atteggiamenti e simboli, in una sovrapposizione di passato/presente e di storia/vita che ha molto del teatro quale metafora dell’esistere”. 

DAL REALISMO ESISTENZIALE ALLA NUOVA FIGURAZIONE. GLI ANNI CINQUANTA/SESSANTA
6 ottobre 2018 - 12 gennaio 2019
Castello di Masnago Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea (Varese, via Cola di Rienzo)
Da martedì a domenica: 9.30-12.30/14.00-18.00 
info: 0332 820409

ZIVILCOURAGE
13 ottobre 2018 - 12 gennaio 2019
Museo Civico Floriano Bodini (Gemonio, via Marsala 11)
Sabato e domenica: 9.30-12.30/15.00-18.00 
info@museobodini.it

I SETTE DI GOTTINGA NELLA CONTEMPORANEITÀ FLORIANO BODINI MAESTRO DI LIBERTA'
Novembre 2018

Palazzo Pirelli-Spazio Eventi (Milano, Via Fabio Filzi 22)

 



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