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Maglie realizzate con PET riciclato per il basket di serie A, tessuti resi caldi grazie agli scarti di caffè e scarpe vegane. Il tessile che cambia, raccontato da un’azienda di Busto Arsizio che lo vive in prima linea: il Maglificio Alto Milanese

Non solo moda. Chi pensasse che la ricerca della sostenibilità da parte delle imprese sia uno strumento di mero marketing, si rassegni: quello che è ormai un trend da alcuni anni si conferma anche per le imprese varesine, complice la crescente sensibilità da parte dei consumatori. E si conferma, in particolare, in ambiti su cui l’attenzione del consumatore è ancora più accentuata. Pensiamo al tessile. La moda enumera esempi famosissimi e di successo: dagli iconici vestiti da sposa eco di Leila Hafzi, ai materiali rigenerati di Stella Mc Cartney, con relativa sofisticata campagna pubblicitaria, per citarne un paio. Ma anche in questo si può ben dire “non solo moda”. Il tessile investe (o riveste) tutti i settori, dall’abbigliamento sportivo al casual, ma anche l’arredamento, penseranno i più. Il grande pubblico, tuttavia, non sempre riflette sul fatto che i tessuti sono ovunque. “Pensate all’auto: i sedili, i dettagli ma anche l’interno dei cruscotti, che è arricchito da tessuti termoformati. Pensate all’alimentare: di cosa sono fatte le reti con cui si producono i salumi? E via così: gli esempi sono infiniti”.

A raccontarlo Attilio Grampa, Presidente del Maglificio Alto Milanese di Busto Arsizio, azienda che dell’ecosostenibilità oggi fa il suo punto di forza. Una storia, quella dell’azienda, che racconta simbolicamente l’evoluzione di un settore. Il maglificio nasce nel 1970 ed inizia la propria attività producendo articoli basici da abbigliamento quali  jersey, interlock, felpe e costine per lo più in puro cotone destinate al crescente mercato dell’abbigliamento esterno, dell’intimo e della pigiameria. Negli anni si rinnova, e decide, con forti investimenti, di ampliare il proprio parco macchine, con il quale rispondere alle più svariate e crescenti richieste del mercato. È la fine degli anni ‘80, e grazie allo spirito imprenditoriale della seconda generazione, che l’azienda inizia una lenta trasformazione che la porta ad essere sempre più affermata e conosciuta a livello nazionale. Nel decennio successivo l’attività di consolida grazie all’acquisizione di nicchie di mercato più vaste e prestigiose e si afferma anche oltre confine, introducendo al fianco dei tradizionali articoli per l’abbigliamento esterno, intimo e sportivo anche un tipo di prodotto industrializzato destinato alle applicazioni più svariate che spaziano dalla accoppiatura, alla spalmatura, al medicale, alla calzatura fino al settore tecnico/industriale.

“È possibile rendere i tessuti più performanti utilizzando anche un filo di nylon addizionato con una sorta di carbone vegetale ottenuto dagli scarti della lavorazione dei chicchi di caffè. Grande l’utilizzo negli sport sul ghiaccio”

La sfida attuale, però, è appunto l’ecosostenibilità che è oggi imperativo di mercato. Basti un numero: l’ultima sessione di Milano Unica ha registrato un aumento del 4% delle aziende che hanno avviato iniziative sul tema della sostenibilità. 123 le imprese che hanno esposto 750 campioni di prodotti green. Di questi, 8 sono quelli presentati proprio da Maglificio Alto Milanese. “Che la sensibilità del consumatore finale e dell’impresa nostra cliente sia aumentata è un dato di fatto e nasce da un’accurata informazione e non da stimoli passeggeri o tendenze del momento”, sottolinea Grampa. “Le richieste di prodotti sostenibili sono molto specifiche e spesso riescono a sorprenderci. Ad esempio, abbiamo scoperto da poco che esistono le scarpe vegane, senza pellami ma nemmeno colle di origine animale, che rispondono all’esigenza di chi, partendo da precise regole alimentari, decide di portarle avanti in ogni ambito della vita comune. L’idea è proprio quella di voler contribuire a rendere il mondo un luogo più vivibile anche attraverso precise scelte etiche e un cambio di stili di vita”.

Un andamento che ha spinto il Maglificio, già da anni, a introdurre prodotti particolari frutto di altissime tecnologie, sia nell’ambito dell’abbigliamento tecnico, sia nel settore moda definito dal brand Via Grosseto, che prende il nome dall’indirizzo della sede operativa storica dell’azienda. Qualche esempio? “In occasione di una partita del campionato di basket di serie A, per celebrare l’Earth Day la Giornata della Terra, l’EA7 Olimpia Milano ha indossato canotta e pantaloncini appositamente realizzati con il nostro tessuto di poliestere riciclato, ottenuto dalle bottiglie in PET, con grafiche che richiamano la natura, ricordando così l’importanza dell’impegno del Maglificio per la salvaguardia dell’ambiente.

All’ultima edizione di Milano Unica sono stati presentati 750 campioni di prodotti ecosostenibili: 8 provenivano dal Maglificio Alto Milanese

Un’iniziativa anche culturale che ha spinto il maglificio a sviluppare nuovi progetti ed articoli che esporremo alle prossime fiere di settore più avanti ma che dà l’idea del filo rosso che lega lo sport, l’ambito educativo per eccellenza, e l’ecosostenibilità”, racconta il Presidente Grampa. “E non è solo il riciclo delle bottiglie, che forse è più noto ai consumatori. È possibile rendere i tessuti più performanti utilizzando anche un filo di nylon addizionato con una sorta di carbone vegetale ottenuto dagli scarti della lavorazione dei chicchi di caffè. Fa sorridere, in effetti, ma grazie al ‘caffè’ il tessuto acquista la proprietà di mantenere il calore corporeo. Questa gamma di articoli ha un grandissimo utilizzo ad esempio negli sport sul ghiaccio, come per esempio il pattinaggio”. Le applicazioni nel settore tecnico sportivo sono quindi svariate, ma come funziona per la moda?  “Per quanto ci riguarda è quello il settore più nuovo ed è quello in cui la richiesta green è molto forte. Anche per la prossima stagione il diktat è chiaro e grazie alla sempre costante ricerca di materie prime e sviluppo di nuovi articoli ci prepariamo a pensare alla nuova collezione di tessuti Via Grosseto.”

Scelte etiche dunque alla base di una strategia aziendale? “Bisogna essere realisti: la richiesta del mercato va in questa direzione. Certamente le imprese possono rendere proprie le scelte, vivendole. Per fare un esempio, Maglificio Alto Milanese ha deciso di sostenere il progetto #RUN4THEFUTURE non solo partecipando alla Milano Maraton con parte del suo staff, ma anche producendo le magliette per la gara utilizzando i propri tessuti performanti.”. Una strada tracciata dunque ma intrapresa con uno stile unico. 



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