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Laboratori, esperienze, prove sul campo, esperimenti, allestimenti di mostre, tanta informatica e studi dei fenomeni digitali. Dal classico, allo scientifico la distanza tra studio sui libri e realtà delle imprese si sta accorciando anche in quelle scuole fino a ieri considerate semplicemente uno step prima dell’approdo all’Università. Ma oggi non è più così, come testimonia l’offerta formativa di alcuni istituti del Varesotto

La scelta di intraprendere degi studi liceali non è tradizionalmente legata al progetto di un rapido ingresso nel mondo del lavoro. Quello che si mette in conto è che molto probabilmente al termine del percorso seguirà un  altro corso formativo, ed è per questo motivo che forse la formazione liceale è vista come qualcosa di lontana e con poche contaminazioni con il mondo del lavoro e delle professioni. In realtà sempre di più questa distanza si sta accorciando. I percorsi tradizionali sono sei: classico, scientifico, linguistico, musicale, artistico e scienze umane. Solitamente la prima risposta alla domanda che liceo frequenti è tra queste sei opzioni, ma sempre più spesso segue una declinazione o meglio una specializzazione degli stessi. Il minimo comune denominator tra queste opzioni è probabilmente la volontà di ridurre il divario o meglio la distanza di conoscenza e familiarità che divide lo studente liceale dal mondo delle professioni. Per citarne solo alcune: scienze applicate, economico sociale, audiovisivo e multimediale e ancora coreutico e sportivo.

L’elenco in realtà è molto più lungo, senza poi contare che vanno anche aggiunti progetti legati ai singoli istituti. È il caso ad esempio, del liceo classico “Ernesto Cairoli” di Varese, dove alla formazione umanistica basata sullo studio del greco e del latino, si affiancano due sperimentazioni più empiriche. Progetto “Erodoto” è il nome della prima sperimentazione, il cui fulcro è il potenziamento dell’area dei linguaggi. Nelle attività curriculari c’è la  realizzazione di un blog grazie alla collaborazione con la testata giornalistica Varesenews. Gli studenti iscritti a tale percorso potranno, grazie al supporto di esperti esterni, seguire anche un corso teorico e pratico di fotografia. Nella seconda sperimentazione invece, denominata progetto “Archè”, le discipline scientifiche vengono potenziate tanto da far assumere al percorso le caratteristiche specifiche di un liceo classico bio-medico.

E per rimanere sempre in tema scientifico è interessante approfondire l’opzione scienze applicate che sempre più incontra il favore degli studenti. Tra le varie competenze che lo studente dovrà aver conseguito al termine del quinquennio c’è quella che riguarda la sfera degli strumenti informatici e del loro utilizzo in relazione all’analisi dei dati e alla modellizzazione di problemi di natura scientifica in base all’individuazione del ruolo dell’informatica nello sviluppo scientifico. L’acquisizione delle conoscenze è supportata da un’intensa attività laboratoriale che ha il compito di portare lo studente a comprendere, attraverso l’osservazione dei fenomeni naturali e la raccolta e l’analisi dei dati, le soluzioni inerenti alla società moderna.

“Ai Licei di Viale dei Tigli di Gallarate – spiega la professoressa Rola Maria che insegna matematica e fisica – siamo partiti con due sezioni e nel giro di pochi anni siamo giunti a ben quattro sezioni. È un indirizzo che coniuga la parte teorica, che tradizionalmente contraddistingue l’istruzione liceale alla pratica laboratoriale”. Rola spiega che nel suo istituto l’uso dei laboratori è, per volere della Dirigente Scolastica Nicoletta Danese, un’attività fondamentale nel percorso degli studenti, una routine quotidiana e ordinaria. “Ai Licei dei Tigli – continua la docente – sono presenti sia laboratori classici, come ad esempio quello di fisica o di chimica, ma anche laboratori più particolari quale ad esempio il laboratorio di meteorologia. Ai microscopi ottici si affiancano microscopi così all’avanguardia da aver addirittura destato la curiosità di un ateneo. Nel corso di scienze applicate sono molto importanti le collaborazioni con gli enti esterni: dalle università, ai centri di ricerca fino alla collaborazione con il Cern di Ginevra. Collaborazioni che hanno anche una valenza orientativa. Sono infatti numerosi gli studenti che intraprendono carriere nell’ambito delle attività di laboratorio e ricerca”. È chiaro che l’esperienza diretta ha per lo studente un ruolo molto importante. E sempre di esperienza si parla nel percorso avviato dall’istituto Stein di Gavirate. Si tratta del Liceo Scientifico dell’Esperienza, primo caso a livello nazionale, che aggiunge al corso tradizionale una dimensione operativa. Il percorso partito a settembre 2019 si connota di esperienze, appunto, che gli studenti possono fare nel mondo dell’industria, nello studio dell’ecosistema e nel mondo dei Musei. 

"ll Liceo dell’Esperienza è una curvatura del liceo scientifico tradizionale che nasce dall’esigenza di offrire un percorso fondato sull’utilizzo di una metodologia didattica che parte dall’esperienza per arrivare all’astrazione concettuale – spiega la Dirigente Scolastica dell’istituto superiore di Gavirate, Laura Ceresa –. Le classi del biennio sono ad esempio impegnate in un interessante progetto di valorizzazione che consente ai nostri studenti di approfondire contenuti legati allo studio della storia dell’arte e di sviluppare competenze nell’utilizzo degli strumenti digitali, che porteranno alla realizzazione di un prodotto multimediale. Insomma, l’obiettivo è quello di sviluppare una flessibilità cognitiva ed operativa che mira a rinforzare quelle soft skill che caratterizzano il successo professionale nell’attuale contesto lavorativo e predispongono ad affrontare le sfide del life long learning”.



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