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“Imprenditori che abbiano avuto la capacità, l’attenzione e la dedizione nel proseguire e valorizzare il lavoro dei propri genitori subentrando alla guida operativa e strategica dell’impresa, garantendone il successo e la continuità”. Questo l’identikit dei capi d’azienda che hanno ricevuto il Premio “Di padre in figlio - Il gusto di fare impresa”. Un riconoscimento ed un attestato al merito di chi è stato in grado di gestire il passaggio del testimone aziendale con professionalità, competenza e preparazione dimostrando intraprendenza e creatività.

La presenza varesina

L’evento giunto all’ottava edizione è promosso da CERIF – Centro di ricerca sulle imprese di famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con Credit Suisse, KPMG, con il contributo di LCA Studio Legale, Lombard International Assurance, Mandarin Capital Partners e il supporto scientifico della Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi e del Sole24Ore. Quello varesino è stato uno dei tessuti industriali protagonisti. Tre sono state, infatti, le aziende della provincia arrivate in finale, in tre diverse categorie: Lati di Vedano Olona in “Donne al Comando”, La Tipografica Varese in “Piccole Imprese” e Secondo Mona di Somma Lombardo in “Storia e Tradizione”.

Secondo Mona tra storia e tradizione

“Era la prima volta che partecipavamo, per cui il successo è già stato rientrare tra le aziende finaliste di una ricerca che si è svolta su tutto il territorio nazionale e considerava i più svariati settori – racconta Claudia Mona, Vicepresidente e CFO della Secondo Mona –. Vedendo quali sono stati i risultati del sondaggio 2018, posso dire che risultiamo perfettamente centrati nella statistica delle aziende analizzate: impresa industriale (69%), con un fatturato tra 26 e 100 milioni di euro (39%), avvio della quarta generazione al comando (il 75% delle aziende studiate è sotto alla quarta generazione), con una figlia (37%) e un figlio (63%), tra i 40 e 50 anni (40%), tipologia del passaggio generazionale dinamico”. “È stato interessante per me vedere cristallizzati all’interno di uno studio fenomeni relazionali ed emotivi, ma anche percorsi formativi, che si sono compiuti (consapevolmente o no), in tutti questi anni all’interno della mia famiglia e dell’impresa e che mi hanno portato fino a qui. Non ho percepito l’esistenza di un percorso studiato e mirato a raggiungere l’obiettivo della successione, e men che meno un percorso formalizzato, ma sono felice di vedere che la strada battuta sia stata riconosciuta come di successo. La circostanza della nomination per questo premio è per me oltremodo particolare in un anno in cui si è lavorato intensamente in vista del cambiamento del top management aziendale, che avverrà con l’inizio del 2019”, conclude poi Mona.

La Tipografica Varese eccelle tra le Pmi

Per Gianandrea Redaelli de La Tipografica Varese, invece, è stato “un onore essere selezionati per un riconoscimento simile. È stata l’occasione per incontrare aziende familiari di tutta Italia e mettere a fattor comune le proprie esperienze. Ci siamo salutati con la promessa di rivederci per confrontarci sull’evoluzione strategiche delle nostre imprese”. Analizzando, infine, i dati ottenuti dalle analisi statistiche effettuate sulle imprese che hanno partecipato all’edizione 2018 del Premio “Di padre in figlio” si possono tratte interessanti considerazioni. Il 63% degli eredi che prendono in mano le redini dell’azienda sono uomini, mentre solo il restante 37% sono donne. L’età media dell’erede è quella che va tra i 41 e i 55 anni, seguita dalla fascia 36-40 e over 55. Nel 44% dei casi, la successione è stata pianificata per tempo e realizzata con efficacia, nel 41% dei casi invece si sono riscontrati elementi di discontinuità ma la fiducia nell’erede è comunque alta. Nel 12% il passaggio è avvenuto invece a causa di un evento traumatico.

 

Lati e le donne al comando

“In Lati si è verificato un passaggio generazionale del tipo ‘aventiniano’, cioè un passaggio non traumatico, pianificato per tempo e realizzato con efficacia – dichiara Michela Conterno, Ceo dell’azienda –. Dopo due generazioni di uomini al comando, si è affermata una leadership al femminile eccezionale, non solo di genere ma anche di età: sul campione delle aziende intervistate, faccio parte del 3% di ‘giovani’ donne quarantenni a capo di aziende familiari. Mosche bianche in un panorama italiano dove il 60% delle realtà è condotta da uomini over 60. È stato dunque un onore essere sul palco insieme a grandi donne che operano con successo in settori prevalentemente maschili. Un grande esempio”.

 

 



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