I-sentieri-delle-sculture

Streghe, gnomi, elfi. Sagome fatate intagliate nel legno, ma anche volti sfumati in opere di bronzo o monoliti che emergono misteriosi dai prati. Alcuni boschi del Varesotto sono dei veri e propri musei a cielo aperto. Gli esempi di Cocquio Trevisago, Germignaga e Corgeno

Con la pandemia si è riscoperta la passione per l’outdoor e per le opere di diversi artisti locali che rendono ancora più magica l’esperienza di una passeggiata tra i boschi, rispettandoli. Piccoli capolavori di legno che costellano sentieri e ambientazioni verdi. La provincia di Varese conserva un inaspettato tesoro naturale tra i suoi boschi: le sculture lignee. A volte, le passeggiate tra gli alberi si trasformano in magici incontri con personaggi fatati del bosco trasformati in statue di legno che sembrano raccontare una storia a ogni passo. Sono i sentieri di sculture lignee che caratterizzano in particolare il nord della provincia, e che ricordano anche un’antica eccellenza locale varesina e lombarda, quella della scultura del legno, anche se oggi è andata in parte perdendosi. L’altro aspetto interessante di questi artistici mondi fatati è che sono tutti di origine recente, messi in piedi da artigiani contemporanei diventati artisti, che si sono appassionati a questo tipo di arte. Insomma: le sculture lignee sono tutt’altro che effigi del passato ma riscoperte moderne che continuano a stupire e appassionare.

 

Il Sentiero delle Sculture a Cocquio Trevisago

“Non puoi vivere una favola se ti manca il coraggio di entrare nel bosco” avvisa un curioso cartello di legno lungo il Sentiero 17 a Cerro di Caldana, minuscola frazione di Cocquio Trevisago, nel parco del Campo del Fiori. Qui inizia la favola che accompagna le famiglie e gli escursionisti diretti al Forte di Orino. Si tratta delle sculture di Sergio Terni, quarantenne con la passione per la scultura del legno ereditata durante una vacanza in Val d’Aosta, quando frequentò i corsi di intaglio e scultura del legno di Giuseppe Binel a Donnas. Insomma, come i veri artisti del passato Terni ha imparato a intagliare frequentando le botteghe artigianali come si usava a Firenze ai tempi di Andrea del Verrocchio, maestro di Leonardo da Vinci.  L’artista ha approfondito con corsi appositi anche le sue conoscenze di anatomia, per calcolare con precisione le proporzioni per le sue sculture, proprio come fece Leonardo. Creature del bosco si mescolano a creature magiche o della tradizione popolare per una decina di statue lungo la passeggiata. Un “museo a cielo aperto” vivo, dove tornare ciclicamente e magari notare una scultura che ci si era persi, una in più o un particolare aggiuntivo. Il lavoro di Terni non è solo bello esteticamente ma anche rispettoso del bosco e della natura circostanti e anche della burocrazia, cosa forse ancora più complicata. Le piante che diventeranno sculture lignee sono tutte alberi morti, soprattutto castagni, il materiale migliore come resa in questo caso. Per ogni pianta sono stati inoltre chiesti permessi ai proprietari dei fondi e al Parco del Campo dei Fiori. 

Sul sentiero che parte da Cerro di Caldana si va alla scoperta di streghe, gnomi, elfi, divinità leggendarie, ma anche animaletti del bosco come scoiattoli, ragni, persino una vipera intagliata che emerge dalle pietre. Una camminata che si trasforma in gioco per individuare più statue possibili e che affascina bimbi ma anche gli adulti che li accompagnano

Una volta completate queste formalità Terni si può mettere al lavoro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti percorrendo il sentiero. Le sculture sono disposte lungo il primo tratto del sentiero che dal piccolo borgo entra nel bosco per arrivare poi fino al Forte di Orino e “interagiscono” con i passanti. Ogni tanto ne appare una nuova. Si trovano nella parte più semplice della camminata, adatta quindi anche a famiglie, per la maggior parte su terreno pianeggiante. Si entra nella favola dopo la “pergamena” che invita ad addentrarsi nel bosco e la “benedizione” del Guardiano. E poi via alla scoperta di streghe, gnomi, elfi, divinità leggendarie, ma anche animaletti del bosco come scoiattoli, ragni, persino una vipera intagliata che emerge dalle pietre. Una camminata che si trasforma in gioco per individuare più statue possibili e che affascina bimbi ma anche gli adulti che li accompagnano. La maggior parte delle sculture è del 2016 ma negli anni il sentiero si è arricchito di personaggi fantastici, fino all’elfo col fungo dello scorso anno. Da lì, si può scegliere se tornare indietro, girare a destra e compiere un percorso ad anello oppure proseguire verso il Forte di Orino, se il tempo lo permette. Come ogni viaggio però, l’importante non è la meta ma il percorso, alla scoperta delle sculture lignee di Terni e delle loro storie, una delle quali dedicata a personaggi mitologici come la Dea Berta, protettrice della vegetazione, tratta da un’antica leggenda celtica. Le sculture lignee di Terni abbelliscono anche alcuni dettagli del borgo di Cerro di Caldana: un pugno di casette attorno a una chiesa che merita di essere scoperto ma, proprio come fa Terni con le sue sculture, “con rispetto”. Un piccolo paese non è in grado di ospitare assembramenti eccessivi, soprattutto in questo periodo. L’ideale è frequentarlo rispettando spazi e silenzi, lasciando le auto nei parcheggi autorizzati e non lungo le strade già strette, intralciando il traffico degli abitanti locali. Si può anche lasciare l’auto a Caldana, e non a Cerro, dove c’è un parcheggio un po’ più ampio, e raggiungere da lì il sentiero che poi porta alle sculture fatate.

Il Bosco delle Fate a Germignaga

Proseguendo verso il nord della Provincia gli appassionati di mondi magici trovano un altro esempio di arte legata alla natura, il Bosco delle Fate a Germignaga, lungo il percorso Alto Verbano, per la precisione, il sentiero escursionistico 214A che da Germignaga sale a Brezzo di Bedero lungo la valle del torrente San Giovanni. La passeggiata parte all’altezza delle scuole medie della cittadina e dopo un quarto d’ora circa di cammino si arriva alla scoperta delle piccole creature magiche del Bosco delle Fate, tra installazioni in legno e pietra dove fermarsi a scattare una foto e piccole sagome fatate che accompagnano lungo il cammino. Una sorpresa che rende ancora più piacevole addentrarsi nel verde e soprattutto assaporare il senso di incanto che ancora un bosco può regalare. In questo caso è l’associazione Gruppo Podistico Alto Verbano a darsi da fare per mantenere il luogo pulito e in ordine, ma è necessaria la collaborazione di tutti. Le regole sono semplici: lasciare pulito dove si passa, non strappare o raccogliere fiori e piante selvatici.

Le sculture sulla ciclopedonale di Corgeno

Un altro esempio di arte immersa nell’ambiente sono le sculture surreali di pietra e legno che si possono ammirare stavolta a Sud della provincia, a Corgeno, frazione di Vergiate, lungo la ciclopedonale che circonda il lago. Un piccolo comune, Vergiate, che ha dato i natali a diversi personaggi noti nel campo dell’arte e non solo: basti pensare che qui aveva la sua villa - atelier Enrico Baj. Qui è nato anche Giorgio Locatelli, celebre chef e giudice di un noto programma televisivo. E qui ci sono le sculture en plain air dell’artista locale Mario Favini, conosciuto anche come Mario da Corgeno. Le sue sculture accompagnano il visitatore lungo la strada che da Corgeno, costeggiando il piccolo lago, porta, passeggiando verso sinistra, a Mercallo. Un paesaggio surreale e astratto che si integra alla perfezione con la natura e le linee del panorama circostante: volti sfumati emergono da sculture di bronzo, monoliti misteriosi emergono da prati e giardini. Interessante anche villa atelier dell’artista: impossibile non notarla, tra finestre sottosopra, varchi rotondi e geometrie stravolte. Anche in questo caso, a pochi passi nel verde, un’ambientazione che trasforma la passeggiata nella natura in qualcosa di magico e fiabesco, con elementi naturali come “tela” su cui dipingere sensazioni e nuovi punti di vista.   



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