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Un viaggio alla scoperta delle storie, delle curiosità e degli stili dei cortili e dei parchi privati della provincia di Varese, visitabili solo in occasioni speciali. Ecco cosa si cela dietro a cancellate, recinzioni e portoni 

Da sempre Varese si è guadagnata l’appellativo di Città Giardino, proprio grazie al suo tesoro green: parchi e spazi verdi in residenze private e ville di delizia dei secoli scorsi. Alcune antiche dimore nel tempo sono, infatti, divenute musei o edifici pubblici e sono oggi visitabili quasi quotidianamente. Altre sono rimaste custodi dei loro tesori che svelano per occasioni speciali durante l’anno. Cancelli e recinzioni diventano scrigni preziosi che racchiudono veri e propri gioielli naturali: giardini e cortili, così speciali che i proprietari hanno deciso di condividerne bellezza e saperi, rendendoli disponibili al pubblico in alcune occasioni. Non chiamateli “solo” spazi verdi: più simili a opere d’arte, plasmate in totale armonia tra uomo e natura, raccontano storie, aprono finestre su altri mondi e culture, proiettano in altre epoche e spazi, tutelano essenze, storie e stili da non dimenticare.

Nella Città Giardino, un Giardino Giapponese
Varese d’altronde è la “casa” per gli amanti del paesaggio verde. Così ideale da valorizzare anche culture e colture lontane quando si parla di giardini. Come a Villa Paradeisos, dove il parco di 24mila metri quadri è il cuore della proprietà e le dà il nome. Paradeisos infatti, dalla radice sanscrita, significa Giardino = Eden. Il suo cancello, a pochi passi dal centro città, protegge una grande storia d’amore e si apre a chi è curioso di conoscerla. Tra alberi centenari, piante, essenze e statue d’epoca spicca una vera rarità: un originale giardino giapponese. Franco Cremante, il proprietario e “padre” del progetto insieme alla moglie Sumiyo, è un uomo impeccabile con tanti aneddoti e storie da raccontare. Come la nascita della sua storia d’amore con la moglie, portata avanti tra le principali metropoli internazionali: nata a Parigi, vissuta tra New York, Tokyo, per coronare un sogno a Varese. Una vita da film, a cui il Sol Levante ne ha appunto dedicato uno. La particolarità della villa è il suo giardino nel puro stile di filosofia orientale. Disegnato da un professore di Arte dei Giardini dell’Università di Tokyo, è stato poi realizzato da una équipe interamente giapponese collocando rocce, piante e materiali arrivati dal Giappone. Uno spazio dove ogni pietra, colore e suono, compreso quello dell’acqua che scorre, vogliono dire qualcosa al visitatore e favorire il suo dialogo con la natura. Il percorso segue il ruscello, dove ciottoli e pietre sono stati collocati in modo da modularne il fruscio: è il segno distintivo che identifica il singolo giardino (ognuno è diverso), luogo deputato ai piaceri dello spirito nella fusione con il mondo naturale. Non manca il “giardino astratto” o dry garden, che rappresenta l’intero pianeta Terra, con il mare, le terre emerse, l’orizzonte limitato da una siepe di bambù intrecciati, il luogo dove meditare. “Con questo spazio ci proponiamo di favorire l’incontro e la reciproca comprensione tra diverse culture - spiega Cremante - in particolare tra Oriente e Occidente”. Così la dimora privata, sede di eventi e meeting, apre durante l’anno a visite pubbliche in varie occasioni (come durante Nature Urbane o una visita con il gruppo Instagram di Varese) e iniziative di approfondimento. 

La limonaia del medico di Napoleone 
Residenze private custodiscono storie curiose anche nel borgo storico di Angera, in via Mario Greppi, sul lago Maggiore. La tappa è a Villa Palletta, antica dimora con all’interno un rigoglioso parco e cortili ottocenteschi. L’edificio in passato era sia abitazione che antica azienda agricola. Apparteneva al medico Gian Battista Palletta (1748-1832), precursore della chirurgia moderna, che ebbe l’occasione di curare anche Napoleone durante il suo soggiorno a Mombello. “Il giardino è di ispirazione all’inglese, con forti contaminazioni dei giardino all’italiana, tra cui vialetti in ciottoli, secondo l’interpretazione locale del giardino all’inglese”, sottolinea Cristina Miedico, direttrice del museo archeologico angerese e del Museo diffuso di Angera. Tra i punti panoramici, l’antica limonaia di epoca neoclassica, “dominata” con vista dall’alto dalla Rocca di Angera. Il parco e i cortili della villa, sito numero 10 del Museo diffuso, sono visitabili in vari momenti durante l’anno, grazie alle aperture del Fai o con iniziative dell’amministrazione comunale. 

Un balcone sulla Valle Olona
A Lonate Ceppino Villa Truffini, conosciuta anche come Casa del Podestà, è abitata ancora oggi dai discendenti del proprietario, l’allora podestà Giuseppe Truffini, che la acquistò nei primi decenni del secolo scorso. Un cortile di ghiaia accoglie il visitatore, con accanto una limonaia. Dietro la Villa c’è un bellissimo parco e, in fondo con una visuale mozzafiato sulla Valle Olona, sorge una torretta neogotica: un punto panoramico magnifico sul verde. Le aperture al pubblico sono a cura del Gruppo Fai Giovani del Seprio.   
 
Il giardino dei Samurai
Franco Ghirardi è un farmacista di Besnate che dal 1950 coltiva la passione per le camelie Higo, un particolare tipo di camelie che venne selezionata e prodotta nel periodo Samurai ed entrò a far parte di usanze e tradizioni della cultura Samurai. Il suo giardino, soprannominato il Giardino delle Higo, a Besnate, può essere visitato semplicemente chiamando il proprietario e accordandosi (+39 0331274096). Un giardino frutto di una passione decennale che lo ha portato a viaggiare in Giappone e a diventare l’unico italiano ammesso nella Società delle Camelie Higo. Perché tenerlo solo per sé?

Arte tra i cortili lombardi
Anche i cortili svelano il loro fascino. D’altronde quelli lombardi sono una particolare tipologia architettonica della Pianura Padana, caratterizzata dalla presenza di uno spiazzo circondato da un complesso edilizio. Nel centro di Varese passeggiando se ne possono visitare molti di affascinanti, dai più semplici ai più elaborati. Sempre più spesso anche i privati aprono i cancelli sulle loro corti per occasioni speciali. Succede, ad esempio, nel sud della provincia, a Somma Lombardo, dove i residenti di una via del centro storico, via Melzi, hanno creato un’associazione per valorizzare e far conoscere queste strutture abitative, L’Arte nella Corte, che trasforma i cortili privati, solitamente chiusi, in spazi espositivi visitabili dove ospitare artisti, mercatini, artigiani, in alcune occasioni dell’anno. A pochi passi di distanza, un’altro “giardino segreto” in momenti speciali dell’anno: il parco del Castello Visconti di San Vito, tra alberi secolari e la statua dedicata a Diana Cacciatrice. 

Il lato “segreto” dei Giardini Estensi

Il poeta Giacomo Leopardi definì Varese, in una lettera alla sorella Paolina, “la Piccola Versailles di Milano” grazie al fascino di Palazzo Estense e dei suoi Giardini. Il parco più fotografato, ammirato e visitato della provincia conserva tuttavia anche qualche mistero ancora da scoprire. Chi passeggia nei pressi del trenino, in cima alla collina, può notare infatti una specie di ciminiera sbucare nelle vicinanze. È l’indizio della presenza di un “sottosopra”, di un altro ambiente che si trova proprio sotto i Giardini: il rifugio antiaereo. Si tratta di uno dei 7 costruiti nel 1944 per proteggere i cittadini dal pericolo dei bombardamenti che miravano a distruggere la Aermacchi. Durante alcuni periodi dell’anno, e in occasione della fiera Agrivarese, il gruppo speleologico Prealpino organizza visite guidate per scoprire questo lato “nascosto” sotto i Giardini Estensi. 



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