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Una passeggiata nelle tranquille viuzze di un paesino della provincia varesina dall’aria bucolica, immerso nel verde del Parco del Ticino, alle pendici del monte San Giacomo. Cuirone, frazione di Vergiate, riserva sorprese inaspettate

Era il lontano 7 marzo 1869 e un regio decreto sanciva la fine del comune di Cuvirone, in seguito denominato Cuirone, che divenne frazione del comune di Vergiate. Da quel giorno ne è passata di acqua sotto i ponti, eppure nel borgo alle pendici del monte San Giacomo, nell’area nord del Parco del Ticino lombardo, il tempo sembra essersi fermato. Tra case rurali ristrutturate, cascine in pietra fiancheggiate da orti e giardini, boschi di castagni e pini silvestri, l’aria che si respira tra le vie di Cuirone, è a dir poco bucolica. Quotidianità per i soli 552 abitanti del borgo, natura e armonia inaspettate per chiunque abbia voglia di staccare (letteralmente) la spina e ricaricare le batterie lontano dal caos delle città ipertrafficate. 

“Spesso i visitatori provenienti da metropoli come Milano, così come i turisti stranieri, una volta arrivati a Vergiate temono di aver sbagliato strada, ma quando entrano a Cuirone capiscono di essere nel posto giusto per rilassarsi e godersi una gita all’aria aperta”. A parlare è Miranda Baratelli Ostini, Presidente dell’Associazione Amici di Cuirone e titolare di uno dei quattro B&B locali che vantano presenze in costante aumento di viaggiatori francesi, tedeschi, e anche americani, che prediligono mete “minori” e tutte da scoprire. 

“Il contesto territoriale e il suo borgo ben conservato fanno di Cuirone un luogo di pregio. L’offerta turistica è alla portata di tutti: da chi ama fare lunghe passeggiate nel verde a chi fa una puntata nelle trattorie del paese o viene per una sagra paesana”, spiega Alberto Senaldi, Vicepresidente della Cooperativa di consumo La Vittoriosa. Ad attirare migliaia di visitatori nella piccola e ancora poco conosciuta località del Varesotto, oltre alla sua verde cornice sono le numerose manifestazioni che vi si svolgono e che richiamano annualmente oltre 4mila persone. Tra queste, tradizionali sono la Festa patronale di San Materno a luglio, la Sagra Funghi e Zucche la prima domenica di ottobre e la Festa del Pane a novembre, patrocinata da Parco Ticino e Regione Lombardia Assessorato Sviluppo Economico.

Alberto Senaldi, Vicepresidente Cooperativa La Vittoriosa: “Il contesto territoriale e il suo borgo ben conservato fanno di Cuirone un luogo di pregio”

Circa 6mila presenze vengono registrate dalla Cooperativa La Vittoriosa, una delle tre trattorie del borgo, fondata nel 1930 e tuttora aperta con annesso negozio di alimentari e bar, unico punto di ritrovo attivo per la comunità locale. Il totale, perciò, è presto fatto: non meno di 10mila visitatori l’anno. Con numeri diversi in tempi passati, questo luogo che affascinava scrittori e poeti già nel 1800 era meta di villeggianti e di escursioni in carrozza al monte San Giacomo che con i suoi 427 metri sopra il livello del mare era conosciuto come la cima più alta della provincia di Milano. Cuirone, che tra il 2010 e il 2012 è stato censito tra i Luoghi del Cuore del FAI - Fondo Ambiente Italiano, è infatti segnalato nelle Vie Verdi del Parco del Ticino: percorsi con i quali, a piedi, in bicicletta o persino a cavallo, è possibile attraversare le colline moreniche del Varesotto e godersi, in particolare nel periodo invernale, la vista eccezionale che dal San Giacomo spazia dai laghi circostanti al Sacro Monte di Varese. 

Ma se escursioni e gite fuori porta sembrano un po’ troppo avventurose per una sola giornata di svago, un tranquillo girovagare per il borgo di Cuirone rappresenta una valida alternativa. 
A partire da una visita alla chiesa di San Materno, risalente al XI-XII secolo, in stile romanico. Al suo interno sulla navata destra è stato recuperato un affresco del XV secolo che raffigura la Madonna col Bambino e San Paolo. Accanto alla chiesa, il lavatoio pubblico in pietra locale viene utilizzato ancora oggi da alcune massaie per sciacquare i panni e dai ragazzini per giocare alla pesca. Completano l’itinerario alla scoperta della storia di Cuirone la pesa pubblica nella piazza del paese su cui si affaccia la scuola materna costruita dai Cuironesi nel 1915, nella via San Materno il forno comunitario a legna del 1810 e i vicoli del centro storico che portano a corti di antica formazione. Nei dintorni, a poca distanza, la cappella campestre del 1914 dedicata a Maria bambina, il masso erratico del monte Carbonaro (testimonianza dell’antica glaciazione) e il sentiero delle sorgenti della Donda nella zona collinare che custodisce anche un acquedotto costruito nel secolo scorso per fornire l’acqua al Comune di Somma Lombardo.

Qualità della vita per i residenti e motivi di visita per un turismo sostenibile, quindi, che tuttavia non è stato facile far comprendere quando tre decenni fa Cuirone rischiava di subire un’espansione urbanistica che avrebbe compromesso l’equilibrio tra le sue componenti, paesaggistica e storica, oggi apprezzate sia da chi vive qui che dai visitatori.

Per questo l’Associazione Amici di Cuirone, fondata nel 1987, si è battuta per far conoscere e valorizzare le caratteristiche peculiari del borgo e del territorio circostante. “Abbiamo studiato le radici e la storia di Cuirone proponendole sia come valore da conservare per la collettività sia come potenzialità per lo sviluppo del turismo in una zona considerata ‘non appetibile’, mediante la creazione di una rete di ospitalità diffusa e non invadente”, afferma di nuovo Baratelli Ostini. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. E anche se le migliorie per i residenti, in fatto di servizi come la fibra ottica, sono traguardi non ancora raggiunti, siamo sicuri che per turisti e visitatori non sia un peso rinunciare alla tecnologia. Per restare sempre aggiornati sulle attività del borgo di Cuirone, è possibile visitare il sito Cuirone.net 

Il forno di Cuirone

Costruito all’inizio del XIX secolo su un fondo posseduto dal Conte Cesare Castelbarco, passato di proprietà al Conte Giovanni Melzi nel 1810, il forno a legna comunitario di Cuirone era a disposizione di tutti i cittadini per panificare in modo semplice ed economico. 
Il forno era il cuore della comunità cuironese. Le famiglie a turno ogni settimana si mettevano d’accordo per l’utilizzo ed era compito delle donne procurare legna e fascine necessarie per accenderlo. Il giorno precedente la cottura, ciascun nucleo famigliare preparava il proprio impasto di farina di segale, mais, acqua, sale e lievito madre. Le pagnotte, in genere di forma rotonda, venivano modellate in prossimità del forno e segnate per facilitarne il riconoscimento. Ogni famiglia aveva il proprio ‘segno’ e dopo circa mezz’ora di cottura nel forno, il pane per la settimana era pronto.
“Nell’aria c’era un buon profumo di pane”, come ricorda l’omonima pubblicazione dell’Associazione Amici di Cuirone, tuttavia dagli anni ‘60 del secolo scorso la tradizione della panificazione famigliare andò via via scemando, fino all’abbandono del forno per uso comunitario.
Rinato il 15 luglio 2012, dopo lunghi e impegnativi lavori di restauro curati dagli attuali proprietari, la famiglia Fidanza. Dal rifacimento del tetto in legno e coppi tradizionali, alla riparazione del rivestimento interno del forno con installazione di due termocoppie a lettura digitale per il controllo della temperatura: il restauro è valso all’antico forno di Cuirone l’inserimento in un nuovo itinerario artistico - culturale provinciale da parte di Varese Land of Tourism e nell’arco di tutto l’anno ospita visite culturali e didattiche. (Per le prenotazioni è possibile scrivere all’indirizzo: fornodicuirone@gmail.com). 
A meridione dell’abitato di Cuirone si trova un’ampia piana verde costituita da prati foraggeri e coltivazioni di cereali, dal 2014 vi si coltivano con metodo tradizionale e sostenibile alcune varietà antiche di grano tenero, segale e mais. Piccole produzioni di qualità dalle quali si ricava farina macinata a pietra usata anche per il pane dell’antico forno di via San Materno che ai giorni nostri panifica esclusivamente a scopo benefico, come in occasione dell’annuale Festa del Pane, capace di richiamare centinaia di persone.



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