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L’album “Ricercato” è il frutto della delicata decisione del rapper romano Junior Cally di togliersi la maschera dopo due anni, rivelando la sua vera identità

Pirandello scriveva: “Ciascuno si racconcia la maschera come può, la maschera esteriore. Perché dentro poi c’è l’altra, che spesso non s’accorda con quella di fuori”, questa condizione l’ha provata sulla propria pelle Junior Cally, rapper romano che, dopo aver trascorso due anni senza scoprire il suo volto, ha deciso di togliersi la maschera, rivelando la sua vera identità. Il frutto della sua scelta è stato “Ricercato”, già disco più venduto della settimana, il quale riassume momenti e tormenti di questo intenso periodo. Lo spazio di Varese Dischi è stato sommerso da centinaia di fan, pronti ad accogliere ed essere finalmente faccia a faccia con il rapper senza la maschera anti gas, ormai suo simbolo, che lo ha reso celebre.

Hai intitolato il tuo disco “Ricercato” legandolo al modo in cui hai vissuto gli ultimi due anni indossando la maschera, poiché i fan ti inseguivano per scoprire quale fosse la tua vera identità: come hai vissuto questo periodo?

La maschera mi ha dato tanto, ma mi ha anche tolto. L’ho vissuto in maniera particolare, è stato strano. Questi due anni sono stati intensi, non potevo andare al ristorante o in discoteca con gli amici per paura che qualcuno mi fotografasse. Ora sto bene, sono felice della scelta che ho preso, sapevo da un anno che avrei fatto questa mossa, era diventato ingestibile, era cresciuto troppo il progetto rispetto a quello che avrei potuto fare in una vita normale.

“Ricercato” si lega anche alla ricercatezza sia nei contenuti sia nelle metriche che hai inserito in questo disco: qual è stata l’evoluzione rispetto al tuo lavoro precedente?

Ci ho lavorato di più, in molto più tempo rispetto al primo che è stato realizzato in fretta. Ho deciso di aprirmi di più al pubblico a livello di contenuti, testi, sentimenti e sensazioni che mi hanno accompagnato in questi due anni, le quali, per forza di cose, dovevano rimanere dietro a una maschera. Sapendo che l’avrei tolta, ho scritto un disco già da “non mascherato” e credo si senta la differenza.

Cosa rappresentava prima la maschera e cosa rappresenta, invece, oggi?

La maschera è Junior Cally e Junior Cally è la maschera. Prima rappresentava la voglia di “spaccare tutto”, di non avere freni. Soprattutto quando cresci in un paese di 1.800 abitanti e tutti non vedono l’ora di affossarti per qualsiasi cosa tu faccia: era bello, nella mia testa, pensare che poi dopo tre, quattro mesi, sarebbero passati sotto casa con la mia canzone, senza sapere che l’avesse scritta lo stesso che criticavano. Senza maschera rimane la stessa cosa, non cambia, Junior Cally sono io, ci sarà sempre me stesso all’interno di ogni progetto.

Hai aperto il disco con una traccia intitolata “Tutti con me” e lo hai chiuso con “Nessuno con me”, due pezzi molto forti, seppur per motivi diversi: come mai questa scelta?

Inizialmente, ai live, tutti volevano stare con me, anche gente che prima non mi salutava, quando tornavo in paese succedeva la stessa cosa. Io ho sempre accolto tutti perché sono una persona educata, non mi piace sottolineare il fatto che io ci sia riuscito e loro no. Il successo fa sì che tu sia circondato da un certo tipo di persone, talvolta che non c’entrano nulla con il tuo percorso. “Nessuno con me” perché alla fine della giornata, nel letto, i conti li fai da solo. Fortunatamente da una parte accade questo, perché grazie a quel minuto che passi con te stesso ho iniziato questo percorso. Grazie alla maschera ho trovato la mia identità, mi piace dopo tutto stare da solo.

A questo punto della tua carriera quale obiettivo di piacerebbe raggiungere? Una collaborazione o un palco particolare?

Le collaborazioni che volevo fare le ho fatte, adesso ne ho altre in testa, ma sono scaramantico e non dico nulla. Sto già lavorando a cose nuove, come faccio per tutto il corso dell’anno, per ora sono felice che il disco stia andando bene e stia piacendo alla gente.



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