Enzo Dong a Varese

Protagonista della scena rap napoletana con singoli da milioni di visualizzazioni, una traccia che fa da colonna sonora alla popolarissima serie tv “Gomorra” e quartieri che inneggiano il suo nome, Enzo Dong è stato ospite nello spazio di Varese Dischi per la presentazione del suo album d’esordio “Dio perdona Io no”.

Pochi artisti sono stati accolti con il calore che gli hanno riservato i suoi fan, i quali hanno creato, durante il momento dell’instore, un clima di festa, cantando i ritornelli più celebri delle sua canzoni e indossando la maglia del Napoli.

Il rapper napoletano rappresenta la voglia di farsi sentire, sia in chiave gioiosa e leggera, sia in una veste più impegnata, per dare così spazio a una realtà dura e complessa come quella di Secondigliano, quartiere in cui, “ognuno nasce giudicato”, come dice l’acronimo stesso del suo nome d’arte Dong che sta appunto per “Dove Ognuno Nasce Giudicato”.

Hai intitolato il tuo disco “Dio perdona Io no”: c’è qualcosa, in ambito musicale, che non sei riuscito a perdonare e sulla quale oggi ti sei preso una rivincita?

Ho lavorato tantissimo tempo al disco e ho avuto moltissime difficoltà nel realizzarlo, quindi si intendono tutte le cose che ho dovuto soffrire per arrivare dove gli altri sono giunti più facilmente, essendo io indipendente. Si riferisce poi anche ad altro, io non perdono lo Stato che abbandona quartieri come il mio, io non mi adatto a quello per cui dovremmo abituarci. “Dio perdona Io no” tocca tanti discorsi.

Sei un artista attivo da parecchio tempo, ma questo è il tuo primo album: qual è la cosa che ti ha fatto dire: “Ok, questo è il momento giusto per farlo uscire”’?

Io penso che un artista non debba per forza esordire con un album, ma bisogna costruirsi il proprio pubblico con il tempo. Avevo bisogno di sentire una maturazione artistica per poter fare un album completo, al giorno d’oggi la musica è “fast food”, passa dopo pochissimo tempo e io non voglio fare musica fatta per moda.

Nella traccia “Limousine” con Tedua dici: “Sei povero se non hai una persona vicino”: il successo ti ha fatto provare questa sensazione di solitudine?

La traccia si riferisce al concetto, nell’ambito musicale, del successo che ti porta a essere solo. Ti ritrovi spesso a essere in competizione con i tuoi stessi amici e a sentirti “povero, ma famoso”, solo, nel tuo successo. Io non ero nessuno e ora che sto salendo, mi ritrovo ad avere come concorrenza il rapper che ascoltavo.

Nell’album hai inserito una collaborazione con Fedez: come stai reagendo a tutte le critiche?

Le critiche non mi sono mai interessate, con “Higuain” (traccia che lo ha reso celebre ndr) sono stato sommerso, quella è stata la mia forza per andare avanti. Senza critiche e gente che ti attacca, il successo non esiste, è una conseguenza. Io sono orgoglioso di avere Fedez nell’album, voglio osare, fare quello che gli altri non fanno. La musica è aggregazione, credo che si debbano fondere gli stili e collaborare con svariati artisti.

Nella traccia “Domani si muore” dici: “Sofferenza, fame e povertà mi hanno arricchito”, che potrebbe sembrare un paradosso: com’è oggi il tuo rapporto con Secondigliano, con il tuo quartiere?

Se non fossi nato a Secondigliano non sarei stato Enzo Dong, non sarei stato la persona che sono oggi, magari non avrei fatto nemmeno musica. Io racconto la verità così com’è, qualcosa di reale, la vita è una sola, bisogna seguire i propri sogni e vivere giorno dopo giorno.



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