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Con il progetto “Scuola e Lavoro”, i ragazzi dell’ISIS Newton di Varese hanno potuto toccare con mano e sperimentare i principi della manifattura digitale, grazie alle esperienze di BTicino e Aidro. Ad avvicinarsi alle tecnologie delle stampa 3D, coordinati dal Prof. Carlo Mariani e accompagnati in questo percorso dal Maestro del Lavoro Ennio Calderara e dall'Ing. Lorenzo Tedesco, sono stati una trentina di studenti dell’ultimo anno di diversi indirizzi di studio. BTicino e Aidro hanno portato ai ragazzi le loro testimonianze rispettivamente su plastica e metallo. “Feci installare la nostra prima stampante 3D nel mio ufficio, anziché in officina, per minimizzare i tempi di prototipazione”, racconta Calderara, all’epoca responsabile Ricerca e Sviluppo dell’azienda di apparecchiature elettriche di Viale Borri. “Era basata su una tecnologia israeliana. Stupii i colleghi francesi quando, durante l’ora di pausa, un mio collaboratore saltò il pranzo e stampò il prototipo di cui avevamo discusso per tutta la mattina. Quando se lo ritrovarono bello che fatto sul tavolo, non riuscivano a crederci!”

“La tecnologia additiva ci proietta verso il futuro”, ha aggiunto Tommaso Tirelli, titolare di Aidro di Taino, azienda di oleoidraulica che stampa in 3D i metalli con la tecnologia della fusione laser su letto di polvere. “Per una pmi come la nostra, la possibilità di aggiungere funzionalità o risparmiare peso su manufatti metallici è un elemento di svolta e di differenziazione sul mercato”. “La sfida più grande è pensare in maniera differente”, conclude Tirelli, “la stampa 3D impone di abbandonare i vecchi paradigmi di progettazione e di cercarne di nuovi. A questa sfida devono rispondere i giovani”. Chissà se, magari dopo questa infarinatura generale, i ragazzi si avvicineranno di più a questo mondo, che al momento sembra così lontano ma che presto diventerà vicino.

 

 



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