In un’azienda rappresentano l’anello di congiunzione tra il personale operativo e i vertici. Manager, coordinatori, capi d’area e di reparto, anche loro alla sfida del cambiamento. Tra nuove competenze da costruire (non solo digitali) e capacità da sempre necessarie. Soft skills e tecniche di leadership in primis

Un cambiamento continuo, una costante evoluzione e ritmi di crescita serrati portano, oggi più che mai, a non poter smettere di studiare e formarsi. Regola trasversale che vale per tutte le professioni e i livelli. Non fa dunque eccezione il cosiddetto middle management, che rappresenta l’importante anello di congiunzione tra il personale operativo di un’azienda e i suoi vertici (il top management). Il cosiddetto continuous learning (continuo apprendimento) è ormai imprescindibile nel percorso lavorativo di ognuno, basti pensare che uno degli assiomi del “The Future of Jobs Report 2020” presentato durante il World Economic Forum a inizio dello scorso anno, è che entro il 2025 più del 50% dei lavoratori avrà bisogno di aggiornare le proprie competenze e ben il 40% delle competenze base degli attuali lavoratori cambierà.

È chiaro quindi che il mondo del lavoro richieda oggi, più che mai, dei manager che abbiano una capacità di visione e un atteggiamento pronto al cambiamento e alle nuove tecnologie. Proprio in questa direzione si muove Univa Servizi, la società di servizi alle imprese dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese che da oltre 40 anni supporta il tessuto produttivo nell’interpretazione dei cambiamenti e nella creazione di soluzioni a sostegno della capacità competitiva.  “In questo quadro dinamico e in continua trasformazione — commenta il Presidente di Univa Servizi, Marco De Battista — il ruolo che assume la formazione è centrale e fondamentale. L’approfondimento di nuovi ambiti e tematiche, nella formazione dei manager, ha alcuni minimi comuni denominatori quali ad esempio la necessità di sviluppare una nuova leadership e creare sempre nuovi modelli organizzativi che rafforzino l’integrazione facendo leva su processi di collaborazione. Alla base della richiesta di formazione c’è la ricerca di spunti innovativi che aiutino a comprendere e rappresentare il cambiamento in atto, oltre ovviamente alla volontà di rafforzare valori e capacità”.

“In questa delicata fase storica pandemica la modalità adottata dal middle management è quella della formazione a distanza. Le aree di maggiore interesse sono: digitale, innovazione di prodotto e di processo, economia circolare e sostenibilità, export e internazionalizzazione”

È anche in quest’ottica e strizzando un occhio proprio al middle management delle imprese del territorio che Univa Servizi ha lanciato solo qualche mese fa una propria Business Academy (di cui Varesefocus si è occupata nel numero 7/2020). L’offerta formativa messa a punto per il 2021 spazia su vari fronti. Si va dall’evoluzione della figura dell’Hr Manager e dalle nuove sfide e opportunità nella gestione del personale, alle strategie di comunicazione interna ed esterna con un occhio di riguardo al sempre più delicato tema della privacy. Dal controllo di gestione e pianificazione finanziaria al digital e inbound marketing che attira i clienti creando contenuti di valore ed esperienze su misura per loro. Fino ad arrivare alla formazione di una figura sempre più strategica per le imprese, quella del Supply Chain Manager.

“In questa delicata fase storica pandemica — spiega De Battista — la modalità adottata dal middle management è quella della formazione a distanza. Le aree di maggiore interesse sono: digitale, innovazione di prodotto e di processo, economia circolare e sostenibilità, export e internazionalizzazione. A cui si affiancano le tematiche che per i dirigenti sono un ever green come le soft skills e le tecniche di leadership. La risposta di Univa Servizi a questa richiesta che arriva dalle imprese è la nostra Business Academy che offre la possibilità di finanziare alcuni percorsi attraverso le risorse messe in campo da Regione Lombardia e i fondi inteprofessionali, Fondirigenti in primis”. I manager dovranno sempre più dimostrare di avere capacità di imprenditorialità, di elaborazione e condivisione degli obiettivi, di gestione di team, oltre a spiccate doti di collaborazione. Ed è soprattutto in questa prospettiva che la formazione assume un ruolo sempre più cruciale. “Da chi la promuove e la eroga — spiega De Battista — le imprese si aspettano che essa rappresenti quella leva fondamentale per il cambiamento. Vien da sé che i risultati devono rappresentare il giusto compromesso tra un investimento di tempo e risorse e la percezione di una reale utilità in termini di apprendimento e risoluzione dei problemi”.

In Univa Servizi la ricerca di questo compromesso è costante e continua: “Il nostro catalogo corsi — illustra De Battista — è periodicamente aggiornato su quella che è la richiesta del mercato. Abbiamo bene in mente quanto la formazione del middle management sia uno spartiacque nella costruzione e gestione di future strategie aziendali ed è per questo che le soluzioni metodologiche di formazione manageriale che offriamo permettono alle imprese di dotarsi di uno strumento capace di supportare il raggiungimento di un determinato obiettivo, fornendo una risposta ai bisogni di competenza nell’innovazione digitale”. La concretezza prima di tutto, ma anche condivisione. “I nostri percorsi — chiosa De Battista — sono anche l’occasione per creare uno spazio di confronto e crescita professionale tra persone di molteplici realtà che mettono a fattor comune conoscenze ed esperienze attraverso un docente facilitatore dell’apprendimento”. 

Univa Servizi per l’economia circolare

Prima di insegnare e formare, bisogna studiare. Per impostare strategie formative, con la relativa offerta di corsi e docenti da mettere a disposizione delle imprese occorre analizzare trend e fabbisogni. Un’attività che Univa Servizi porta avanti in prima persona. Un esempio è rappresentato da un fronte competitivo sempre più importante come quello dell’economia circolare. La società di servizi dell’Unione Industriali è in prima fila. Lo dimostra il fatto che Fondirigenti (il Fondo Interprofessionale promosso da Confindustria e Federmanager per favorire lo sviluppo della cultura manageriale, la competitività delle aziende, l’occupabilità e la crescita della classe dirigente) ha affidato proprio a Univa Servizi, l’attività di analisi dei fabbisogni formativi dei dirigenti delle imprese del territorio di Varese rispetto al tema della circular economy. La parola d’ordine è: mettere a punto linee di intervento operativo per abbattere le barriere che questo tema ancora oggi incontra nel suo sviluppo. Barriere dovute alla solo parziale consapevolezza delle opportunità derivanti da modelli di business circolari e alla spesso difficile capacità di gestione normativa, tecnologica, economica indispensabile per implementare processi industriali di riciclo e riutilizzo dei materiali. Elementi cruciali in questa fase storica in cui tutte le politiche (europee, statali e regionali) vanno nella direzione di promuovere l’economia circolare, rappresentando dunque un’opportunità di accesso a importanti finanziamenti e bandi di sostegno alle imprese. Gli obiettivi di Univa Servizi e Fondirigenti? Da una parte, creare un modello d’analisi dei fabbisogni formativi e manageriali che sia scalabile, replicabile, costantemente alimentato e fornire ottime basi per la progettazione di una formazione efficace ed efficiente; dall’altra progettare ed erogare attività formative sperimentali in grado di trasferire a imprenditori, manager e figure apicali le competenze necessarie per rendere possibile la transizione da un modello di business lineare a circolare.



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