Il Museo di Rancate si ripresenta all’affezionato pubblico con la novità di una collezione inedita, fino al 27 agosto, proveniente dall’antica casa di famiglia dell’artista Ivo Soldini. Il nome dei Soldini è noto in quel di Ligornetto per essere famiglia di professionisti ticinesi legata al mondo dell’arte, non solo locale.

Tra le opere che verranno esposte fino al 27 agosto al museo di Rancate ci sono anche lavori di Picasso e Paul Klee. Una mostra che è racconto di un cammino compiuto inseguendo non tanto il filo del valore economico, quanto quello di un richiamo interiore

Domenico Soldini (1809-1879), uomo di fiducia di Vincenzo Vela, s’era addirittura occupato della contabilità della costruzione della casa museo, oggi dedicata all’autore del noto Pantheon risorgimentale custodito nella bella costruzione di Ligornetto, restaurata in anni recenti da Mario Botta. Il figlio di Domenico, Antonio (1839-1877), fu a sua volta buon artista, cresciuto alla scuola di Vela. Morto purtroppo in giovane età, ha lasciato preziosa testimonianza delle sue capacità artistiche, come la mostra rivela. Valga come esempio la bella “Figura femminile sdraiata”, un piccolo, delizioso marmo del 1870 circa, al quale il pronipote collezionista è oltremodo affezionato.

Ivo, artista e scultore affermato a sua volta, erede del nome e delle qualità familiari, dopo aver riaperto la bella casa nativa, l’ha arricchita non solo con la presenza delle proprie opere e di quelle di Domenico e degli amici Vela, ma ne ha fatto un tempio di affetto, vivacizzandola con lavori, pitture e sculture di artisti elvetici e internazionali. Citiamo tra i tanti Troubetzkoy, Picasso, Savinio, Klee, Radice, Guttuso, Remo Rossi e Manzù, Fontana, Arp, Tallone, Muller e Marini, presente con uno splendido ritratto in terracotta di Regina Conti, artista ticinese. Ma molti altri sono i collezionati da Soldini.

Si tratta dunque di una mostra, ideata da Mariangela Agliati Ruggia e curata da Simona Ostinelli con il coordinamento di Alessandra Brambilla, che ha qualcosa in più rispetto ad altre: non solo perché l’allestimento, felicemente realizzato da Rolando Zuccolo, include opere di grandi nomi dell’arte del Diciannovesimo e del Ventesimo secolo, ma soprattutto perché ha un significato sentimentale, come Soldini rivela essere la sua intera collezione, iniziata fin da giovanissimo, da liceale squattrinato, con un autoritratto di Jean Corty, pagato a rate. È la collezione dunque di un artista che è anche ricercatore, testardo e sentimentale, del bello. Se non lo fosse, Soldini non sarebbe arrivato a possedere alcuni studi di Alberto Giacometti, scoperti non nella Val Bregaglia, patria dell’artista, ma presso un gallerista di una città svizzera, né sarebbero suoi i Picasso, e neppure il Paul Klee di cui va fiero.

Anche la chiesa di Maggia, opera di Richard Seewald, fu acquistata perché quel quadro riportava il nostro collezionista a una visione d’infanzia: la visita coi genitori, a loro volta collezionisti, nella casa di un artista amico. La mostra è insomma racconto di un cammino compiuto inseguendo non tanto il filo del valore economico delle opere, quanto quello di un richiamo interiore, che deve procedere per sentieri diversi, a volte del tutto nuovi. Il titolo significativo “Le stanze svelate” a questo allude: a quel bisogno generoso di condividere con altri, di portar fuori, da una casa e dall’anima che la custodisce e vorrebbe preservarla da sguardi inopportuni, quel calore intimo, e familiare, eppure aperto al mistero bello dell’arte, che a casa Soldini è tramandato da generazioni.

Non è un caso che nucleo centrale, ma è giusto dire cuore della mostra, siano la cucina e lo studio, praticamente ricostruiti e trasferiti in toto nel percorso di Rancate, in modo da mantenere quasi intatta l’immagine e l’atmosfera della dimora. A completare tale atmosfera concorrono anche carte e documenti, come il grande libro mastro coi conti di Domenico, tenuto per la casa museo dell’amico Vincenzo Vela, le lettere degli amici artisti di Ivo, i libri e le pubblicazioni inerenti. C’è dunque, anche, sottotraccia, la vita paesana della piccola Ligornetto, con tutte le rughe del tempo trascorso, leggibili già nelle opere dei suoi maggiori e minori artisti. A proposito di questo, Soldini, con le figlie Anna ed Emma, in occasione della mostra ha fatto dono al museo di Rancate di un’opera, un ritratto maschile del 1860, un olio su cartone incollato su tavola, di Antonio Rinaldi da Tremona, noto artista del mendrisiotto.

LE STANZE SVELATE.
LA COLLEZIONE D’ARTE DI IVO SOLDINI DAI VELA A MARINO MARINI
Rancate (Mendrisio), 7 maggio – 27 agosto 2017 Da martedì a domenica
maggio – giugno: 9-12/14-17; luglio – agosto: 14-18 - Tel.+41(0)91 816 47 91



Articolo precedente Articolo successivo
Edit