Il pianista (varesino d’adozione) Corrado Greco, la violinista Hana Kotkovà e il violoncellista Claude Hauri: storia e progetti di un gruppo di spicco in Europa che con la ricerca di nuove collaborazioni con altre forme d’arte vuole andare oltre i concerti, per emancipare la figura del musicista 

Equilibrio, eleganza, nobiltà di fraseggio e tecnica sopraffina. Il Trio des Alpes possiede in gran copia queste qualità, e accanto all’impegno musicale, con lo studio le prove e i concerti, spunta quello “sociale”, perché il pianista Corrado Greco, la violinista Hana Kotkovà e il violoncellista Claude Hauri contribuiscono da tempo alla riscoperta della musica al femminile, eseguendo spesso brani di compositrici dimenticate.

Il trio è multietnico, catanese ma varesino d’adozione è Corrado Greco, concertista anche in proprio e direttore artistico della stagione musicale dell’Università dell’Insubria, svizzero francese Claude Hauri e ceca Hana Kotkovà, che ha sostituito da non molto la violinista elvetica Miriam Tschopp, rimasta nel gruppo per cinque anni. 
L’incontro tra i due fondatori dell’ensemble, Greco e Hauri, è avvenuto quasi per caso.

“Claude nel 2010 suonava nel Quartetto Borromini, che contava come violinista Barbara Ciannamea. Li ascoltai diverse volte, mi piaceva il loro modo di interpretare i classici, così li invitai alla stagione dell’Insubria. In seguito Claude mi invitò a suonare con loro in quintetto, nacque un’amicizia e successivamente entrai nel loro trio, sostituendo il precedente pianista”, racconta Corrado Greco. Con la nuova formazione, il Trio des Alpes incide due dischi, compie tournée in Brasile e Stati Uniti, e con Dacia Maraini inventa il progetto dedicato alle donne compositrici passate e presenti, commissionando a musiciste di varie parti del mondo brani da eseguire poi in concerto.

“Abbiamo raccolto diverse adesioni, dalle americane Linda Dusman e Jennifer Higdon premio Pulitzer per la musica, a Caterina Calderoni fino alle ticinesi Maria Bonzanigo e Silvia Colasanti, a Madeleine Ruggli, svizzera francese e Iris Szeghy, svizzera tedesca. Con il soprano Lorna Windsor abbiamo eseguito dal vivo musiche di autrici del passato come Clara Schumann, Fanny Mendelssohn e perfino di Barbara Strozzi, importante compositrice del Barocco italiano”.

Un progetto dedicato alle donne compositrici passate e presenti è sfociato nella pubblicazione del cd “20th Century Women Composer”, recensito con cinque stelle dalla prestigiosa rivista “Musica”

Il progetto è quindi sfociato nella pubblicazione del cd ‘20th Century Women Composer’, con la voce di Lorna Wilson e rare composizioni dell’inglese Rebecca Clarke, della francese Lili Boulanger e dell’americana Amy Beach, tutte vissute a cavallo tra Otto e Novecento. Il disco è stato recensito con cinque stelle dalla prestigiosa rivista Musica. 
“Non basta lodare la bellezza e la simpatia delle donne, è soltanto un altro modo di delimitarne la creatività, che invece è prerogativa del genere umano tutto. Non smettiamo di meravigliarci di quanta bellezza inesplorata riservi ancora l’indagine sui repertori musicali, e l’entusiasmo che il pubblico riserva alle esecuzioni di questi brani ci rende davvero orgogliosi”, afferma Corrado Greco, che insegna al Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’ di Milano.

Ma il Trio des Alpes non smette di sperimentare, ed è dello scorso febbraio il debutto al Teatro di Chiasso dello spettacolo “Beethoven si diverte”, scritto dalla sceneggiatrice Rita Charbonnier, con la voce recitante di Pamela Villoresi e l’esecuzione dei Volkslieder assieme al soprano Martina Jankova e al tenore Marcello Nardis. La pièce racconta la vita di Ludwig attraverso le parole della cognata Johanna Reiss, figura che ebbe un peso rilevante nella vita del genio tedesco. 

“Siamo curiosi, durante gli spostamenti in macchina parliamo parecchio tra noi, i viaggi servono ad alimentare la convivialità, a progettare ma anche a sognare un po’. In una formazione da camera più che il carattere individuale conta la fusione strumentale e soprattutto la visione comune. Nel nostro lavoro di costruzione del repertorio la formazione e le prerogative di ciascuno sono importanti, ma sempre con l’intenzione di arrivare a un messaggio musicale chiaro e condiviso”.

L’ultimo nato dalla fantasia di Corrado e Claude è l’Ensemble Borromini, che conta dieci musicisti di sette diverse nazioni. La violinista Barbara Ciannamea è leder degli archi e l’ensemble invita a suonare i migliori allievi delle classi superiori del Conservatorio di Lugano e della Regione Insubrica.

“Ma c’è dell’altro, vogliamo allargare il nostro trio al quartetto e quintetto con pianoforte, chiamando a suonare con noi solisti di vaglia: la prima è la violista svizzera Ambra Albek, con cui eseguiremo, il 2 ottobre in sala Boccadoro nella casa di Hermann Hesse a Montagnola, il Quartetto n. 2 di Gabriel Fauré. Con la nostra solita formazione invece incideremo il Trio ‘Dumky’ di Dvorak e riprenderemo in concerto il Trio di Ravel e il secondo trio di Šostakovi?. Poi tra le collaborazioni importanti c’è quella con l’Orchestra da camera di Mantova, con cui abbiamo eseguito il Concertino di Martinu e i Tripli concerti di Beethoven, Schnyder e Ghedini. Io e Claude poi continuiamo a suonare in duo, avremo presto un tour in Spagna, a Girona, dove proporremo brani di Beethoven, Schumann e Rachmaninov”.

Non solo concerti, quindi, all’orizzonte del Trio des Alpes, ma la ricerca continua di nuove fonti e la collaborazione con altre forme d’arte, perché l’intendimento del gruppo è di emancipare la figura del musicista, rendendolo meno autoreferenziale e più aperto al gusto di nuove scoperte. 



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