Tra gli artisti di Boarezzo
Un enorme drago e poi ancora un gufo magico ed uno scoiattolo gigante. È possibile incontrare queste e molte altre figure fiabesche, tutte realizzate in legno, nei sentieri attorno al villaggi
Un enorme drago e poi ancora un gufo magico ed uno scoiattolo gigante. È possibile incontrare queste e molte altre figure fiabesche, tutte realizzate in legno, nei sentieri attorno al villaggio dipinto in Valganna. Tutte opere di Antonio Coletta e dell’accatastatore “seriale” Lorenzo Piran. Mete perfette per una piacevole gita estiva in famiglia
C’è un drago nei boschi di Boarezzo. E anche un gufo magico e uno scoiattolo gigante. A pochi passi dal piccolo centro abitato in Valganna, famoso già per essere borgo dipinto, lungo il sentiero che accompagna nel verde, sono nate diverse sculture di legno, realizzate dalla mente creativa dell’artista Antonio Coletta e dell’accatastatore “seriale” Lorenzo Piran. I due hanno, per l’appunto, accatastato e “animato” centinaia di quintali di legno (120 solo per il drago) trasformando il sentiero nel bosco in uno scenario fantastico e surreale. Alle cataste artistiche poi si aggiungono sculture di legno create da Coletta, che mantiene viva la tradizione di realizzare arte nel piccolo centro abitato. Il villaggio dipinto, e ora anche le opere di legno, sono una destinazione ideale per una gita estiva in famiglia e non solo. “Qui anche nel periodo più caldo si sta bene e si dorme sempre con la copertina”, confessano gli abitanti, nemmeno una quarantina tra residenti storici e seconde case, eppure tutti profondamente connessi a quei luoghi che “sentono” come casa loro, amano e di cui cercano di prendersi cura.
Lo scultore del legno
Antonio Coletta, scultore del legno, “sente” e vive Boarezzo proprio come i suoi cittadini. Originario della provincia di Milano, “vagabondo” nel cuore, nonostante la passione per i viaggi, anche in camper, quando ha trovato Boarezzo ha scelto di fermarsi. Una piccola casetta–rifugio nella piazzetta cittadina, dove fuggire dai ritmi frenetici della città e accogliere amici e passanti con storie e sculture. Boarezzo è diventata la sua seconda casa, il bosco la sua musa. Sulle pareti della sua abitazione e fuori nel cortile, pezzi di legno di varie fogge e dimensioni prendono vita e si trasformano in animali e simpatici personaggi oppure lasciano alla fantasia l’onere di immaginare forme e protagonisti.
“Abbiamo chiesto permessi e preso accordi con un privato, Franco, che ci ha concesso di raccogliere la legna e creare queste sculture”, spiega Antonio, che nel frattempo ha proseguito con il suo lavoro creativo arricchendo il sentiero anche di nuovi cartelli lignei e altri personaggi del mondo animale, tutti di grandi dimensioni. Uno scenario magico per chi si addentra nella boscaglia in quelle zone, dove bosco naturale e sagome fantasiose si alternano in armonia e silenzio e cambiano scenario e atmosfera a seconda della luce del sole. Antonio ha costellato i boschi di Boarezzo con piccole sculture che sorprendono gli escursionisti lungo il cammino e rendono il luogo ancora più magico. “La collaborazione con i proprietari delle terre e il rispetto dell’ambiente naturale sono la base per creare tutto questo ed è bello che nascano queste sinergie, che si traducono poi in amicizie e stimoli sempre nuovi”, spiega ancora Coletta.
Boarezzo, paese d’artisti
Boarezzo, una manciata di case dove ogni abitante ha una storia originale da raccontare, ancora oggi non smette di ispirare e attrarre artisti e creativi, che vivono il bosco come una risorsa da proteggere e in cui rifugiarsi, ma anche come un grande museo a cielo aperto, in grado di affascinare visitatori di tutte le età. E pensare che proprio la stessa storia del villaggio sembra intrecciarsi con l’arte di tagliare e lavorare il legno. Sebbene poco si sappia delle sue origini, secondo una leggenda locale, il nome del borgo sarebbe legato alla presenza, in epoca passata, di una famiglia toscana specializzata nella produzione di carbone, partendo proprio dalla legna dei boschi circostanti. Il toponimo “Boarezzo” sarebbe quindi una contrazione della frase che indicava “i buoi di quelli di Arezzo”, utilizzati per il trasporto del prezioso combustibile fino alle città di pianura.
La fortuna di questo paesino si sviluppò poi attorno alla fine dell’800, quando il Varesotto divenne meta turistica dell’alta borghesia. Ma il suo legame con l’arte rimase stretto nei decenni. Come spiega Susanna Cozzi, ex Presidente e già fondatrice dell’associazione Amici di Boarezzo: “All’ingresso del paese, lungo la strada in salita, si trova una splendida villa antica: quella è villa Chini, la famiglia che qui costruì un impero. Fu edificata da Giovanni Chini, il capostipite, che per la prima volta portò il cemento armato in Italia. Lui era un boscaiolo di Boarezzo sceso in Brianza. Cominciò a lavorare il legno, poi il marmo e poi arrivò la crescita”.
Uno dei primi balconi fioriti dello stile Liberty, di gran voga in quegli anni, è presente proprio a villa Chini. Anche le generazioni seguenti hanno mantenuto un amore particolare per l’arte, tanto che ancora oggi circola la voce che, in paese, gli artisti siano particolarmente benvoluti.
Una cittadina che dagli inizi del secolo scorso ha visto aumentare la sua popolazione in modo significativo nei periodi di villeggiatura, per poi, nei decenni seguenti, spegnersi. “Divenne così piccolo che non veniva più considerato da nessuno – ricorda la residente storica Susanna Cozzi –. Così, alcuni di noi abitanti, nei primi anni ‘80, insieme al pittore varesino Mario Aioli inventammo ‘la messa in vendita di Boarezzo’. Ovviamente non era tutto in vendita: era una provocazione per sensibilizzare sulle sorti del borgo. L’iniziativa fece discutere. Infine, nacque il progetto del paese dipinto. Arcumeggia era già partita, Mario coinvolse altri pittori varesini e stabilimmo delle regole: pannelli di misure precise apposti sulle case che dovevano avere il comune denominatore dei vecchi mestieri soprattutto della nostra realtà locale”.
Grazie a loro è stato realizzato il Villaggio Artistico dedicato a Giuseppe Grandi e Odoardo Tabacchi, due tra le figure più prestigiose dell’intero panorama scultoreo italiano dell’800, entrambi nati proprio a Valganna. Così Boarezzo è diventato un paese dipinto, un luogo costellato di quadri e colori, opera di una quindicina di artisti coordinati dal maestro Alioli. I dipinti di Boarezzo sono divenuti vere e proprie pagine di vita, che raccontano vecchie tradizioni e antichi mestieri, riconducendo alle radici storiche dell’esistenza. E oggi? La tendenza all’abbandono pare si stia leggermente invertendo: negli ultimi anni c’è chi ha scelto di comprare qui la seconda casa e alcune famiglie giovani con bambini si sono trasferite in questo paradiso, dove i muri raccontano storie e i sentieri sono accompagnati da sculture fantastiche.
I sentieri
“Boarezzo è magnifica per chi ama il bosco e la natura”, racconta Antonio Coletta. Dal paese partono diversi sentieri e non è raro imbattersi in qualche salamandra o animale selvatico lungo la passeggiata. Anche questa è zona di miniere e si può intravvedere qualche galleria nel bosco (in cui è sconsigliato entrare però). “A metà ‘800 ci fu un boom per la ricerca di oro e argento – sottolinea Susanna Cozzi –. Gruppi di minatori sardi si trasferirono per un lungo periodo di tempo a lavorare qui sotto ad estrarre oro, argento. Anche il quarzo rosa è tipico di questa zona”. Da qui passano affascinanti percorsi come il Sentiero del Giubileo e parte il percorso ad anello del Monte Piambello. Il reticolato di stradine nel bosco regala sempre qualche scorcio magico: sculture di legno e cataste artistiche, fioriture diverse in ogni stagione, numerosi castagni, qualche animale selvatico che passeggia indisturbato. Ambienti magnifici che svelano tutto il lato selvaggio della Valganna.
Alcune delle opere in legno che si trovano lungo i sentieri