Luino, una porta verso altri mondi
Città di confine e di eleganza discreta, il paese dello scrittore Piero Chiara è una destinazione ideale anche in bicicletta, tra scorci lacustri e sentieri panoramici, mercati storici e atmosfere letterarie
C’è qualcosa di magico nell’aria quando si arriva a Luino. Forse sono le montagne che si specchiano nelle acque del Lago Maggiore o quella sottile sensazione di essere sospesi tra due Paesi, tra Italia e Svizzera. Ma è all’alba che la cittadina rivela il suo volto più intimo: la nebbia si alza lenta dalla superficie del lago e il suo vapore latteo, avvolgendo la città in un tenue color pastello. I colori si sfumano come in un dipinto d’autore, il rosa antico delle facciate, l’azzurro tenue del cielo che si risveglia, il verde smeraldo delle colline che degradano verso l’acqua. Forse è anche per questo che qui sono nati diversi artisti, attori e scrittori. Per questo fascino che sembra addormentato, che spinge alla quiete, ma anche al movimento, all’azione, non senza il pensiero. È l’atmosfera inconfondibile delle città di confine, dove le lingue si mescolano nei caffè del centro, dove l’architettura liberty si sposa con quella moderna e il tempo sembra scorrere con la gentile lentezza di chi sa apprezzare la bellezza senza fretta. Luino non urla la sua eleganza, la sussurra. E chi arriva qui, anche solo per una gita fuori porta o dopo un giro in bicicletta, se ne innamora al primo sguardo. Qui la bici non è solo un mezzo di trasporto: è un modo poetico di attraversare i paesaggi, di sentire i profumi del lago, di fermarsi quando si vuole per un caffè con vista, magari nelle caffetterie tanto amate da Piero Chiara.
Una città fiera e indipendente
Le radici di Luino sono profonde: i primi insediamenti risalgono addirittura al X secolo a.C., come testimoniano le urne cinerarie della cultura dei Campi d’Urne e una cuspide di lancia dell’età del bronzo rinvenute nel 1882 durante i lavori per la ferrovia. Già antico borgo medievale di origine romana, come dimostrano le necropoli del III secolo ritrovate dove ora sorge la stazione ferroviaria, Luino ha sempre vissuto la sua posizione strategica come crocevia di culture. È citata per la prima volta in documentazioni ufficiali nel 1169 con il nome di Luvino, che deriverebbe dal nome proprio Luvinum e si chiamò così fino a regio decreto 27 gennaio 1889. Nel Medioevo fu oggetto di contesa tra potenti famiglie milanesi e comasche, ma riuscì sempre a difendere la sua libertà e la sua autonomia. Fu occupata nel 1512 dagli svizzeri, poi riconquistata dagli Sforza nel 1515. La vera svolta arrivò nel 1541, quando Carlo V le assegnò il diritto di mercato dando vita a quella tradizione commerciale che ancora oggi caratterizza i famosi mercati del mercoledì. Ma è l’800 a consacrare definitivamente Luino come porta della Svizzera e come città libertaria e fortemente indipendente, forse anche grazie alla diverse culture che qui nei secoli si incrociavano: nel 1848 vi fu l’impresa garibaldina contro gli austriaci, mentre nel 1882 la costruzione della stazione ferroviaria della linea Bellinzona-Novara-Genova la trasformò in un importante nodo ferroviario. Un nodo che ancora oggi rende la città interessante anche per itinerari all’insegna della multimodalità. Si può caricare la bici sul treno e prepararsi ad un’avventura a due ruote in una zona del Varesotto con un carattere unico. Il consiglio è di viaggiare leggeri, perché tra negozi e mercato, ci sarà anche l’opportunità di riempire le borse laterali.
Il mercato del mercoledì
Il mercato di Luino è una delle attività che hanno reso più famosa la cittadina in epoca recente, visto che si tratta del più grande (e probabilmente anche del più longevo) del Lago Maggiore. Per la sua peculiarità ha ottenuto anche il riconoscimento di “Mercato di valenza storica e di particolare pregio” da parte di Regione Lombardia. Anche i luinesi scrittori Vittorio Sereni e Piero Chiara si spesero per far conoscere questa realtà e Chiara le dedicò anche un libro nel 1980, tradotto poi in diverse lingue: “Le avventure di Pierino al mercato di Luino”.
Luino a due ruote
Luino è la destinazione ideale anche per chi ama scoprire il territorio pedalando. La ciclabile della Valcuvia parte dal parcheggio del centro commerciale La Boffalora, al confine tra Cuvio e Cuveglio e arriva sino al lungolago di Luino grazie ad un percorso che si sviluppa parallelamente al corso dei torrenti Rancina e Margorabbia per un totale di 15 km pressoché pianeggianti e alla portata di tutti. Si tratta di un percorso magico che attraversa boschi e prati, soprattutto in questa stagione di passaggio, costeggia corsi d’acqua cristallini e regala scorci di vita rurale autentica, fino al gran finale: l’arrivo a Luino è davvero affascinante con il ponte di metallo che supera la foce del torrente Margorabbia e consente di cominciare a “conoscere” Luino partendo dalla sua periferia, permettendo di esplorare parti della città probabilmente meno conosciute, ma ugualmente interessanti. Ma le possibilità per gli amanti delle biciclette non finiscono qui: molti gli itinerari in zona tra cui scegliere. Un anello ciclabile della lunghezza complessiva di 42 km, parte da Laveno-Mombello e si articola su piste ciclo pedonali, la Laveno – Cittiglio e la Valtravaglia Valcuvia, creando un vero e proprio circuito che abbraccia le bellezze del territorio. Per i più ambiziosi, c’è anche la possibilità di cimentarsi nel giro del Lago Maggiore: 165 km di bellezza in un’avventura che tocca Italia e Svizzera pedalando lungo le sponde del secondo lago italiano per superficie, dopo quello di Garda.
Piero Chiara e il ciclismo
Che si scelga un itinerario ciclistico o “solamente” una pedalata in città, la sosta obbligata è allo storico Caff è Clerici dove era solito fermarsi a creare Piero Chiara, lo scrittore che ha raccontato meglio di chiunque altro l’anima di questa terra di confine. La bicicletta diventa così un modo poetico di attraversare i paesaggi e le pagine di una delle penne più amate della letteratura italiana del ‘900. Lo stesso Chiara in passato dedicò diversi suoi racconti proprio al ciclismo, riuniti nella raccolta “Lo Zanzi, il Binda e altre storie su due ruote” (Nomos Edizioni), curato da Alberto Brambilla. La penna luinese nel 1968, debuttò anche in Rai, proprio come commentatore della gara ciclistica per eccellenza: il Giro d’Italia. Pedalare qui significa scoprire una cittadina che si svela a strati, tra il fascino del lungolago principale e gli scorci più intimi dell’entroterra.
I due volti del lungolago
Il lungolago pedonale di Luino, uno dei più scenografici del Lago Maggiore, si estende per più di 1,5 km dal porto nuovo costeggiando Viale Dante, passando per il molo per l’attracco dei traghetti in corrispondenza di Piazza dell’Imbarcadero e arrivando fino alla spiaggia delle Serenelle. È il percorso perfetto per ammirare la cittadina, arrivando a toccare luoghi simbolo come Palazzo Verbania e Piazza Libertà. Ma c’è anche un secondo “lungolago”, più selvaggio: quello che segue il corso del fiume Tresa verso il confine svizzero. Suggerimento: quasi tutte le gallerie sulla strada traff icata possono essere aggirate sul lato del lago. Il vecchio corso della strada è molto più sicuro, aperto e ancora più bello con vista lago. Questo percorso porta fino alla frazione di Colmegna, attraverso il sentiero verso Colmegna per il lungolago, regalando panorami incontaminati e la sensazione di pedalare “fuori dal mondo”. Per chi cerca l’avventura, dall’imbarcadero è possibile puntare verso l’entroterra: si percorre il ponte del torrente Tresa e dopo aver costeggiato il Lago Maggiore da Germignaga a Porto Valtravaglia si sale a Nasca, si passa Muceno e Ticinallo per raggiungere Bedero. È un percorso più impegnativo che regala viste aeree sul lago e conduce alla suggestiva Chiesa di San Martino, da cui si gode di una bella vista sulla Valtravaglia. Ogni pedalata diventa così un piccolo viaggio geografico ed emotivo attraverso paesaggi che cambiano dal mediterraneo al prealpino, in pochi chilometri.