L’idea che rivoluziona lo shopping online

Tre giovani studenti della LIUC hanno dato vita ad un’impresa con un obiettivo: trasformare il comparto della moda e il modo in cui i brand si interfacciano con i clienti sul web

L’intuizione: se il mondo dell’e-commerce non è ancora riuscito a offrire le stesse garanzie di vestibilità del camerino di un negozio, è necessario sviluppare una tecnologia capace di trasformare lo specchio fisico in uno digitale, che riproduca fedelmente la realtà. Questo il punto di partenza da cui tre giovanissimi studenti dell’Università LIUC di Castellanza (due dei quali non ancora laureati) sono partiti per dar vita ad una startup innovativa: ModaMò. “Dopo vari test, sperimentazioni e soprattutto grazie all’aiuto di un team tecnico reclutato tra l’Europa e la Silicon Valley americana, siamo riusciti a presentare un business plan pronto a decollare – spiegano i founder Paolo Scuri, Nicolò De Carlo e Leonardo Giunta –. Il nostro obiettivo, fin da subito, è stato quello di voler rivoluzionare completamente il settore della moda. Un comparto ancora troppo legato alla tradizione”.

Un’intuizione nata da un’esigenza quotidiana nell’ambito dello shopping: da un lato, l’eccessivo dispendio di tempo per raggiungere il centro di Milano dalla sede dell’ateneo castellanzese. Dall’altro, l’esperienza, spesso frustrante, degli acquisti online che nella maggior parte dei casi si rivelavano non adatti per vestibilità. Così, ModaMò ha deciso di progettare e sviluppare un sistema di Intelligenza Artificiale e machine learning che si “applica” direttamente nei siti internet dei brand, tramite l’istallazione di un plug-in. “L’utente, attraverso questo sistema, può visualizzare, virtualmente, la vestibilità di un abito – spiegano i fondatori di ModaMò –. Per far sì che il capo corrisponda il più possibile alla reale fisicità di una persona, l’utente deve caricare una propria fotografi a frontale, inserire poche misure e scegliere il capo da provare. In 20 secondi si riesce, quindi, a visualizzare il vestito selezionato indossato direttamente sul proprio corpo. Che è virtuale, ovviamente, ma fedele alla realtà”. Questa innovativa tecnologia si chiama virtual try-on e sta alla base di tutta l’idea d’impresa della startup. Un sistema di AI che è stato implementato con una seconda tecnologia: il fi t predictor. “Si tratta di un modello predittivo che calcola le misure corporee partendo da una semplice immagine e le confronta con le dimensioni reali del capo – raccontano gli startupper –. In questo modo la taglia selezionata risulta perfetta per ciascun cliente e ha come risultato finale la drastica riduzione degli errori d’acquisto”.

Il valore aggiunto di questo sistema non è solo di tipo esperienziale per il consumatore. I benefici sono anche ambientali ed economici. “Oggi, molti degli acquisti che vengono portati a termine su siti di e-commerce fashion, alla fi ne, vengono restituiti – sottolineano i giovani fondatori di ModaMò –. Un nostro partner tedesco registra mediamente il 51% di resi e solo il 55% dei capi restituiti torna in vendita a prezzo pieno”. Il resto dei prodotti viene scontato o, nella peggiore delle ipotesi, smaltito. “Questo processo prevede uno spreco di risorse e tempo – tengono a sottolineare Scuri, De Carlo e Giunta –. Per il 90% dei negozi fast fashion, costa di più gestire un reso che produrre il capo in sé”. Con il sistema messo a punto da ModaMò, invece, “c’è la garanzia della taglia giusta e una prova visiva realistica. I resi si riducono, si evita una sovraproduzione, si abbattono le emissioni e si dimezzano i costi di magazzino”. Una vera e propria rivoluzione, intelligente e sostenibile, del comparto. Come racconta lo stesso nome della startup che è, allo stesso tempo, un gioco di parole e una dichiarazione d’intenti: “Moda ora” ma anche “da mò cambia la moda”. Una trovata linguistica per trasformare l’approccio con cui i brand si relazionano con i clienti. Accanto al virtual try-on, la startup ha sviluppato un secondo servizio: Autoshoot, pensato per la fase di preproduzione delle collezioni. In pratica, ModaMò riceve dal brand gli sketch o i mockup dei capi e, grazie ad un algoritmo di generazione automatica di immagini, restituisce in poche ore un intero rullino fotografi co di immagini professionali pronte per essere caricate sul sito dell’e-commerce.

“È una soluzione pensata per le aziende medio-piccole, che possono in questo modo testare le reazioni del pubblico su più modelli differenti, senza doverli produrre tutti. In base ai dati raccolti, ovvero quali capi vengono provati più spesso virtualmente, si può decidere quali realizzare davvero. Una produzione ‘on demand’ che riduce gli sprechi e aumenta la sostenibilità”. A credere nell’idea della startup varesina è stato anche l’ecosistema universitario da cui tutto è nato: la LIUC ha, infatti, selezionato ModaMò all’interno del proprio Business Angel Hub, un percorso che connette studenti e giovani imprenditori con mentor, investitori e reti industriali. “Siamo felici di supportare una startup che unisce due trend chiave del futuro: Intelligenza Artificiale e sostenibilità – conclude Gloria Puliga, delegata all’Innovazione della LIUC –. Attraverso il nostro hub, vogliamo accogliere e valorizzare le idee imprenditoriali innovative provenienti dal nostro ecosistema universitario”. Una storia d’impresa che si inserisce all’interno di quel mosaico che vuole essere l’acceleratore di imprenditorialità Mill, lanciato da Confindustria Varese, per aumentare il fermento imprenditoriale della provincia varesina.

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