L’esperimento che ha dato lavoro a sette rifugiati

Confindustria Varese, Randstad Italia e la società cooperativa sociale 4Exodus hanno avviato un’iniziativa pilota per creare percorsi di inserimento lavorativo per le persone richiedenti protezione internazionale o asilo

“Ho scelto di partecipare a questa iniziativa per migliorare la mia vita, vivere bene, fare una famiglia e lavorare tranquillamente”. Sono le parole di Malick che è in Italia da poco più di un anno. È arrivato dall’Africa, precisamente dal Gambia. “Qui sono contento – continua – perché faccio un lavoro di manualità, simile a quello che facevo al mio Paese”. Ciò di cui parla è la mansione che oggi ricopre alla A.C.S.A. Steel Forgings di Oggiona con Santo Stefano grazie al progetto pilota avviato da Confindustria Varese, insieme all’agenzia per il lavoro Randstad Italia e a 4Exodus Cooperativa sociale, volto ad accompagnare i rifugiati, provenienti da diversi Centri di Accoglienza Straordinaria del Gallaratese e dintorni, nello sviluppo della propria occupabilità e crescita personale. Promuovere l’inserimento degli stranieri richiedenti protezione internazionale nel mondo del lavoro, migliorare la loro integrazione nel tessuto sociale, valorizzare le diversità culturali all’interno delle imprese, sensibilizzare al tema dell’inclusione, apportare un beneficio all’intera comunità: questi gli obiettivi dell’iniziativa. Ma Malick non è stato il solo a partecipare. Sono state 12, in totale, le persone selezionate dalla Cooperativa 4Exodus, sulla base della motivazione a rimanere stabilmente nel territorio e del livello di conoscenza della lingua italiana in possesso. Come primo step sono state accompagnate in un corso di formazione civico-linguistica tenuto da Randstad nell’ambito del più ampio progetto “Without borders” (Senza frontiere) avviato dalla stessa agenzia del lavoro. Successivamente, il percorso è proseguito con un incontro informativo sul tema dell’inserimento lavorativo dei rifugiati, che ha visto la partecipazione di una decina di imprese associate a Confindustria Varese. A questo, ha fatto seguito un evento di speed date dedicato ai colloqui individuali tra le persone selezionate e gli Hr manager o gli imprenditori delle aziende, per una conoscenza reciproca e una più attenta valutazione delle qualità professionali e personali dei candidati, fino alla tappa finale del percorso, rappresentata da ulteriori colloqui per definire i termini di ingaggio e l’inserimento lavorativo.

Petrolvalves, Independent Hospitality Malpensa, A.C.S.A. Steel Forgings, Malpensa Logistica Europa, Coexpan Montonate, Donelli Alexo e LATI Industria Termoplastici. Queste le imprese che hanno aderito all’iniziativa e partecipato allo speed date per approfondire la conoscenza dei rifugiati che hanno frequentato il corso di Randstad: lezioni, per un totale di 81 ore, con il fine di trasferire ai corsisti sia le competenze linguistiche di italiano, sia gli strumenti pratici per il loro inserimento professionale. La redazione di un curriculum vitae efficace, ad esempio, ma anche la giusta preparazione per affrontare i colloqui di lavoro. Otto i candidati che hanno completato la formazione con una frequentazione superiore al 70%. Cinque quelli che hanno trovato lavoro in due aziende del territorio. Più precisamente, due persone sono state inserite nello stabilimento di Ferno della Donelli Alexo Srl, attiva nel settore del trattamento e del rivestimento di metalli. Prima, come corsisti nell’Academy aziendale e, poi, assunti come verniciatori. Le altre tre persone, invece, tra cui Malick, sono entrate a far parte dell’organico di A.C.S.A. Steel Forgings, impresa di Oggiona Santo Stefano attiva nel settore dello stampaggio a caldo dell’acciaio, come addetti alla forgia.

Ma non è tutto. A questi cinque collocamenti vanno aggiunti quelli di altri due rifugiati che hanno trovato un’occupazione dopo la formazione civico-linguistica, ma attraverso canali alternativi al progetto. Senza dimenticare quelle imprese che, pur avendo aderito all’iniziativa, non hanno potuto procedere con delle assunzioni a causa di ostacoli logistici e burocratici. Tra questi, ad esempio, quello rappresentato dalla mobilità delle persone, non essendo i candidati muniti di patente di guida e mezzi privati e, al contempo, essendo le zone industriali non sempre collegate comodamente a livello di servizi di trasporto pubblico. Ma, come afferma il Vicepresidente di Confindustria Varese e Consigliere delegato della Donelli Alexo Srl, Luca Donelli, “sebbene ci siano delle difficoltà logistiche, è un’iniziativa replicabile e dall’elevato potenziale. In azienda possiamo dire di essere soddisfatti. Abbiamo inserito due risorse che si stanno facendo apprezzare per il loro impegno. E poi siamo felici per aver portato avanti un’iniziativa di responsabilità sociale d’impresa, facendo delle nostre realtà dei luoghi di lavoro sempre più inclusivi”. D’accordo con Donelli, Elena Arrighi, Direttore Generale di A.C.S.A. Steel Forgings: “Abbiamo aderito con convinzione a questo progetto perché crediamo nel valore dell’inclusione e nella responsabilità sociale delle aziende. L’inserimento di tre rifugiati nel nostro organico è per noi una doppia opportunità. Da un lato, rispondiamo a delle esigenze produttive, dall’altro, contribuiamo a costruire dei percorsi di integrazione concreti”.

Quello di cui parlano i rappresentanti delle due realtà imprenditoriali, è un impegno coerente con quello preso da Confindustria Varese, insieme alle altre parti sociali del territorio, con la firma del protocollo d’intesa avviato dalla Prefettura di Varese, per favorire l’inserimento socio-lavorativo degli stranieri titolari di protezione internazionale. Come tiene a precisare il Presidente Luigi Galdabini, “le imprese sono chiamate a generare valore anche sociale, a essere motore di progresso, a farsi promotrici di un nuovo paradigma culturale, superando stereotipi, abbattendo barriere, aprendo varchi dove altri vedono confini. Promuovere il dialogo tra profit e no profit, creare spazi di contaminazione reciproca e mettere le persone, tutte le persone, nelle condizioni di esprimere il proprio potenziale: sono sfide in cui crediamo perché il vero sviluppo non può prescindere dall’inclusione, in primis sui posti di lavoro”.

Un impegno, questo, che Randstad porta avanti da tempo. Lo spiega così la Responsabile di “Without borders”, Francesca Passavanti: “Da anni accompagniamo migranti e rifugiati in un percorso di inserimento lavorativo che dia concretezza al loro progetto di vita. Si tratta di accogliere energie e competenze, indispensabili per la crescita del nostro Paese e per soddisfare il fabbisogno professionale delle nostre imprese. Attraverso un approccio sistemico si possono creare soluzioni sostenibili per le attuali sfide occupazionali”. In altre parole, come sottolinea la Responsabile del servizio accoglienza di 4Exodus, Lucia Dell’Albani, “il progetto si è rivelato un’opportunità per tutti i rifugiati che hanno partecipato al corso di lingua italiana. Sono stati selezionati per la loro motivazione a mettersi in gioco e non ci siamo sbagliati”. Il plauso arriva anche dal Prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello: “L’iniziativa è un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, mondo produttivo e terzo settore. La Prefettura continuerà a promuovere e sostenere progettualità di questo tipo con gli altri soggetti firmatari del protocollo. In questo modo si contribuisce a rafforzare la coesione sociale, a prevenire turbative all’ordine e alla sicurezza pubblica, ma anche a rendere il nostro territorio più capace di rispondere con responsabilità alle sfide del presente”.

Articoli correlati