La sostenibilità è un gioco di squadra

La Cossa Polimeri, gruppo industriale specializzato nel settore plastica, con sede a Gorla Maggiore e a Verbania, spegne 60 candeline e traccia un bilancio degli anni di attività, con lo sguar

La Cossa Polimeri, gruppo industriale specializzato nel settore plastica, con sede a Gorla Maggiore e a Verbania, spegne 60 candeline e traccia un bilancio degli anni di attività, con lo sguardo rivolto al futuro. Innovazione di processo e sustainability ampiamente intesa: questi gli obiettivi su cui ha intenzione di investire l’impresa nata nel 1964 per il recupero di scarti industriali

‘‘La sostenibilità è un gioco che funziona se non sei l’unico a giocare”. È molto lucida la visione di Laura Rachele Cossa, seconda generazione in Cossa Polimeri, che racconta un’impresa e un gruppo in cui sostenibilità e innovazione si intrecciano come leve di sviluppo in maniera molto concreta. “E non potrebbe essere altrimenti perché la sostenibilità in azienda non è una novità, ma parte del nostro dna. Infatti, il progetto nasce nel ‘64 proprio per il recupero di scarti industriali. In pratica, si faceva economia circolare in un’epoca in cui la cultura del riuso, che fortunatamente abbiamo oggi, non esisteva. Un’idea iniziale, già focalizzata nel settore plastico, anche per la forte predisposizione del territorio varesino. Successivamente, sia per i mutamenti storici dell’industria nazionale e dei contesti internazionali, sia per strategie chiare aziendali, che hanno portato in breve ad avere tra i clienti tutti i più importanti nomi del settore chimico, e, infine, grazie ai progressi dell’innovazione tecnologica, ci siamo specializzati nella produzione di compound”. 

A 60 anni dalla sua fondazione, ad opera dei fratelli Angelo e Armando Cossa, l’azienda di Gorla Maggiore, è oggi un vero e proprio gruppo industriale specializzato nel settore plastica, con 3 anime: oltre a Cossa, Fi-plast, che produce biopolimeri sempre a Gorla Maggiore e Fratelli Cane di Verbania, che si occupa di stampaggio e soffiaggio di materie plastiche. “In Cossa, nello specifico, produciamo compound termoplastici per circa 30.000 tonnellate l’anno”, spiega il Consigliere Delegato Marco Colombo. “In pratica, andiamo a posizionarci in quasi tutti i settori, dall’arredamento all’automotive, dal packaging alimentare al chimico-farmaceutico, con una vasta gamma di prodotti e un’attenzione particolare alle richieste dei clienti, ai quali proponiamo spesso soluzioni tailor made per soddisfare al meglio le più diverse necessità. I clienti provengono da ogni parte del mondo, se pensiamo che circa il 50% del fatturato di tutto il gruppo deriva dall’export, con una forte concentrazione europea, ma arrivando a toccare anche Sud America e Sud Africa, Turchia e l’area del Maghreb”.  

“La storia della nostra azienda è quella di una ricerca sempre più qualificata, che parte dagli investimenti nelle risorse umane, che sono il cuore del progetto. Oggi nel Gruppo Cossa siamo più di 200. Ricerca che poi passa dagli investimenti in innovazione di prodotto e di processo”, aggiunge Laura Rachele Cossa. “Ed è proprio quello produttivo il campo in cui ci stiamo confrontando negli ultimi anni: siamo un’azienda che ha appena spento 60 candeline, ma che si sente giovane e punta su digitale, automazione e Intelligenza Artificiale. Abbiamo da poco inaugurato una nuova sede produttiva, sempre a Gorla, in via Baragiola. Uno stabilimento totalmente realizzato secondo i criteri di Industria 4.0, dotato di avanzati impianti di lavorazione e sofisticate attrezzature di controllo. Un progetto ambizioso: una cosa è creare un impianto provvisto di macchinari all’avanguardia, un’altra è pensare una struttura di supervisione da remoto che garantisca un perfetto monitoraggio, tracciabilità e sicurezza”.

E per quanto riguarda gli investimenti in sostenibilità? “La ricerca di un prodotto sostenibile dal punto di vista ambientale è ovviamente il core business di tutte le imprese del gruppo – chiarisce Cossa –. Parliamo di ricerca di materiali riciclabili e biodegradabili, che puntano a dare vita a prodotti che sempre più garantiscano le stesse qualità dei prodotti ‘normali’ o la possibilità di riuso di ciò che ancora non può essere riciclato. Pensiamo alle capsule bio per il caffè, per le quali Fi-plast è leader di mercato. Parliamo anche di riduzione di impatto. Grazie al fotovoltaico ad esempio: in Fratelli Cane abbiamo un impianto di 7.000 metri quadrati. O grazie ad un software per LCA, che valuta cioè l’impronta ambientale di un prodotto e di un servizio lungo il suo intero ciclo di vita e ci permette di anticipare i tempi. Tutto questo è fondamentale, ma va fatto un passo in più. L’obiettivo ultimo dev’essere il miglioramento della vita di tutti. A partire della formazione, che oltre ad essere necessaria, può aumentare la soddisfazione personale. Il punto di partenza è l’autoanalisi della propria realtà e della capacità di rendicontarne i risultati. Per questo abbiamo realizzato quest’anno il nostro primo Report di Sostenibilità. Siamo all’inizio di un cammino molto importante. Ma bisogna andare ben oltre i temi di moda e la stessa normativa. Tutto deve funzionare per tutti: se la sostenibilità non è un gioco di squadra, in azienda, nella filiera, sul territorio, il gioco non funziona”. 

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