I campi di allenamento varesini a cinque cerchi
La provincia di Varese gioca la sua partita con un impianto indoor a emissioni quasi zero, mentre l’hub sul Lago di Gavirate si prepara ad accogliere la spedizione australiana
Quella alle porte sarà un’edizione dei Giochi Olimpici che avrà numeri record: 15mila nuovi posti di lavoro, 18mila volontari coinvolti, 2,5 milioni di visitatori attesi, 5,3 miliardi di investimenti per infrastrutture in Lombardia, per la cerimonia di apertura a San Siro ci si aspettano 60 Capi di Stato e si stima che le persone collegate in tutto il mondo saranno più di 3,5 milioni. E in un piatto così ricco di opportunità, Varese, che non è poi così lontana da Milano, che ruolo gioca? Dal punto di vista sportivo, Varese e la sua provincia possono mettere sul tavolo di Milano Cortina 2026 due strutture con i fiocchi: il Palaghiaccio di via Albani, ribattezzato Acinque Ice Arena e l’hub degli australiani di Gavirate, struttura che, sportivamente vanta una profonda tradizione per il canottaggio, ma che per la speciale occasione planetaria diventerà il punto di ritrovo degli atleti provenienti dall’Australia e i loro staff tecnici prima di raggiungere i luoghi dove si trovano gli impianti olimpici.
Ma andiamo con ordine, partendo dall’Acinque Ice Arena, una struttura che fino a pochi anni fa necessitava di una profonda riqualificazione e che ora, dopo il lungo, delicato e complicato (soprattutto per le società del ghiaccio) cantiere si presenta come un gioiellino. Anche dal punto di vista delle soluzioni di costruzione ed energetiche contemplate. È stata realizzata una nuova pista ghiaccio, ne ospita anche una per il curling, due piscine, una palestra di 480 metri quadri, due palestre corsi, due campi da padel, tribune che possono accogliere più di mille persone e uno spazio di 1.600 metri quadri destinato ai parcheggi. Non solo. L’impianto rappresenta un edificio praticamente a zero emissioni, introducendo soluzioni tecniche tali da garantire la massima valorizzazione della risorsa energetica (60% dei consumi da fonti rinnovabili), che verrà alimentata, oltre che dai 480 pannelli fotovoltaici che rivestiranno la copertura (con una capacità di produzione di 160 kWp), anche da pompe di calore.
“Il Palaghiaccio è uno dei simboli più riusciti del percorso di rigenerazione urbana portato avanti in questi anni – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Varese, Andrea Civati –. Da una struttura che per troppo tempo era stata dimenticata, siamo riusciti a restituire alla città un luogo pubblico, comunale, che appartiene a tutti i varesini e che oggi è riconosciuto come una vera eccellenza italiana ed europea. Questo nuovo investimento si inserisce anche nel percorso di avvicinamento alle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026, un appuntamento che sta portando la città a rafforzare la propria rete di impianti sportivi di qualità e a valorizzare al massimo il ruolo del Palaghiaccio”. Niente gare ufficiali in via Albani. Ma ai piedi del Sacro Monte saranno ben due le nazionali, di sport differenti, che si alleneranno nel corso delle Olimpiadi. L’impianto, infatti, vedrà la presenza della selezione giapponese di pattinaggio artistico e della selezione canadese di Para Ice Hockey, che svolgeranno la preparazione preolimpica a Varese.
E se l’Olimpiade consacrerà l’impianto di via Albani, il prossimo Mondiale di Hockey confermerà l’alto livello tecnico, strutturale e logistico del Palaghiaccio. Quando si abbasserà il sipario di Milano Cortina, infatti, toccherà ai Mondiali di Hockey, con Varese ancora protagonista. Qui arriveranno la Nazionale Italiana Senior e la Selezione della Gran Bretagna, che utilizzeranno l’Acinque Ice Arena per la fase di preparazione pre-Mondiale in vista del torneo che si terrà in Svizzera (Zurigo e Friburgo). Le due Nazionali saranno a Varese dal 7 al 12 maggio 2026 (l’Italia) e dal 9 al 12 maggio (l’Inghilterra).
Gli appassionati, inoltre, potranno assistere a due amichevoli di prestigio in programma domenica 10 maggio 2026 alle ore 16.30 e martedì 12 maggio 2026 alle ore 19.45. “Varese può diventare un punto di riferimento internazionale anche per gli sport del ghiaccio – esordisce Matteo Cesarini, gestore dell’Acinque Ice Arena –. Per le Olimpiadi siamo riusciti a portare qui le due Nazionali di riferimento dei rispettivi sport e abbiamo scelto di limitarci a loro per non compromettere l’attività delle nostre società sportive”. Il segreto? “Un grande lavoro di squadra – continua Cesarini –: da un lato le istituzioni come Comune, Provincia e Camera di Commercio, dall’altro i rapporti con le federazioni sportive e i Comitati Olimpici nazionali. In più, oltre alla vicinanza a Milano e Malpensa, oggi possiamo offrire un impianto nuovo e all’avanguardia. Insomma, c’è tutto quello che serve”.
E non ci si ferma alle Olimpiadi. “C’è ancora tanto lavoro da fare – dice Cesarini –. Bisogna migliorare tutto il comparto della ricezione e dei servizi, che non mancano, ma non sono competitivi come in altre zone d’Italia. Il nostro obiettivo però è fare di Varese un polo del ghiaccio internazionale e di alto livello. Le richieste non scarseggiano e ci sono le condizioni per raggiungere questo traguardo. Proviamo a pensare a cosa potrebbe diventare Varese se al canottaggio e al ciclismo aggiungessimo anche gli sport del ghiaccio”.
L’ultima battuta di Cesarini è sul team che gestisce l’impianto: “Un lavoro quotidiano importante. Non ci limitiamo ad aprire e chiudere la struttura. Abbiamo sempre pensato all’Arena come ad un polo di riferimento per sport ed eventi. Oltre al fatto che siamo l’unico Palaghiaccio aperto tutto l’anno. Anche d’estate”.
Anche Gavirate sarà olimpica. Grazie al polo sportivo realizzato dalla Provincia di Varese che è, da tempo, punto di riferimento per il canottaggio australiano, ma anche per il ciclismo. Gli atleti, infatti, hanno sempre considerato Varese e Gavirate un polo logistico strategico per mettere a segno la preparazione in vista delle gare internazionali che si disputano quasi tutte nell’emisfero boreale. Avere come base Gavirate per le nazionali di canottaggio e ciclismo significava avere terreni perfetti di allenamento (il lago per il canottaggio e le strade per il ciclismo), ma soprattutto non sottoporre gli atleti agli stress del jet lag e del cambio di clima. Oltre ad essere baricentrico per l’Europa, continente dove si disputano moltissime competizioni internazionali e con lo scalo di Malpensa a due passi. L’hub che sorge sul lungo Lago di Gavirate, nel corso degli anni, ha perso un po’ dell’interesse mediatico che ha suscitato all’inizio della sua avventura. Ma ha sempre svolto la sua funzione di “casa” degli atleti australiani. Inoltre, ha consolidato i rapporti con il territorio ospitante raggiungendo una perfetta integrazione. E a confermare il ponte tra Gavirate e il continente più periferico della terra è il varesino Luca Broggini, voce del canottaggio nazionale e internazionale nonché Italian Business Manager dell’Hub gaviratese.
Ed è proprio Broggini che spiega come la struttura sia da tempo in modalità a cinque cerchi. “Abbiamo lavorato sulla logistica degli atleti – racconta –. La spedizione olimpica australiana, tra atleti e staff sarà composta da un centinaio di persone. Oltre ai parenti. Il nostro compito è stato quello di predisporre prenotazione di stanze d’albergo, ristoranti e strutture di allenamento nei pressi degli impianti in cui si svolgono le gare”. Broggini poi spiega l’evoluzione dell’Hub: “Nato principalmente per il canottaggio, nel tempo, è diventato base anche per atleti di altre discipline. Da un paio d’anni, con il nuovo Palaghiaccio di Varese, a Gavirate arrivano anche la Nazionale (Maschile, Femminile e Under 19) di Hockey per svolgere la preparazione atletica”. Ora l’Hub può contare anche su uno staff di medicina sportiva con professionisti australiani “e questo è un motivo in più che porta gli atleti a passare da Gavirate”.
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