Come cambiano i premi di risultato
L’aggancio alla reale crescita competitiva dell’impresa sui mercati. Il legame con la capacità di portare avanti progetti di sviluppo brevetti o di implementazione dell’econo
L’aggancio alla reale crescita competitiva dell’impresa sui mercati. Il legame con la capacità di portare avanti progetti di sviluppo brevetti o di implementazione dell’economia circolare. La definizione di nuovi fattori di produttività e qualità. La spinta verso il coinvolgimento partecipativo. La riduzione degli incidenti sui luoghi di lavoro e del tasso di assenteismo in azienda. Ecco i nuovi parametri che multinazionali e Pmi della provincia di Varese stanno sperimentando nei riconoscimenti economici ai propri dipendenti, aprendo la strada ad una nuova era della contrattazione aziendale
Il premio di risultato (Pdr) è la quota aggiuntiva alla retribuzione di natura variabile che viene riconosciuta ai dipendenti, mediante la sottoscrizione di appositi accordi sindacali, al raggiungimento di incrementi di produttività, redditività, qualità ed efficienza o altri indicatori condivisi tra le parti. Se correttamente applicato, questo tipo di contrattazione collettiva, comporta particolari vantaggi in termini di detassazione e decontribuzione delle somme erogate. Stando agli ultimi dati disponibili del report del Ministero del Lavoro sui contratti depositati, il 2020 è risultato essere un anno a dir poco critico in fatto di accordi stipulati. Con un periodo di riferimento che va dal 2016 ad oggi (compresi i primi mesi del 2022), il 2020 ha segnato un crollo significativo: si è passati, infatti, dagli 11.615 contratti del 2019 ai 6.784 dell’anno successivo. Praticamente dimezzati. Ad incidere sulla volontà delle imprese di rinnovare o siglare nuovi contratti per premi di risultato, l’incerto quadro socioeconomico dovuto dal dilagare della crisi pandemica da Covid-19. Trend che è proseguito anche per tutto il 2021.
Un nuovo modo di fare contrattazione aziendale
In controtendenza rispetto ai dati nazionali, la provincia di Varese, negli ultimi mesi dello scorso anno e nei primi di quello in corso, ha registrato un singolare ricorso, almeno nel settore gomma-plastica, a questa tipologia di riconoscimenti per i dipendenti. “Parliamo di premi di risultato innovativi – spiega Ernesto Di Seri, dell’Area Sindacale dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese –. Sono stati recentemente siglati con alcune imprese della zona di Varese, il Sindacato, le Rsu aziendali e l’aiuto di Univa, una serie di accordi dedicati a premi di risultato basati su parametri spesso non usuali, appunto definibili innovativi, perché legati ancor più strettamente all’andamento dell’azienda”. Un cambio di metodologia che, ammette Di Seri, non è stato così semplice trasferire: “Si tratta di qualcosa di estremamente dinamico, in grado di seguire in tempo reale l’evolversi della situazione aziendale. I parametri per i Pdr vengono pensati ad hoc e definiti in base alle esigenze delle singole imprese, non senza una certa difficoltà, almeno iniziale, nel percorso di contrattazione e stesura degli accordi che richiedono, a volte, essendo customizzati, un impegno maggiore anche nella loro costruzione tecnica. Questo impegno, a onor del vero, ha comportato uno sforzo iniziale non indifferente anche da parte delle Rsu e delle organizzazioni sindacali. Ostacoli che erano in gran parte di natura psicologico-emotiva o di puro timore del cambiamento, superati, però sia grazie ai primi significativi esiti positivi, anche in termini di remunerazione futura per i lavoratori, sia per la comune convinzione sull’importanza di generare risorse all’interno dell’impresa, come pre-condizione per occuparsi successivamente delle migliori modalità di distribuzione”. Sono di diverse dimensioni le aziende coinvolte, da multinazionali a realtà a conduzione familiare: “Il filo rosso è la volontà di sedersi intorno ad un tavolo e fare la contrattazione sindacale, nonostante le difficoltà oggettive che tutte le aziende stanno riscontrando a causa, da ultime, anche delle sempre maggiori tensioni derivanti dalla guerra in Ucraina, conseguente all’invasione russa – precisa ancora Di Seri –. Nonostante i diversi contesti e le differenti tipologie di imprese, resta comune la consapevolezza delle parti della necessità di pensare a dei premi di risultato che fotografino il reale andamento aziendale”.
Alfatherm: efficienza economica in sicurezza
Parola ai protagonisti. Il primo a raccontare la sua esperienza è Graziano Tolo, Responsabile Risorse Umane di Alfatherm Spa di Gorla Minore, azienda storica del territorio, fondata nel 1963, produttrice di film termoplastici, in particolare in Pvc rigido, semirigido e plastificato. “Abbiamo ripensato ad un premio di risultato, dopo svariati anni in cui lo avevamo abbandonato come soluzione strutturale. E il confronto di qualche mese con le parti sindacali ci ha portato a questo rinnovo, siglato con soddisfazione. Si tratta di un accordo di 3 anni, che prevede, oltre ai parametri classici (tra i quali particolare rilievo assume il legame con le Ebitda), due indicatori mai sperimentati prima: uno legato al tema della sicurezza, basato sul miglioramento di un apposito parametro relativo alla riduzione dei giorni di infortunio e uno fondato su una particolare misurazione dall’assiduità ‘collettiva’ al lavoro, poi declinato in base alla presenza individuale”, spiega Tolo. “La nostra volontà è quella di coinvolgere sempre più i lavoratori su obiettivi e risultati tangibili e verificabili. Nonostante i tempi siano difficili: d’altra parte, se non ragionassimo in modo coraggioso non faremmo mai nulla, nemmeno investire – continua –. C’era il bisogno di rilanciare e fidelizzare le persone all’azienda, andando incontro alle necessità dei nostri dipendenti e facendo in modo che ci fosse maggior senso di appartenenza”. Ai 290 dipendenti di Alfatherm, suddivisi nei due stabilimenti di Gorla Minore e Gallarate, è stata inoltre data la possibilità di convertire una quota del premio di risultato, uguale per tutti e non differenziato per qualifica e livello come avveniva in precedenza, su piattaforme di welfare aziendale. “Abbiamo anche aggiunto nell’accordo una parte legata all’assistenza sanitaria integrativa, ancora una volta per cercare di fidelizzare i nostri dipendenti: in capo all’azienda rimane, infatti, una quota che solitamente sarebbe a carico del lavoratore”, precisa Tolo, certo di aver rinnovato il premio di risultato al momento giusto: “Molti colleghi mi hanno definito folle, ma è proprio nelle difficoltà che vale la pena impegnarsi. Ci crediamo e ci aspettiamo risultati tangibili. Ci siamo prefissati degli obiettivi ambiziosi per il 2022 e siamo determinati a raggiungerli. È un passo verso il futuro”.
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