Artificial Beauty

Alla Fabbrica del Vapore di Milano sono in mostra le ultime creazioni dell’artista varesino Andrea Crespi. Un cammino immersivo fatto di 30 opere rivolto all’essenziale

Più facile o più difficile è l’essere artisti nell’era degli algoritmi? Le prime a porsi la domanda, indagando sul campo, sono proprio le nuove generazioni di creativi, cui tocca questa sfida. Perché se i mezzi tecnologici aumentano, non possono non farsi sempre più numerose le sperimentazioni, anche nell’arte. Diventa allora probabile, ma anche necessaria, la tentazione di giocarci dentro, di provare ad agganciare il passato al presente, la realtà alla finzione, la bellezza del vero all’evanescenza creativa dell’immagine virtuale. Artificial Beauty è il tema di una interessante mostra immersiva, di cui Alisa Viola e Sandie Zanini sono i curatori.

Coprodotta con Comune di Milano e con il Patrocinio di Regione Lombardia, la kermesse è stata realizzata per la Fabbrica del Vapore milanese da Andrea Crespi, giovane artista di fama internazionale, nato a Varese nel ‘92, che cerca di misurarsi proprio con questa duplice sfida. La rassegna propone 30 opere, rappresentative di un percorso che ne svela la varietà della ricerca: si procede tra pitture e sculture, spesso con citazioni della classicità greca e romana, ma anche di artisti contemporanei, come Warhol e grandi installazioni digitali, accompagnate da effetti immersivi, di luci e rispecchiamenti, di forte impatto visivo. “La mia poetica – dice l’artista – vive nel contrasto. Unisco passato e futuro, visibile e invisibile, artificiale e umano. Mi ispiro alla storia dell’arte, alla cultura Pop e alle fratture della società contemporanea, per creare opere che siano specchi della nostra realtà. In un mondo complesso credo che la semplificazione sia l’unica strada possibile ed è proprio ciò che cerco di fare attraverso la Neosintesi: rivelare l’essenziale. Il mio è un invito alla contemplazione e alla rivalutazione della nostra essenza. Una ricerca di nuova bellezza, sospesa tra visibile, invisibile, reale e virtuale”.

“Have no fear of perfection” è la prima opera-manifesto che apre la mostra e indaga proprio il concetto di bellezza nell’era tecnologica, che tende a filtrare, manipolare e fornirne nuovi canoni, servendosi degli strumenti digitali. La seconda opera “The artist and The Thief” pone di conseguenza il quesito essenziale, ma giocato anche in chiave ironica, dell’intero progetto espositivo: chi è oggi l’artista? “The Transition”, lavoro nato da un avanzato processo di scansione in 3D, realizzato su di un calco della Nike di Samotracia restaurato in scala 1:1, è esempio di transizione e sintesi tra memoria classica e visione tecnologica. “Digital Labyrinth” nasce, invece, da un atto performativo del 2022, dello stesso artista e dal conseguente docufilm per il Moma di New York. “Future reflections” realizzata ad hoc per Cupra, il brand partner della mostra, è poi ulteriore invito a meditare sul percorso della rassegna. Quanto alla serie “Future Magazine”, recentissima opera, comprende numeri zero di una inesistente, futura rivista, dove protagoniste di copertina non sono più le fattezze di note celebrità, ma algide bellezze da algoritmo.

Di alto impatto è poi l’opera “Amore e Psiche”, dove il concetto di bellezza si ridefinisce nel confronto tra umano e artificiale. Un impatto amplificato, oltre che da luci ed effetti speciali, anche dallo spazio stesso, quello suggestivo e grandioso di una vecchia fabbrica in disuso, un tempo “cattedrale” di lavori pesanti: dove stridii di arnesi, cascate di scintille, nubi di vapori e rumori assordanti, erano gli “effetti speciali” di allora, ormai spenti nel tempo, di giornate di duro, eppure desiderato, lavoro. La ditta Carminati Toselli e C., fondata nel 1899, momento caratterizzato dall’uso di macchine a vapore (l’allora forza motrice delle industrie) era infatti attiva nella costruzione e riparazione di materiale ferroviario e tramviario. Fu fondamentale tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale nella crescita della rete tramviaria milanese che già nel 1926 poteva contare 151 chilometri di linea e 770 vetture. Venne sciolta nel 1935 e gli edifici furono venduti o affittati a diverse aziende. Dopo le ingiurie dei bombardamenti, subìti nel secondo conflitto mondiale, in anni più recenti la zona ha visto la rinascita. La Fabbrica del Vapore è oggi vivace centro culturale e artistico, dedicato alla creatività e alla sperimentazione, con eventi, mostre, laboratori e spettacoli.

Un luogo, dunque, perfetto per uno come Crespi che ama rincorrere l’arte seguendo le novità e le metamorfosi di un mondo sempre in cammino. Un diploma conseguito allo IED di Milano, già diverse esperienze di mostre e di installazioni anche all’estero, Andrea Crespi, chiamato a sua volta a questa doppia sfida, ha messo in campo le proprie esperienze di pittore e scultore, di ammiratore del “bello e del vero” (l’arte greca e romana che ci circonda), ma anche dell’artificio digitale. Ha da subito capito, apprezzato e utilizzato la forza del mezzo. Col quale oggi racconta, a chi gli fa domande, l’artista non può non confrontarsi. Lo si capisce passando in rassegna proprio i lavori in mostra. I suoi riferimenti ricorrenti, anche qui, alla classicità di opere come “Amore e Psiche” di Antonio Canova sono indice di questa voglia di giocare col paradosso di una duplice ricerca. Ricordiamo anche che nel 2022 Crespi ha realizzato l’installazione ARchivi, esposta al museo MA*GA di Gallarate, in occasione del festival Archivi futuri: il dichiarato intento era di rinnovare il mondo dell’arte con lo strumento della realtà aumentata. Successivamente ha pubblicato una monografia d’artista in duplice versione, digitale e cartacea, curata da Sandie Zanini in occasione della sua personale Over the Lines nella galleria Zanini Arte in provincia di Mantova.

Le sue opere digitali, racconta la biografia del pur giovane artista, sono state presentate ad Art Basel Miami, Art Basel Hong Kong, Times Square a New York, CAFA di Pechino e Art Dubai. Né è venuto meno l’impegno sociale rivolto ai deboli e alle donne. Numerose, anche nelle rassegne trascorse, le citazioni dei grandi, in primis Michelangelo: si pensi al suo David, reinterpretato in scala reale per la Triennale del 2022 di Milano. Il suo impegno in campo sociale lo ha portato anche a sostenere diverse cause, riguardanti soprattutto donne e bambini. Il suo dialogo non è dunque autoreferenziale, ma si allarga sempre agli altri, in un abbraccio ideale e in un confronto umano per lui imprescindibile. Tanto che, è importante ricordarlo, in occasione della mostra Artificial Beauty ha voluto uno spazio esterno dedicato agli artisti emergenti: Cupra Gallery/Alter Space. È accessibile gratuitamente come “luogo di incontro e connessioni tra artisti, visitatori e nuove generazioni. Volto a valorizzare la creatività emergente e a dare forma a una community inclusiva”. Anche, e soprattutto, a questo serve l’invisibile mano della tecnologia d’artista. A creare quel concreto contatto umano, ma potremmo chiamarlo amore, che è sempre alla base di ogni arte e della vita. Ed è già una forte risposta, per ogni artista. Che, per vocazione, sta sempre cercando. “Nell’arte e nella vita tutto è possibile se alla base di tutto c’è l’amore”, scriveva il fantasioso, “lunare” autore Chagall, rivolto al suo cielo.

Artificial Beauty

Fabbrica del Vapore
Via Giulio Cesare Procaccini, Milano
Fino al 25 gennaio 2026
www.fabbricadelvapore.org

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