Anche #Varese2050 guarda all’AI

Confindustria Varese punta a rafforzare l’ecosistema dell’innovazione. Intervista al Vicepresidente, Luca Donelli

‘‘Negli anni passati la nostra industria ha fatto importanti investimenti nell’industria 4.0, anche grazie a incentivi introdotti con un Piano Nazionale che ha funzionato e ha fatto da spinta alla nostra produttività. Abbiamo così incrementato in maniera sostanziale la quantità e qualità dei dati raccolti. Ora l’Intelligenza Artificiale può essere lo strumento più adatto per consentire la lettura e la veloce interpretazione di questa grande mole di informazioni così da supportare un quantomai necessario ulteriore aumento di produttività in grado di compensare la diminuzione di forza lavoro quale conseguenza dell’inverno demografico”. Luca Donelli è Vicepresidente di Confindustria Varese e fa parte di una task force che l’Associazione degli industriali ha creato insieme all’Università LIUC per impostare progetti e iniziative in grado di raggiungere uno dei principali obiettivi del Piano Strategico #Varese2050 per il riposizionamento competitivo del territorio. Ossia quello di rinnovare l’ecosistema dell’innovazione del territorio, anche grazie alla nascita, al fianco dell’ateneo di Castellanza, dell’acceleratore d’imprenditorialità Mill – Manufacturing, Innovation, Learning, Logistics.

Nel Piano #Varese2050 si parla di Intelligenza Artificiale e di come applicarla nell’industria del territorio?
L’AI nella nostra visione è ben presente nel Piano Strategico di Confindustria Varese anche se, prima che il tema diventasse così pervasivo, veniva incluso nella più ampia definizione di “digitale”. Non c’era stato ancora il lancio di ChatGPT e degli altri LLM che stanno cambiando repentinamente lo scenario e il nostro modo di lavorare e innovare. Ma l’intelligenza artificiale è uno strumento e non un fine. Rimane la nostra intuizione di dover dotare il territorio di un ecosistema dell’innovazione che si faccia trovare pronto di volta in volta alle sfide che pone alle imprese il contesto. Ed è su questo che stiamo lavorando anche in chiave di accompagnamento delle aziende nelle nuove frontiere dell’AI.

Con quali iniziative nel concreto?
Confindustria Varese, nell’ambito del progetto strategico “Ecosistema dell’Innovazione” del Piano #Varese2050, ha dato vita alla Community degli innovatori. Obiettivo dell’iniziativa è quello di rafforzare l’attività di networking tra le imprese associate, diffondere la cultura dell’innovation e ampliare le opportunità di crescita. Una Community aperta a cui può aderire, gratuitamente, chi, nelle aziende associate a Confindustria Varese, si occupa da vicino di queste tematiche. Responsabili di ricerca e sviluppo, titolari d’impresa, responsabili di produzione: questi alcuni esempi di figure professionali. La Community è invitata a partecipare a momenti di confronto e incontri, oltre a proporre iniziative e progettualità, che siano di stimolo per approfondire tematiche di interesse comune. Per il 2025 abbiamo già messo in programma diversi appuntamenti con focus l’Intelligenza Artificiale, ma anche temi come il rapporto tra startupper, innovatori e imprenditori; i brevetti come driver di competitività; il futuro del nucleare.

Qual è la logica?
Puntiamo sulla cultura dell’open innovation. Vogliamo provare a creare una community che possa stimolare non solo se stessa e le aziende che rappresenta, ma che sia in grado di fare da apripista per le diverse filiere produttive di cui è ricca la nostra industria e per l’intero territorio. L’idea è quella di ragionare come sistema, andando oltre i singoli.

Un approccio sfidante. L’imprenditore non è per definizione un individualista, soprattutto quando si parla di progetti di sviluppo?
Lo è in una definizione non moderna di come si fa oggi innovazione e di come siano le imprese moderne. Sempre di più siamo chiamati a ragionare per progetti allargati, per la messa in rete di conoscenza e per filiere produttive, sia in azienda nella quale la leadership non può che essere diffusa e partecipata, che in associazione. Dobbiamo cambiare approccio con lungimiranza. E su questo Varese ha delle carte importanti da giocare.

Ad esempio?
La predisposizione del nostro sistema imprenditoriale di fare sistema, appunto. Un esempio concreto è proprio la nascita più di 30 anni fa dell’Università LIUC e, esattamente una generazione dopo, l’opportunità di dare al binomio Confindustria Varese – LIUC una nuova veste in grado di rispondere alle esigenze attuali con il Mill. Le collaborazioni tra LIUC, Confindustria Varese e la sua società di servizi, proprio in tema di applicazione dell’Intelligenza Artificiale nelle aziende, anche grazie al bando di Fondirigenti, sono una prova delle potenzialità che insieme possiamo mettere in campo consci del gap formativo che ogni impresa deve colmare in questo ambito. Anche i progetti del Business Angel Hub, del programma Restart e di call for ideas lanciati dalla LIUC durante la Settimana dell’innovazione rientrano in questo sforzo congiunto. Tutti insieme concorrono all’obiettivo di rinnovare il nostro ecosistema così da raccogliere idee innovative e supportarne lo sviluppo, accompagnare le imprese mature in percorsi di rinnovamento mettendole in rete con giovani innovatori promettenti, di favorire la nascita di startup.

A che punto è l’Italia e Varese nello sviluppo e nell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale?
Nello sviluppo tecnologico, non solo l’Italia, ma tutta l’Europa è oggettivamente schiacciata dai colossi digitali cinesi e statunitensi. Ma non è troppo tardi per avere un ruolo di primo piano su un aspetto che potrebbe rilevarsi nel prossimo futuro altrettanto strategico: l’applicazione di tali tecnologie AI nella produzione industriale. È su questo che dobbiamo investire. Sia come imprese e, ancor di più, come filiere produttive manifatturiere. Ne abbiamo tutte le competenze, le capacità e le soft skill necessarie.

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