Le tre direttrici del credito cooperativo
Ecco le priorità della “banca di prossimità” per rafforzare il legame con le comunità locale e supportare le imprese di Varese nel loro sviluppo
“Le nostre priorità si concentrano su tre direttrici: rafforzare l’accesso al credito, sostenere l’innovazione e la sostenibilità, accompagnando le aziende nei processi di trasformazione digitale ed ecologica e investire sulle nuove generazioni”. Intervista a Roberto Solbiati, Direttore Generale di BCC, Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate.
Come giudica lo scenario economico attuale? Come, dal vostro punto di osservazione il contesto internazionale sempre più complesso sta impattando sulle imprese?
Ci troviamo in una forte incertezza. Da un lato vediamo segnali positivi, come la capacità di molte imprese italiane, e in particolare lombarde, di restare competitive grazie all’innovazione, alla qualità e all’internazionalizzazione. Dall’altro, però, il contesto internazionale è complesso: la volatilità dei mercati energetici, le tensioni geopolitiche, le difficoltà delle catene di fornitura e l’inflazione che ancora pesa sui costi di produzione rappresentano fattori con cui le aziende devono confrontarsi quotidianamente. Dal nostro osservatorio bancario queste dinamiche si riflettono sul territorio: le imprese locali devono fare i conti con costi più elevati, margini più stretti e l’esigenza di investire per restare competitive. Eppure, ciò che ci colpisce è la loro straordinaria capacità di reazione: vediamo imprenditori che sanno adattarsi, innovare, cercare nuovi mercati e non rinunciano a crescere. Ed è proprio qui che vogliamo concentrare la nostra attenzione: il nostro compito è guardare al nostro territorio, capire le esigenze concrete delle imprese e delle famiglie e mettere a disposizione strumenti e risorse per sostenerle nel loro percorso.
Guardando all’Italia, quali sono, secondo lei, i punti di forza e di debolezza del nostro sistema economico in questo momento?
L’Italia ha senza dubbio punti di forza importanti: la qualità delle imprese manifatturiere, il made in Italy riconosciuto a livello internazionale, la creatività e la capacità di innovazione e un tessuto di Pmi che rappresenta il vero motore dell’economia nazionale. Allo stesso tempo, permangono criticità legate alla complessità burocratica, ai ritardi infrastrutturali e alla difficoltà di accesso al credito per alcune realtà più piccole o innovative.
E la nostra provincia invece?
Noi vediamo un ecosistema industriale estremamente dinamico e specializzato, con aziende che sanno competere sui mercati globali mantenendo un radicamento forte nel territorio. La nostra forza locale sta nella capacità di innovare, nella solidità delle filiere produttive e nella cultura imprenditoriale che valorizza la qualità e l’eccellenza. Le criticità locali, invece, riguardano soprattutto alcune Pmi che faticano a crescere oltre una certa dimensione, la pressione sui costi energetici e logistici e la necessità di supportare in modo più strutturato i giovani imprenditori e le startup. È su questi punti che, come banca, vogliamo concentrare il nostro impegno: fornire strumenti, credito e consulenza mirata per permettere alle imprese di continuare a crescere e rafforzare il tessuto economico. Abbiamo creato con l’Università LIUC di Castellanza un Osservatorio proprio per analizzare i macro-trend socioeconomici e ascoltare le imprese per poter dare riposte non solo efficaci, ma coerenti alla flessibilità richiesta da un contesto competitivo sempre più fluido. Perché, a nostro avviso, la banca oggi deve avere anche un ruolo di “facilitatore”: creare connessioni, promuovere collaborazioni tra imprese, favorire lo scambio di esperienze.
L’accesso al credito è spesso indicato come una delle principali criticità per le imprese. Come risponde la vostra banca a questa esigenza?
Sappiamo bene che per molte aziende, soprattutto quelle di piccola dimensione o di recente costituzione, l’accesso al credito resta una sfida. La nostra forza, in quanto banca di prossimità, è la conoscenza diretta degli imprenditori e dei loro progetti. Questo ci permette di guardare oltre i meri numeri di bilancio e valutare la solidità delle idee e delle persone. Inoltre, utilizziamo in modo strutturato le garanzie pubbliche e collaboriamo attivamente con i Confidi per ampliare le possibilità di finanziamento. È un approccio che consente di sostenere anche progetti innovativi, startup o iniziative che richiedono investimenti importanti in un momento in cui le condizioni dei mercati sono più complesse. Per noi, facilitare l’accesso al credito significa contribuire concretamente alla competitività del territorio.
Il mondo bancario sta vivendo profonde trasformazioni dettate da una geografia che cambia sulla spinta di aggregazioni e operazioni che portano sempre più lontano dai territori i centri decisionali. I gruppi si fanno sempre più grandi per essere più solidi e internazionali. Come si posiziona in questo scenario la BCC? Qual è il valore che una banca più locale riesce a esprimere a vantaggio dell’economia e delle imprese?
trasformando rapidamente, con una crescente concentrazione degli operatori e con i centri decisionali che spesso si allontanano dai territori. In questo scenario, le BCC rappresentano un modello unico perché riescono a coniugare due esigenze apparentemente opposte. Da un lato, grazie all’appartenenza a un grande Gruppo Bancario Cooperativo, possiamo garantire solidità patrimoniale, innovazione digitale e standard di servizio comparabili a quelli delle maggiori banche nazionali e internazionali. Dall’altro, manteniamo una governance e una presenza fortemente radicate nei territori, con la possibilità di decidere “sul posto”, vicino alle comunità e alle imprese che conosciamo da vicino. Il valore che una banca locale riesce a esprimere sta proprio in questa vicinanza: la capacità di interpretare i bisogni specifici delle Pmi, delle famiglie e degli imprenditori, offrendo non solo credito ma anche ascolto, consulenza e fiducia. In un mondo globale e digitale, dove i rapporti rischiano di diventare impersonali, la relazione diretta resta un fattore competitivo decisivo. La differenza è che noi uniamo la forza di un gruppo grande con l’anima e la sensibilità di una banca locale: questo è il vero vantaggio che possiamo offrire all’economia e alle imprese del nostro territorio.
Intelligenza Artificiale e automazione quale impatto stanno avendo, o avranno a breve, sull’attività bancaria, in particolare sul credito e sulla valutazione del rischio?
L’Intelligenza Artificiale e l’automazione stanno già trasformando profondamente il mondo bancario e continueranno a farlo nei prossimi anni. Nel settore del credito, ad esempio, le nuove tecnologie permettono di elaborare grandi quantità di dati in tempi molto più rapidi, migliorando la precisione nella valutazione del rischio e la capacità di monitorare costantemente le posizioni dei clienti. Questo significa decisioni più rapide, trasparenti e basate su informazioni aggiornate, senza sostituire però il ruolo dell’esperto umano, che resta fondamentale per interpretare il contesto e valutare gli aspetti qualitativi dei progetti imprenditoriali. Per una banca come la nostra, radicata sul territorio, l’AI e l’automazione rappresentano strumenti che amplificano le nostre capacità, ma non cambiano il modello relazionale che da sempre ci contraddistingue.
Guardando al futuro, quali sono le vostre priorità per rafforzare ulteriormente il legame con imprese e comunità locali?
Le nostre priorità si concentrano su tre direttrici principali: rafforzare l’accesso al credito, continuando a garantire risorse alle imprese, anche in contesti di mercato più difficili; sostenere l’innovazione e la sostenibilità, accompagnando le aziende nei processi di trasformazione digitale ed ecologica, che non sono più una scelta ma una necessità competitiva; investire sulle nuove generazioni, promuovendo iniziative per giovani imprenditori e startup, perché crediamo che il futuro del territorio dipenda dalla loro capacità di innovare.



