La startup che reinventa la logistica con i droni
La progettazione di un’infrastruttura che, grazie alla presenza di una stazione di terra e un’interfaccia intelligente, riesce a dialogare con i droni per consegnare e ritirare beni di ogni tipo
Una stazione di terra che permette a un drone di consegnare e ritirare pacchi senza mai atterrare, in totale autonomia e ovunque. Soprattutto nei posti più remoti o difficili da raggiungere. Come nel caso di yatch o rifugi alpini. Immaginiamoci, ad esempio, un grattacielo: a metà della sua altezza, al cinquantesimo piano, serve ricevere del materiale sanitario. Il drone grazie all’interfaccia intelligente su di esso applicata, al suo arrivo di fronte alla facciata, rimanendo in volo, dal finestrone del palazzo, preleva il contenitore (in termini tecnici un rotating container) con dentro i medicinali, lo porta all’interno della stanza e lo scarica sulla stazione. Senza bisogno di alcun intervento umano. Con la possibilità, una volta terminata l’operazione di scarico, di dare in consegna sempre allo stesso drone dell’altro materiale da riportare al mittente o da trasportare verso altre traiettorie. Un sistema che, facendo “parlare” tra di loro stazione e drone, permette di ridurre i costi fi no al 50% per ogni consegna (analisi di costi di Drone Docks sulla base del listino prezzi degli operatori logistici con VAN), abbattere i tempi di attesa, garantire un’operatività sette giorni su sette e consentire una notevole riduzione del traffico urbano. È questa l’idea d’impresa, brevettata, di Drone Docks, startup innovativa varesina e, al momento, unica in Italia ad aver pensato e progettato un’infrastruttura automatizzata che si pone l’obiettivo di reinventare la logistica dei corrieri. Soprattutto in un panorama in cui gli acquisti online nel mondo cresceranno dell’80% nei prossimi cinque anni (Mordor Intelligence).
“L’idea, e il consecutivo brevetto, sono nati in Leonardo Velivoli, l’azienda per cui alcuni di noi lavorano e altri hanno lavorato – raccontano gli ingegneri aerospaziali Francesco Saverio Manosperti e Pierclaudio Iaia, rispettivamente Amministratore Unico e Direttore Tecnico della startup innovativa –. Abbiamo garantito fin da subito la necessaria infrastruttura informatica per lavorare in primis sullo sviluppo del design della stazione di terra e per poter garantire, quindi, una veloce pipeline di prototipazione di hardware, software, meccanica ed elettronica”. Il know-how è tutto interno all’azienda, grazie alla presenza di un team multidisciplinare: Mauro Arnese si occupa della parte di design, Mauro Alberto è specializzato nel testing e nella certificazione e Pietro Cirrincione nell’elettronica, nei software e nella comunicazione. Le tecnologie messe a punto da Drone Docks sono diverse: dalla realizzazione della stazione di terra, all’interfaccia che viene posizionata sui droni per recepire i comandi. Fino al design e alla brandizzazione. Queste le infrastrutture in capo alla startup innovativa. “Ci occupiamo anche di progettare il rotating container (contenitore rotante, ndr) che serve per trasportare i pacchi e che rende possibile il ciclo di consegna e ritiro senza atterraggio – spiegano i fondatori –. In pratica, il drone resta sospeso davanti alla stazione e in poco tempo estrae il pacco, lo presenta all’utente e, se necessario, ricarica il contenitore con un bene da prelevare”. Tutto avviene attraverso un sistema di aggancio e sgancio automatici, sensori di prossimità e ridondanze di sicurezza che guidano la manovra con la massima affidabilità.
“La stazione gestisce pacchi di diverse dimensioni. La nostra interfaccia si monta su qualsiasi drone cargo senza modificarne l’avionica – precisano ancora l’Amministratore Unico e il Direttore Tecnico –. Una volta vicina alla stazione, è lei a dialogare con il controllo da remoto del drone, fornendo micro-comandi di precisione per completare l’operazione. Questo approccio ‘drone-agnostic’ permette di utilizzare flotte eterogenee senza dover progettare robot volanti ad hoc”. L’azienda ha mosso i primi passi nell’imprenditoria, formandosi nel noto incubatore milanese, Innovits, ottenendo la registrazione come startup innovativa alla Camera di Commercio di Varese e “acquisendo la piena titolarità del brevetto concesso in via eccezionale da Leonardo in quanto noi siamo gli inventori”, precisano ancora gli startupper. Ma la strada, in parte, è ancora tutta da percorrere, seppur con sentieri ben delineati. “In questo momento, prima di sbarcare sul mercato, stiamo realizzando non un semplice prototipo, ma un dimostratore che rispecchi quasi totalmente nelle sue funzioni, la stazione per i droni, capace di movimentare fino a 30 chili”, raccontano Manosperti e Iaia. Un business pronto a decollare in tempi brevi. In Italia, al momento, non esistono realtà che svolgono un’attività simile: “Mentre il mercato guarda soprattutto allo sviluppo dei droni, la nostra startup innovativa ha scelto di presidiare l’anello mancante, ovvero quello della stazione di terra – tengono a precisare ancora i fondatori –. Ed è proprio su questo terreno che si gioca la partita più importante per rendere l’aero logistica un servizio quotidiano rivolto alla comunità e non più un’idea futuristica e difficilmente realizzabile”.
In programma, da qui al prossimo futuro, un piano di crescita strutturato: “Per prima cosa costruiremo il dimostratore, successivamente avvieremo i primi impianti pilota con gli operatori logistici e infine industrializzeremo la piattaforma con moduli scalabili”. Un business che non si rivolge direttamente al consumatore finale, ma si interfaccia con i principali operatori logistici. Tra i traguardi da raggiungere, inoltre, un’apertura internazionale: “L’interesse per questa infrastruttura è tangibile, soprattutto negli Emirati Arabi, dove entro il 2030 si punta a spostare il 30% delle consegne sui droni”. Ma il baricentro resta Varese: “L’obiettivo è quello di diventare un polo industriale in grado di attrarre talenti e creare occupazione”, concludono Manosperti e Iaia. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la collaborazione con l’ITS Mobilita Academy di Somma Lombardo. Gli studenti, dai manutentori aeronautici agli esperti di additive manufacturing ed elettromeccanica, hanno potuto lavorare direttamente sul brevetto della startup con progetti di design thinking, sperimentando cosa significa trasformare un’idea brevettata in un prodotto concreto. Non solo teoria, insomma: uno dei diplomati collabora già come disegnatore nel team di Drone Docks.


