Giovani alla ricerca dell’Happiness
Il progetto d’Oratorio aperto, promosso dalla Pastorale Giovanile
del Decanato di Varese, mette a disposizione un luogo in cui ragazze
e ragazzi possano sentirsi liberi di stare in compagnia.
Un brutto voto a scuola. Un litigio con i genitori. Quella sensazione di non riuscire a far parte di nessun gruppo di amici, o almeno, non di quello “giusto”. È innegabile che i ragazzi e le ragazze dei giorni nostri vivano e si trovino ad affrontare le situazioni difficili spesso in maniera faticosa, complice anche il contesto storico e culturale attuale.
Offrire agli adolescenti di Varese uno spazio accogliente dove incontrarsi, per stare insieme, per studiare, per farsi compagnia, per confrontarsi, con la presenza costante e discreta di educatori professionali e di adulti volontari: con questo obiettivo è nato, nel febbraio del 2021, il progetto Happiness, come risposta ad una crescente situazione di disagio giovanile, inasprita dalla pandemia da Covid-19.
“Ci siamo accorti che molti giovani non frequentavano più gli oratori – racconta Filippo Maroni, coordinatore di Happiness e educatore della cooperativa Pepita – o comunque non erano più attivi a livello sociale. Quindi ci siamo chiesti cosa potessimo fare a riguardo. Dopo aver individuato la giusta location, a due passi dalla centrale Piazza Monte Grappa varesina, abbiamo dato vita ad uno spazio dedicato agli adolescenti che spesso trascorrevano le giornate in strada. Un luogo fisico in cui potessero incontrarsi ogni pomeriggio e trovare delle figure adulte di supporto”.
Happiness è un progetto d’Oratorio aperto, sostenuto da Fondazione Comunitaria del Varesotto e Casa Matteo Varese e promosso dalla Pastorale Giovanile del Decanato di Varese. La disponibilità della Comunità Pastorale Sant’Antonio Abate ha messo a disposizione del progetto i locali dell’Oratorio di San Vittore, in via San Francesco 15 a Varese.
Tutto è partito da Maroni, che insieme a due docenti ed un gruppo di studenti di una classe di un Liceo delle Scienze Umane opzione Economico Sociale paritario della città hanno cominciato ad incontrarsi, dando vita ad uno spazio semplice: un paio di divani, qualche tavolo da ping-pong e laboratori di fumetti, registrazione di podcast e musica.
L’Oratorio aperto, che negli anni ha accolto oltre 2.000 tra ragazzi e ragazze, rappresenta un ambiente in cui sentirsi liberi e, soprattutto, poter stare gratuitamente su base spontanea, senza obblighi di iscrizione. “Il grosso del lavoro consiste sì nel dare uno spazio ai giovani, ma anche e soprattutto nel riconnetterli al territorio – spiega Filippo Maroni –. Molti di loro sfuggono alla rete sociale: magari non frequentano la scuola e finiscono per diventare invisibili. Noi ci poniamo come un tramite, cercando di comprendere le loro situazioni e di attivare la rete territoriale che stiamo costruendo. In questo modo promuoviamo interventi mirati, contattando enti e servizi capaci di supportarli concretamente nel percorso di emersione dall’invisibilità”.
Tra le attività di Happiness, un ruolo importante è svolto dallo Sportello “Giovani al Lavoro”, gestito in collaborazione con il fondo Casa Matteo Varese e la cooperativa l’Aquilone. Lo Sportello si occupa di aiutare i ragazzi nella ricerca di una posizione lavorativa, attraverso uno o più colloqui orientativi, la stesura di un curriculum ed un bilancio delle competenze.
Il primo obiettivo è l’aggancio dei giovani, spesso Neet (ovvero che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi di formazione), alla rete dei servizi al lavoro (come i Centri per l’Impiego e il NIL – Nucleo d’Inserimento Lavorativo) o con aziende del territorio.
Proprio su quest’ultimo punto, di recente, il progetto ha fatto un passo avanti, promuovendo attività specifiche legate al mondo del lavoro e cercando, così, di coinvolgere imprese e attività varesine che possano mostrare ai ragazzi un mestiere, innescando così in loro una scintilla di interesse.
“Con un dialogo tra Progetto e Associazioni datoriali, tra cui anche Confindustria Varese – racconta Laura Caruso, Garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Varese –, abbiamo organizzato un incontro in TIGROS, durante il quale 6 tra ragazzi e ragazze hanno avuto la possibilità di vedere da vicino le principali attività che vengono svolte ogni giorno all’interno del centro di distribuzione di Cassano Magnago e hanno potuto fare dei colloqui di lavoro con i responsabili HR dell’azienda. È importante mostrare agli adolescenti esperienze come queste, perché possono accendere in loro la curiosità e la voglia di mettersi in gioco, con il risultato di una riconnessione al tessuto sociale attraverso il lavoro”.
All’interno dello spazio libero di San Vittore, operano diverse professionalità: fondamentale è il ruolo dell’educatore, che in sicurezza sta in mezzo ai ragazzi e si pone come figura di fiducia nei loro confronti. Importanti anche i volontari, che con attività di back office si occupano di intermediare con i vari servizi sociali, per dare aiuto ai giovani e alle giovani, di origini diverse e con problematiche differenti, insieme alla coordinazione della cooperativa sociale Pepita. “I ragazzi – racconta Maroni – sono per la maggior parte di origine straniera e di fede musulmana, ma il nostro obiettivo non è catechizzare, ma piuttosto avere un ruolo sociale. Un adulto, solitamente, può contare su una rete di appoggio, un adolescente spesso no e finisce, quindi, per sentirsi abbandonato. Noi interveniamo mettendo a disposizione le nostre competenze e le nostre relazioni”. Il progetto Happiness intende sensibilizzare l’intera comunità locale, affinché si riconosca parte attiva nella costruzione di una società capace di prendersi cura di ogni giovane con la stessa attenzione e responsabilità. Anche attraverso servizi come uno sportello psicologico, uno di orientamento al lavoro, uno di prevenzione e informazione sull’utilizzo di sostanze stupefacenti, uno all’affettività e sessualità.