Un’impresa da effetto WoW
Lo sviluppo di una tecnologia (basata sulla realtà aumentata) che apre nuove frontiere nel mondo della prototipazione dei prodotti
Lo sviluppo di una tecnologia (basata sulla realtà aumentata) che apre nuove frontiere nel mondo della prototipazione dei prodotti (soprattutto nel settore moda), permettendo a un oggetto bianco di assumere ogni tipo di aspetto estetico. È l’idea imprenditoriale messa a punto dalla startup innovativa Why Only White, il cui acronimo richiama la capacità di creare stupore in chi si trova di fronte a presentazioni dove borse, scarpe o capi d’abbigliamento cambiano colore e texture in tempo reale. Una realtà, nata poco più di un anno fa a Varese, oggi spin-off del Politecnico di Milano
Immaginiamo di entrare in una stanza vuota. Un ufficio o una sala riunioni. Sul tavolo è posizionato un oggetto. Può trattarsi di una borsa oppure di una scarpa. Poco importa. Quello che fa la differenza, però, è il colore: deve essere bianco. Grazie all’utilizzo di un tradizionale proiettore e a dei sensori che consentono alla piattaforma software di riconoscerne forma e posizione nello spazio, questo prodotto assumerà un aspetto estetico completamente nuovo. Le forme rimarranno le stesse, mentre a cambiare saranno i colori e la texture. Quello che percepiscono le persone nella stanza è sicuramente una sensazione di stupore. Un vero e proprio “effetto WoW”. Espressione che solitamente si utilizza per descrivere un avvenimento in grado di lasciare a bocca aperta, diventata acronimo di Why Only White (perché solo bianco, ndr): questo il nome di una startup innovativa di Varese che ha sviluppato un’idea imprenditoriale nell’ambito della realtà aumentata (AR). L’azienda ha mosso i primi passi nel campo di applicazione del packaging e oggi opera principalmente nel settore della moda e del fashion per la parte degli accessori. Tra i brand con cui ha collaborato, il famoso marchio francese Yves Saint Laurent.
“L’idea di WoW nasce nel 2016 con un progetto di ricerca finanziato dalla Comunità Europea, Spark – afferma Federico Morosi, ricercatore e fondatore della startup insieme ai docenti Gaetano Cascini, Giandomenico Caruso e Nicolò Beccatini –. Lo scopo era quello di sviluppare una nuova generazione di soluzioni di AR per stimolare la creatività nei processi collaborativi di sviluppo del prodotto”. Una progettualità che, con il tempo, è diventata impresa. “La nostra azienda è nata ufficialmente poco più di un anno fa e successivamente ci siamo accreditati per diventare uno spin-off del Politecnico di Milano e siamo stati ‘accelerati’ dagli incubatori deep-tech PoliHub, Almacube e StartLab – continua Morosi –. La tecnologia che abbiamo sviluppato si fonda sui principi della realtà aumentata, ma la vera idea imprenditoriale e innovativa è un’altra”. Quello che contraddistingue Why Only White, infatti, non è la capacità di rendere visibili digitalmente oggetti fisici che, però, non esistono. La peculiarità sta nella capacità di usare la tecnologia AR su un prodotto che fisicamente esiste già, dando la possibilità di modellarlo a proprio piacimento. “Un perfetto equilibrio tra hardware e software – spiega il founder –. In questo modo, un oggetto all’apparenza bianco può diventare di pelle o di velluto e cambiare colore”.
Un sistema intelligente, appunto, che da un lato permette di simulare la parte estetica di un accessorio di lusso e dall’altro interviene sull’intero processo produttivo, efficientandone gran parte dei passaggi. “Soprattutto nel settore della moda – sottolinea di nuovo Federico Morosi –, il numero di capi da prototipare è elevato. Gli investimenti sono spesso molto costosi e anche le tempistiche si dilatano molto”. Grazie alla realtà aumentata in generale, e a questo particolare utilizzo messo a punto dalla startup WoW, “è possibile realizzare un solo prototipo e, in tempo reale, se ne possono osservare i cambiamenti e gli sviluppi in corso di realizzazione”. Il proiettore, inoltre, sostituisce i famosi visori o gli smartphone. “Anche questo è un aspetto da tenere in considerazione – incalza Morosi –. La tecnologia attraverso questo sistema è usufruibile non solo da una persona alla volta, ma può essere utilizzata anche da un team che si trova in uno stesso spazio”. E poi c’è il vantaggio di avere un oggetto di partenza fisico. È possibile maneggiare il prodotto e il proiettore si adatta di conseguenza anche ai movimenti. È una tecnologia adattabile a molti ambiti, con un ampio spettro di applicazione.
Quello che contraddistingue Why Only White è la capacità di usare la tecnologia su un prodotto che fisicamente esiste già, dando la possibilità di modellarlo a proprio piacimento
“Uno dei nostri obiettivi futuri è quello di rendere questo sistema idoneo anche alla personalizzazione – informa il founder di Why Only White –. Per fare qualche esempio pratico, in un punto vendita può esserci l’esigenza di vedere dal vivo un capo, provarlo e doverlo personalizzare. Oppure, un accessorio già esistente, ma di una vecchia collezione, può essere rivenduto dopo modifiche e personalizzazioni per donargli nuova vita”. Per il futuro, una visione lungimirante: “Puntiamo a crescere sia in termini di personale sia in termini di fatturato – conclude Federico Morosi –. In questo senso stiamo lavorando per ottenere un primo round di finanziamento che ci permetta di consolidarci come impresa e trovare investitori pronti a sostenerci nei nostri progetti a venire. Il nostro impegno, inoltre, per i prossimi mesi, è quello di far sì che la nostra tecnologia sia completamente integrata e usufruibile da qualsiasi realtà”.