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"Hai sentito? Per due anni non daranno dividendi, non metteranno i soldi in banca, ma faranno investimenti per crescere. Mi sembra gente seria?. Questa battuta venne fatta ad alta voce da un anziano investitore, dopo aver assistito con la moglie alla presentazione della quotazione della Lu-Ve Spa sul mercato Aim di Borsa Italiana riservato alle Pmi. Sono passati solo tre anni da quel giorno e nel frattempo l?azienda di Uboldo, leader nella costruzione di scambiatori di calore, non solo è cresciuta in termini industriali e di fatturato ma è approdata sull?Mta, il principale mercato gestito da Borsa Italiana. Un approdo quasi naturale perché nei suoi trentatré anni di vita Lu-Ve ha sempre avuto come obiettivo la crescita e per raggiungerlo ha dovuto cercare finanziatori esterni e aprirsi al mercato, incrociando nel suo percorso partner industriali, tra cui Zoppas Industries, venture capitalist e investitori finanziari, come Mediobanca.

Lu-Ve Spa, realtà di Uboldo che produce scambiatori di calore per tutti i principali mercati internazionali, è un esempio lampante del perché ad un certo punto un?impresa senta il bisogno di quotarsi in Borsa. Un percorso iniziato con lo sbarco sull?Aim e oggi approdato al listino principale Mta

?Se hai bisogno di alzare il tiro - spiega Iginio Liberali, Presidente di Lu-Ve Spa - devi trovare finanza fuori dall?azienda. La quotazione per noi era un passaggio ineludibile e per realizzarlo ci abbiamo messo tanta volontà e determinazione perché ci sono molti costi da affrontare e corposi documenti da produrre, solo per la Consob ne abbiamo redatto uno di settecento pagine?. Attualmente la famiglia Liberali, fondatrice del gruppo, detiene la maggioranza del pacchetto azionario (50,8%), la famiglia Faggioli controlla il 17,56% e altri il 32,6%. La quotazione non comporta solo costi, oneri burocratici, pressione sull?organizzazione e sul management, ma anche tanti vantaggi. ?Andare in Borsa - continua Iginio Liberali - significa aumentare la visibilità della tua azienda, vederne crescere la reputazione, confrontarti con il mercato e apprendere da soggetti esterni alla tua realtà. E poi quando hai soldi, tutti ti offrono soldi. Insomma, la quotazione dà fiato ai polmoni della crescita?.

Anche se il cuore e la mente sono rimasti in Italia, Lu-Ve è a tutti gli effetti una multinazionale tascabile. Ha un fatturato di 272 milioni di euro, esporta l?80% della sua produzione in 100 paesi del mondo, dà lavoro a oltre 2.500 persone, di cui almeno 800 in Italia, ha collaborato con 22 università, tra cui il Politecnico di Milano, e nei suoi laboratori di ricerca e sviluppo si sperimentano nanotecnologie e nuovi materiali per la refrigerazione. Il gruppo Lu-Ve è un bell?esempio di capitalismo famigliare italiano che ha saputo gestire in modo coerente il passaggio generazionale, una delle fasi più delicate nella vita di un?impresa e dall?esito per niente scontato. Matteo e Fabio Liberali, la seconda generazione, sono da tempo al lavoro in azienda con ruoli manageriali, dopo aver maturato esperienze fuori dal ?nido di famiglia? e in settori diversi. ?In questo percorso di crescita - sottolinea il presidente di Lu-Ve Spa - noi rivendichiamo una continuità, mentre molte aziende passate di mano hanno avuto vicissitudini non sempre positive.

Il Presidente di Lu-Ve Spa, Iginio Liberali: ?Andare in Borsa significa aumentare la visibilità della tua azienda, vederne crescere la reputazione. La quotazione dà fiato ai polmoni della crescita?

Quando diciamo che la nostra passione è di famiglia, intendiamo dire che i nostri giovani hanno ereditato alcuni valori che sono la base del nostro modo di fare impresa?. Si cresce anche per acquisizioni e così nel 2016 Lu-Ve ha comprato Spirotech, una società indiana con sede produttiva vicino a Nuova Dehli, attiva nella produzione di scambiatori di calore tecnologicamente avanzati, il cui fatturato è realizzato per oltre il 70% all?estero. Un acquisto voluto dall?amministratore delegato Matteo Liberali che non ha deluso le aspettative. Nel 2017 l?azienda indiana è infatti cresciuta del 28%. ?È una bella realtà che ha potenzialità enormi - dice Iginio Liberali -. Spirotech ci ha aperto nuovi mercati e rapporti con marchi del calibro di Bosch ed Electrolux. I loro manager hanno quasi tutti studiato negli Stati Uniti e quindi c?è una certa coerenza tra il nostro stile di fare impresa e il loro?. Lu-Ve Spa guarda però anche in direzione del Vecchio Continente, in particolare alla Polonia, dove ha previsto un piano di investimento complessivo di 36 milioni di euro nell?area industriale di Gliwice. Il terreno di 60mila metri quadrati è già stato acquistato per circa 2 milioni e mezzo di euro e ospiterà un nuovo stabilimento produttivo, che andrà ad aggiungersi agli altri dieci. Dire che l?azienda di Uboldo ha condizionato mezzo mondo non è una battuta. I suoi impianti hanno reso migliore l?aria dell?Eliseo, dell?aeroporto di Jedda, raffreddato la centrale di controllo dello stretto di Panama e consentito ai campioni di hockey su ghiaccio di giocare al Bolshoy ice dome, uno dei simboli delle olimpiadi invernali di So?i. Il giorno della quotazione, Iginio Liberali paragonò la sua creatura a una bella signora. ?Lo è ancora oggi - conclude sorridendo -. È in buona salute. Ma i più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti?. 

 

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