Raffinato collezionista e filantropo elvetico, Giovanni Züst (Basilea 1887- Rancate 1976) è  ricordato, a quarant’anni dalla  morte, da una mostra, curata da Mariangela Agliati Ruggia, che ne evidenzia il grande amore per la sua terra e l’attenzione all’arte. 

Quadri, antichità e argenti: a Rancate, per la prima volta, una rassegna che raccoglie il patrimonio artistico del collezionista e filantropo elvetico

Per la prima volta sono raccolte in un'unica rassegna, nella sede della Pinacoteca cantonale di  Rancate, suo paese d'elezione, le collezioni d'arte donate ai musei pubblici svizzeri dallo Züst: oltre ai dipinti  assegnati  alla prima, anche gli antichi reperti da lui destinati  all'Antikenmuseum di Basilea e al Museo Storico ed Etnografico di Sangallo.
Lo scopo del progetto, sostenuto dal dipartimento della Cultura e dello Sport,  è  di ricordare anche, accanto alla data di morte del benefattore, di cui si sta ricostruendo la figura attraverso nuove e interessanti scoperte,  la ricorrenza dei cinquant’anni dalla donazione al  Cantone Ticino:  una parte importante della sua collezione di artisti ticinesi e lombardi, operanti  tra il Seicento e l'Ottocento. Vi si contano, accanto a ragguardevoli opere seicentesche del grande asconese  Serodine, che fanno di Rancate un polo serodiniano, anche un nucleo di opere del Settecento di Giuseppe Antonio Petrini da Carona, e presenze artistiche di pittori locali dell'Ottocento come Antonio Rinaldi da Tremona, Ernesto Fontana, Pietro Anastasio, Adolfo Feragutti Visconti, Gioachimo Galbusera, Luigi Rossi.
A farsi protagonista dell'omaggio alla memoria di Züst non poteva che essere  il museo di Rancate, località in cui il nostro visse dal 1930, nella grandiosa villa acquistata dalla famiglia Botta, il cosiddetto palazzo dei russi, dispensando alla stessa Rancate e ai concittadini grandi attenzioni e favori, frutto della sua generosità e intraprendenza manageriale.
Nato a Basilea il 24 gennaio 1887 dal barbiere Johann Jakobe da Ida Im Obersteg, dopo un apprendistato da spedizioniere presso la ditta Erhard Schneider si trasferì, ancor  giovanissimo, a Luino. Fonderà  a Chiasso nel 1911  la Züst e Bachmeier, e approderà, dopo aver lavorato ancora a Basilea e Zurigo, nel 1925, nel Ticino.
La ricerca collezionistica di Züst si evidenzia nella rassegna rancatese, oltre che attraverso le opere pittoriche costituenti  la ben nota collezione  del locale museo, ospitata nella sede dell'ex casa parrocchiale restaurata dagli architetti Carloni e Cavadini, nei raffinatissimi e preziosi argenti donati nel 1967 al Museo di San Gallo e nei reperti antichi offerti al Cantone di Basilea nel '59. Il  nucleo collezionistico di Züst, imponente per numero di opere, ben seicento e tutte provenienti dall'Italia, ma di culture ed epoche diverse, fu determinante, come ricorda l'attuale direttore Andrea Bignasca, per dare impulso alla nascita dell'Antikenmuseum di Basilea. Tra i più interessanti pezzi di arte antica in mostra  l'urna funeraria in tufo con coperchio della seconda metà del II secolo A.C. , proveniente dall'Etruria, e il frontone funerario di Lucio Otacilio, 230 d.C. di provenienza romana. Notevoli anche le anfore attiche, come quella a figure nere del Pittore dell'Altalena del 540-530 a. C. Circa gli argenti donati  a  San Gallo, si tratta per lo più di recipienti raffinatissimi di uso profano databili tra il XVI e il XVIII secolo, realizzati in gran parte ad Augusta e Norimberga: sono calici, oggetti da collezione, boccali con coperchi-splendidi alcuni esemplari ricoperti  in avorio e ancora bricchi, zuccheriere e ciotole per offrire caffè e tè.

Nel 2011 fondò a Chiasso la Züst e Bachmeier, per approdare, dopo aver lavorato ancora a Basilea e Zurigo, nel 1925, nel Canton Ticino

Per raccontare ancora  in minima parte quel che troverà il  visitatore della rassegna di Rancate, accanto ai preziosi  Serodine, come il "San Pietro che legge" (1628-30 ca.), acquistato da Züst negli anni Quaranta, o al "David con la testa di Golia" del Petrini ( 1710-1730 ca.) ci si  incontra con il  tanto e buon lavoro di Antonio Rinaldi, artista "semplice" ma niente affatto provinciale, secondo alcuni critici avvicinabile al Piccio, eclettico interprete di un realismo descrittivo improntato a freschezza e poesia. Si vedano i delicati  ritratti dei figli, alcuni purtroppo morti in tenera età e  raccontati  sul letto di morte, ma anche quelli femminili,  intensi per  risultati espressivi,  e ancora i ricchi bouquet floreali, di raffinata esecuzione, avvicinabili alle prove più nobili dei maestri del suo tempo.
Né  passano inosservate le affascinanti atmosfere di Rossi, già omaggiato a Rancate in rassegne indimenticabili, o i particolari cromatismi dell'estroso Feragutti.
É noto che Züst, grazie al suo lavoro, occupandosi spesso della spedizione di opere d'arte di ragguardevole valore destinate a importanti rassegne, ebbe l'opportunità di conoscere, ricevendone consigli e suggerimenti preziosi, personaggi come il barone Thyssen e il principe del Liechtenstein. Con il primo condivideva un'altra passione, quella per il tennis.
Züst  amava infatti  il suo lavoro e il collezionismo, ma  molto anche lo sport. E ne praticò  tanti, come dimostrano filmati e foto in mostra. Dal calcio, che gli permise di esprimere in gioventù le sue potenzialità di goleador nella squadra del Luino,  al pattinaggio, allo sci , persino all'escursionismo già  in età matura e a una passione per i viaggi che lo spinse, per i suoi cinquant'anni, a compiere il giro del mondo.  
Perché questo era Züst , un uomo eclettico, innamorato della vita, e un libero cittadino del mondo.

Arte. Antichità. Argenti.
Le collezioni di Giovanni Züst nei musei di Rancate, Basilea e San Gallo
20 marzo - 28 agosto 2016
A cura di Mariangela Agliati Ruggia
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst
Via Pinacoteca Züst 2
Rancate Mendrisio
decs-pinacoteca.zuest@ti.ch;
www.ti.ch/zuest
Da marzo a giugno: 9-12/14-17
Luglio e agosto : 14-18

Testi in catalogo di M. Agliati Ruggia, A. Brambilla, A.Bignasca, I.Studer-Geisser


 



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