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Il sogno di ogni bambino che fa sport (in un campo, in una palestra, su una pista…) è quello di diventare sempre più forte e, anno dopo anno, raggiungere risultati per diventare professionista o comunque gareggiare ai massimi livelli. Una meta che purtroppo è per pochissimi, qualunque sia l’ambito scelto. Con il passare del tempo, però, la passione per una disciplina sportiva può ugualmente trasformarsi in un’esperienza lavorativa, anche di alto profilo professionale. Per questo motivo, negli ultimi anni, il mondo scolastico e accademico ha iniziato a proporre istituti e corsi ad hoc, in modo da dare ai giovani interessati gli strumenti adatti per restare nel mondo dello sport agonistico in qualità di “addetti ai lavori”.

Segretari generali, responsabili marketing, esperti di finanza: i club e le federazioni di varie discipline come il calcio, il basket e i motori sono alla caccia di una nuova classe dirigente. Sempre più preparata e formata
Un esempio calzante a livello accademico è quanto sta facendo la LIUC – Università Cattaneo, dove è stato creato un corso di laurea - unico in Italia - di Management dello Sport, interno alla Scuola di Economia. “In questo ambito gli studenti ricevono una preparazione che va dal marketing al diritto sportivo, dall’economia dello sport alla gestione delle imprese sportive”, spiega il professor Ernesto Paolillo, un passato di dirigente calcistico di alto profilo tra Spezia, Inter ed ECA, l’associazione europea dei club professionistici. “Dal nostro corso di laurea escono manager preparati per un mercato del lavoro che sta nascendo, quello appunto della gestione di aziende che operano nello sport, un campo dove non è più tempo di figure improvvisate. Pensiamo per esempio alle necessità che hanno oggi i club calcistici per via del fair play finanziario, a causa del quale i dirigenti devono rendere redditizie le attività della società. Oppure alla richiesta che arriva da altre discipline come il basket, i motori, il ciclismo e a quelle che sulla carta sono ancora dilettantistiche ma di alto livello. E pensiamo ancora - prosegue Paolillo - alle necessità di federazioni e leghe: anche in queste strutture ci sono già esempi di segretari generali o responsabili marketing “moderni” che hanno dato una spinta innovativa e professionale ai propri ambiti”. Secondo Paolillo, questa preparazione può essere interessante anche per quegli atleti giunti al termine della carriera agonistica: “Per ora alla LIUC abbiamo alcuni calciatori arrivati fino al campionato di Lega Pro o a quelli Dilettanti, così come un giovane cestista che ha sfiorato la Serie A. Io però credo che con il passare del tempo possano iscriversi con sempre maggiore frequenza ex atleti professionisti: un tempo l’inserimento nei quadri di una società era naturale, ora invece chi ha una preparazione specifica al di fuori del campo di gioco può sicuramente trovare maggiore spazio nelle dirigenze”.

Alla LIUC - Università Cattaneo è stato creato un corso di laurea - unico in Italia - di Management dello Sport, interno alla Scuola di Economia
Paolillo chiude sottolineando come la preparazione migliore per accedere al corso di laurea in Management dello Sport sarà, negli anni a venire, quella fornita dai “Licei dello sport”, tipologia di scuola superiore nata due anni fa che in Lombardia conta 12 istituti. Questi sono raggruppati in una rete coordinata dalla professoressa Maria Grazia Fornaroli, dirigente scolastico del “Leonardo da Vinci” di Carate Brianza. Un sistema, quello della rete regionale, che ha finalità di dialogo sia con gli uffici scolastici e il ministero, sia con il Coni e le federazioni. “Le situazioni, in questo senso, sono molto diverse a seconda delle singole province. Nel Varesotto lo “Stein” di Gavirate ha certamente trovato un terreno favorevole per la collaborazione con le federazioni e i tecnici, molto più di altre realtà”, spiega la professoressa Fornaroli che prosegue: “L’esperienza dei licei dello sport è solo al secondo anno e quindi è prematura per il passaggio al mondo del lavoro, ma è il proseguimento di una serie di sperimentazioni fatte negli anni passati che hanno già permesso a parecchi studenti di diplomarsi”. Ma quali sbocchi avranno, dopo la maturità, gli iscritti a questi istituti? “Ricordiamo che si tratta di licei - prosegue Fornaroli - e quindi molti sono già intenzionati a proseguire gli studi con l’Università. Abbiamo diversi ragazzi interessati al settore sanitario, sia a livello di medicina sia di fisioterapia, altri che desiderano approfondire le tematiche di gestione di club e centri sportivi, tutte aree dove potranno lavorare in futuro. Dalla terza liceo il programma prevede lo studio di materie specifiche come diritto, marketing ed economia sportivi e l’alternanza scuola-lavoro obbligatoria. È un percorso nuovo per l’istruzione italiana e quindi tutto da scoprire, ma comunque i ragazzi entreranno a diretto contatto con figure dirigenziali. In questo senso, crediamo che chi frequenta la nostra scuola faccia bene a iniziare a collaborare con società dilettantistiche: i ragazzi che fanno agonismo spesso si allenano senza capire le necessità del proprio club e il lavoro che viene fatto dietro alle quinte. Entrare a contatto con gli “operatori dell’organizzazione” è senz’altro un buon modo per muovere i primi passi in questo mondo”.


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