Ha riaperto al pubblico, dopo lunghi lavori di restauro, il Museo del Paesaggio di Pallanza, a Verbania. Il completamento definitivo dei lavori avverrà più avanti, ma intanto Palazzo Viani Dugnani ospita fino al 30 ottobre, nelle rinnovate sale del piano terra, la bella mostra a cura di Federica Rabai, conservatore della istituzione museale, omaggio ai centocinquanta anni dalla nascita di Paolo Troubetzkoy (1866-1938). In essa sono compresi 150 gessi dell’autore, oltre a bronzi, marmi, cere, tutte opere che rivelano nel loro insieme la complessità tecnica e la bellezza di un’arte definita di matrice impressionista dagli studiosi.

Riapre a Verbania il Museo del Paesaggio con un omaggio a Paolo Troubetzkoy a 150 anni dalla nascita. L’artista amico di Tolstoj, Rodin, Chaplin

Ad accompagnare il suggestivo percorso, che comprende anche la fedele ricostruzione dello studio parigino dell’artista,  è la raccolta di documenti e fotografie dei Troubetzkoy donate dai discendenti: con scatti dell’artista e di illustri amici ed ospiti nei luoghi del territorio, ma anche in terra russa (dal 1898 al 1905), dove il nostro conobbe Lev Tolstoj, e nelle località oltreoceano  in cui lo scultore andò ad affinare la sua arte negli anni.

L’amicizia con l’autore di “Guerra e pace” si tradusse in vicendevole stima e lo scultore, convinto delle abitudini frugali del primo, si fece a sua volta vegetariano. Una scelta di vita che pagherà sul finire, per le inarrestabili conseguenze di una fortissima anemia. Dell’amicizia con Tolstoj sono testimonianza in mostra gli insuperabili ritratti dedicati al letterato.
Gli eredi della famiglia donarono nel 1938 al Museo del Paesaggio l’ampia gipsoteca, che costituisce dunque, accanto a opere di importanti pittori e scultori locali, la più ricca testimonianza di un artista, legato al territorio di Verbania, e che nella città di Intra era nato nel 1866.

Nel 1867 il padre, il principe Pietro, ex generale e governatore militare, poi ambasciatore russo, nonché esperto e appassionato di botanica, s’innamora a Ghiffa di un ampio terreno affacciato sul lago Maggiore, dove edifica una villa, ispirata alle costruzioni alpine e alle dacie russe. Villa Ada, così battezzata in onore della moglie, la nota cantante lirica americana Ada Winans, sarà motivo di ammirazione da parte degli illustri visitatori dei Troubetzkoy. E al contempo sarà importante centro culturale frequentato dal bel mondo internazionale. Raccontare l’arte di Paolo Troubetzkoy significa dunque avvicinarsi a uno scultore che, per unanime riconoscimento degli studiosi, possedeva un’innata e rara capacità di plasmare la materia, ma comprendere anche come il Verbano e certe sue località abbiano raccolto, attorno alle sue acque e all’affascinante paesaggio, il meglio del panorama culturale e storico tra Otto e Novecento. Pietro e Ada ebbero tre figli, Pierre, Paolo e Luigi, cui toccò la fortuna di conoscere quel mondo e quelle persone. Tra gli altri il pittore Daniele Ranzoni, che partecipò anche alla progettazione del parco della villa, ed ebbe un ruolo rilevante nella vita di Paolo, perché fu proprio lui ad avvicinare e avviare i figli del principe all’arte.

Tra gli illustri ospiti della casa saranno anche gli artisti Tranquillo Cremona e Giovanni  Segantini, di cui è in mostra il noto ritratto definito da Rossana Bossaglia “un pezzo emozionante” testimonianza di “ quel dono che Troubetzkoy possedeva di cogliere la freschezza della figura animata, ma insieme di stringere in un tratto stilistico sintetico la sua personalità”. E ancora Emilio Longoni e Achille Tominetti, Augusto Laforet, Leonardo Bazzaro, oltre che lo scultore Giuseppe Grandi e i compositori Alfredo Catalani e  Arrigo Boito.

Giungeranno nel tempo anche i grandi della storia e della politica nazionale e internazionale, da Cesare Correnti al presidente degli Stati Uniti Ulisse Grant, e molti esponenti del mondo culturale, come Eugenio Torelli Viollier, fondatore del Corriere della Sera, i fratelli Treves, Emilio e Giuseppe, e  Eleonora Duse con Gabriele d’Annunzio che dello scultore era convinto ammiratore.  
La testimonianza del fratello Luigi, suo biografo, attesterà negli anni la propensione di Paolo  per la plastilina fin dall’infanzia, sottolineata anche dallo scultore Giuseppe Grandi, che aveva osservato e ammirato una  testa di cavallo plasmata dal giovanissimo amico. Fu scelta facile seguire quella strada, mentre il fratello Pierre si dedicherà in Inghilterra alla ritrattistica pittorica di esponenti  del bel mondo.

Gessi, bronzi, marmi, cere, tutte opere che rivelano nel loro insieme la complessità tecnica e la bellezza di un’arte, quella di Paolo Troubetzkoy, definita di matrice impressionista dagli studiosi

Ma l’accademia andava stretta a Paolo. E, dopo aver bazzicato a Milano gli studi di Renato Barcaglia e Eugenio Bazzaro, a metà degli anni Ottanta preferirà piuttosto avvalersi in proprio  di consigli e contatti col mondo culturale del tempo. Forte delle importanti frequentazioni, oltre che di una indiscussa superiorità artistica, non gli sarà difficile far conoscere la sua arte nelle esposizioni annuali a Brera, alle Triennali milanesi, alle Biennali veneziane, e in altre mostre in giro per l’Italia. Si recherà anche nella terra madre russa. Sarà poi la situazione politica sempre più instabile a suggerirgli nel tempo prolungati soggiorni a Parigi, Londra e poi  in America, dove entra in amicizia anche con molti attori di Hollywood, tra cui Chaplin.

Sono gli importanti anni della frequentazione con Tolstoy, ma anche con il grande Rodin  e con il mondo della finanza internazionale,  le cui mogli e  figlie furono da lui più volte ritratte. E sono  gli anni dell’incontro con la moglie bellissima Elin Sundstrom, sua modella prediletta, conosciuta a Stoccolma nel 1898, da cui avrà il piccolo Pierre, purtroppo morto in tenera età.  
La mostra di Pallanza racconta un doppio percorso d’artista: quello locale che Troubetzkoy avrà occasione di coltivare sul lago Maggiore, sua culla e poi definitivo approdo nella Cabianca di Suna, e quello internazionale. Le sale offrono la possibilità di accostarsi per temi (tra i prediletti la ritrattistica femminile, con un nucleo dedicato alle ballerine, e l’infanzia, nella cui resa è maestro), ma anche per soggetti: dalle esponenti femminili del bel mondo, ai giovanissimi rampolli di importanti casate, ai più noti personaggi del mondo culturale come Auguste Rodin, di cui divenne amico, o come il commediografo George Bernard Show, dai musicisti  Verdi e Puccini, agli eroi nazionali come Garibaldi, allo zar Alessandro III. L’importante monumento equestre dedicato a Garibaldi, il cui imponente gesso occupa la sala che conclude il suggestivo allestimento di Palazzo Viani Dugnani, rimane testimonianza di uno sforzo che non ebbe pratico coronamento nonostante il plauso di d’Annunzio. Miglior sorte era toccata al solido monumento che ritrae l’imperatore Alessandro III a cavallo, poi collocato in quel di San Pietroburgo nel 1909, la cui felice vicenda, iniziata nel 1901, è  documentata in mostra da numerose foto e disegni di progetti.

Ancora, sono presenti in mostra i gessi del bel monumento ai caduti della prima grande guerra, eretto in Pallanza - una mamma che stringe un bambino tra le braccia - e parte di quello, realizzato nella stessa località, dedicato al senatore Carlo Cadorna, la cui salma fu tumulata sempre a Pallanza nella tomba di famiglia, nel 1891. Sul territorio dove l’artista nacque e chiuse la sua vita sono rimaste, oltre alla bella gipsoteca di palazzo Viani Dugnani, numerose testimonianze all’aperto, che accompagnano il passo di chi transita sul lungolago di una delle più amene località del mondo, cui la sorte ha concesso di specchiarsi nel Golfo Borromeo. A Villa Giulia, nel parco di quella che fu la residenza della famiglia Branca, il busto dedicato da Troubetzkoy a Toscanini - che trascorse sull’Isolino San Giovanni alcune delle sue estati migliori - appunta il suo sguardo indagatore verso la bellezza di quello scorcio di lago.

Museo del Paesaggio
150 Troubetzkoy 1866-2016
Palazzo Viani Dugnani, Verbania
Via Ruga, 44
4 giugno -30 ottobre 2016
da martedì a venerdì: 11.00 18.00
sabato e domenica: 10.00-19.00
Tel. 0323 556621 segreteria@museodelpaesaggio.it
www.museodelpaesaggio.it

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