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L’Unione Europea ha pronti 50mila euro per finanziare lo sviluppo di un progetto che ha l’ambizione di rivoluzionare il packaging alimentare. È quello ideato e portato avanti dalla MPG Manifattura Plastica Spa di Gallarate, azienda operante nel settore delle materie plastiche. Realtà che per centrare l’obiettivo si è fatta capofila di un’alleanza che vede impegnate anche la Color System Spa di Legnano (produzione di masterbatches) e il colosso alimentare Heinz Italia Spa, oltre che il team della società di consulenza tecnica Europartner – Inspiralia.

Un finanziamento della Commissione Europea per realizzare un nuovo imballo riciclabile, eco-sostenibile e in grado di allungare la vita degli alimenti conservati sugli scaffali dei supermercati
Questa la squadra messa insieme dalla MPG per arrivare ad un nuovo prodotto, un nuovo imballo per la lunga conservazione di quegli alimenti che non devono entrare in contatto con l’aria e con l’umidità. Un imballo fatto di un unico materiale plastico. E già questo è un dettaglio tecnico che negli imballaggi per alimenti non ha precedenti, come spiega Giampiero Perego, Presidente di MPG: “Nella gamma in cui vogliamo inserire questo nuovo prodotto non esistono attualmente imballi mono-materiale. Oggi tutti vengono realizzati partendo da diverse materie prime che poi devono essere accoppiate dando vita a tutta una serie di sprechi energetici a monte, nella fase di produzione, e a valle del consumo, al termine del quale gli imballaggi non sono riciclabili proprio per la loro eterogeneità nella composizione”. Un esempio potrebbe essere quello degli attuali contenitori del latte in polvere per i bambini fatti di cartone, fogli di alluminio e plastica. Ecco la MPG vorrebbe arrivare ad un contenitore realizzato tutto con una plastica particolare e, al termine dell’uso, riciclabile.
Questo uno dei motivi per cui la Commissione Europea ha deciso di sostenere il Progetto Claymbar della MPG, ammettendolo tra quelli meritevoli del sostegno dato tramite lo Sme-Instruments di Horizon2020, il programma con cui Bruxelles intende sostenere le attività di ricerca e sviluppo delle piccole e medie imprese europee.
Un progetto volto a migliorare l’ambiente e a diminuire il consumo di energia dell’industria, ma non solo. Il nuovo packaging allo studio della MPG avrà anche un’altra qualità importante: quella di poter conservare più a lungo gli alimenti, aumentando quella che in termini di settore viene chiamata la shelf-life. Ossia la vita del cibo conservato. Anche qui il vantaggio è generale per la collettività, con la riduzione degli sprechi e degli alimenti. “Il consumatore – racconta ancora Giampiero Perego – quando va al supermercato si concentra sulla qualità dell’alimento che deve comprare, dando per scontata la confezione che lo conserva. In realtà dietro c’è tutto un mondo di tecnologia in piena evoluzione che noi vogliamo contribuire a far crescere per permettere che il cibo possa stare sui banconi e gli scaffali più a lungo, diminuendo così il rischio di deperimento e dunque di scarto. Anche dal progresso tecnologico dei prodotti del nostro settore passa la difesa del diritto al cibo delle persone. Un diritto che si difende inevitabilmente con la riduzione degli sprechi”.

L'imballo sarà usato per pasta fresca, prodotti lattiero-caseari, alimenti per l’infanzia, cialde del caffè
Con vantaggi per la stessa industria alimentare italiana ed europea che con un packaging in grado di aumentare il tempo di vita del cibo confezionato può allargare il raggio di azione della propria capacità commerciale su mercati anche più lontani. “È pura matematica”, spiega il Presidente della MPG: “Se con le attuali tecniche di packaging un certo prodotto ha 10 giorni di vita, ipotizzando di farlo stare almeno 8 giorni sullo scaffale del supermercato, l’impresa produttrice potrà rifornire mercati ad un massimo di distanza di due giorni di viaggio e stoccaggio. Ma se ad un prodotto allunghiamo la vita a 50 giorni tutto cambia”. Sia per l’impresa produttrice dell’alimento, sia per il sistema logistico e di distribuzione. Con un abbassamento tra l’altro dei costi, visto che l’imballaggio verrà realizzato con un unico materiale in un’unica fase produttiva che richiederà meno energia.
Ma per quali alimenti potrebbe essere usato il nuovo imballaggio? In generale quelli che, per evitare alterazioni delle caratteristiche organolettiche, non devono entrare in contatto né con l’aria, né con l’acqua e quindi con l’umidità. Ad esempio i prodotti fatti con pasta fresca, o ancora la maggior parte degli alimenti lattiero-caseari, gli alimenti per l’infanzia (omogeneizzati e latte in polvere), il caffè in cialde, la gastronomia in genere.
Beni alimentari i cui maggiori produttori già oggi si rivolgono alla MPG che da Gallarate rifornisce nomi del calibro di Heinz, Igor, Midor, Nestlé, Plasmon, Sterilgarda, Unilever, Valsoia. Con un giro d’affari per il 55% frutto di clientela italiana, il 25% dell’Unione Europea e per il 20% Extra-Ue.
Ora il Progetto Claymbar di MPG proseguirà con la preparazione di uno studio per lo sviluppo del nuovo imballo. Studio per la cui realizzazione sono stati destinati, appunto, i 50mila euro stanziati dalla Ue che dovrà, in una seconda fase, valutarne la fattibilità e dunque eventuali ulteriori finanziamenti per le fasi di prototipazione prima e di industrializzazione poi.
“Se tutto andrà secondo i piani e senza intoppi  - conclude Giampiero Perego – l’obiettivo è quello di arrivare col nuovo prodotto sul mercato tra tre anni”.


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