Se ne è parlato di recente nell’Aula Magna dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese: “Tecnologie per la didattica inclusiva”. Un tema su cui vuole accendere i riflettori il Centro Territoriale di Supporto di Varese. Obiettivo: porre l’attenzione sull’uso delle tecnologie a supporto della didattica inclusiva, attraverso anche una serie di incontri promossi dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia. Con i loro interventi, ospiti come il Luigi Macchi, Referente CTS, o il professor Cristiano Termine, dell’Università dell’Insubria e Board Director-European Dyslexia Association, vogliono far riflettere i partecipanti agli incontri come quello tenutosi nell’ateneo varesino, sul ruolo e sui possibili utilizzi che la tecnologia può avere a scuola, in particolare con bambini e ragazzi che presentano disturbi specifici dell’apprendimento e bisogni educativi speciali. Il professor Massimo Guerreschi, Vicepresidente GLIC-Rete italiana sulle tecnologie assistive e Dirigente scolastico, parla, ad esempio, di quegli ausili informatici ed elettronici utilizzabili per compensare limitazioni funzionali, facilitare ed incrementare l’autonomia degli alunni disabili a scuola, mettendoli nelle condizioni di esprimere le proprie potenzialità.

Ecco come l’uso della tecnologia informatica può innovare la didattica a scuola e aiutare i ragazzi con bisogni educativi speciali derivanti sia da disabilità intellettive e motorie, sia da disturbi generalizzati dello sviluppo, disturbi emozionali e comportamentali, differenze sociali e culturali

I professori Andrea Maricelli e Alberto Somaschini, spiegano, invece, come si può fare didattica innovativa con alcuni sistemi operativi, attraverso il tablet, illustrando svariate applicazioni scaricabili ed ambienti di apprendimento che favoriscono il processo di inclusione e che cercano di ottenere il massimo per ogni abilità. La Maria Carrubba, pedagogista e ricercatrice presso il Centro Studi e Ricerche sulla Disabilità e Marginalità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, presenta così la “App iNclusion”: si tratta di un’applicazione “attraverso la quale i docenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado partecipano al progetto di ricerca ‘Motivazione e didattica: quali relazioni per l’inclusione e la gestione della classe?’ È un questionario anonimo qualitativo che si pone l’obiettivo di indagare quanto sia conosciuta e diffusa oggi la didattica basata sulla motivazione degli studenti, in particolare, in relazione all’insegnamento e alla gestione della classe in ottica inclusiva. L’app diventa uno strumento per accedere facilmente e contribuire in prima persona al progetto di ricerca. Si tratta del primo caso internazionale di raccolta d’informazioni scientifiche di natura didattico-educativa attraverso una tecnologia digitale”.

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Con l’espressione bisogno educativo speciale si intende “qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento, permanente o transitoria, in ambito educativo e/o apprenditivo, dovuta all’interazione dei vari fattori di salute secondo il modello I.C.F.-International Classification of Functioning dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e che necessita di educazione speciale individualizzata”. I bisogni educativi speciali (special needs) provengono da diverse situazioni, quali disabilità intellettive o ritardo mentale, disabilità motorie o sensoriali, disturbi dell’apprendimento, disturbi generalizzati dello sviluppo, disturbi emozionali e comportamentali, differenze sociali e culturali, malattie fisiche e altre condizioni più o meno modificabili nell’arco del tempo e dello sviluppo personale. È importante ricordare che la scuola di oggi è la scuola di tutti i giovani, anche quelli con bisogni educativi speciali, che hanno il diritto di vivere l’esperienza scolastica in un ambiente educativo caratterizzato da un clima positivo, il quale favorisca l’inclusione e nel quale si respiri un’atmosfera comprensiva, invitante, coesa. La scuola come istituzione accoglie al suo interno ogni bambino ed ogni ragazzo, considerando la diversità un punto di forza in quanto animata dalla possibilità per tutti di imparare e dalla specialità di ognuno. Essa è dunque caratterizzata da nuove necessità educative e deve essere in grado di proporre una didattica speciale, inclusiva, a misura dei suoi alunni, con l’obiettivo di promuovere capacità, di mettere gli studenti nelle condizioni di diventare protagonisti del proprio apprendimento. Una scuola realmente inclusiva per prima cosa mette al centro gli alunni con la loro storia personale, cognitiva, psicologica, sociale.

Applicazioni e sistemi operativi possono dar vita a un nuovo insegnamento e ad ambienti che favoriscono il processo di inclusione, cercando di ottenere il massimo per ogni abilità

TECNOLOGIE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA

Proprio dal punto di vista dell’inclusione formativa può entrare in gioco in maniera funzionale l’impiego della tecnologia, il cui ruolo risulta essere duplice, abilitante o riabilitante. Usare il computer con una funzione abilitante vuol dire mettere l’alunno con bisogni educativi speciali nella condizione di svolgere attività altrimenti precluse (si pensi alla scrittura per i disabili motori gravi); servirsi del computer come strumento riabilitante significa farne un uso principalmente rieducativo, come supporto alla didattica tradizionale per migliorarne l’efficacia, stimolare e potenziare processi cognitivi, promuovere l’acquisizione di capacità operative in alcuni settori, superare quelle difficoltà di apprendimento legate a problemi di comprensione, elaborazione e strutturazione delle informazioni e delle conoscenze. L’uso del computer offre dunque numerose e valide opportunità per la ricerca del punto di contatto tra le attività in classe e le abilità degli studenti con bisogni educativi speciali. La maggior parte degli allievi, infatti, dimostra una forte motivazione verso l’uso degli strumenti tecnologici e ciò rappresenta sicuramente una risorsa importante da non trascurare o lasciare inutilizzata. Le tecnologie, grazie a molteplici dispositivi ed applicazioni, hanno la grande caratteristica di essere accessibili a tutte le persone, anche a quelle che si trovano in condizioni di “svantaggio”.



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