Le 2.700 persone che ogni anno usufruiscono della distribuzione del Banco Non Solo Pane. Le 300 che ogni giorno vengono sfamate dalla mensa dell’Istituto Addolorata di via Bernardino Luini a Varese. I numeri in crescita della colletta della giornata alimentare

‘‘L’ultimo sabato di novembre ha lasciato anche quest’anno in eredità un importante aiuto verso i più bisognosi: una grande quantità di derrate alimentari (pasta e riso, conserve, sughi, biscotti, olio, carne e tonno in scatola...) raccolte in tutta Italia attraverso la Colletta Alimentare.

Uno degli eventi più importanti del Paese per quanto riguarda la solidarietà. Uno sforzo a fin di bene che si è ripetuto anche in provincia di Varese dove, grazie al coordinamento di diverse associazioni, sono stati “presidiati” decine di supermercati e coinvolte decine di migliaia di persone, chiamate a donare secondo la propria possibilità e secondo la propria volontà. Un gesto ancora più rimarcato nel Varesotto, visto che proprio da una parlamentare del territorio, Maria Chiara Gadda, è nata una legge che combatte in modo forte lo spreco alimentare. Argomenti che conosce bene Andrea Benzoni, responsabile del Banco Non Solo Pane di Varese e coordinatore per il Nord della provincia della Colletta che - lo ricordiamo - a livello nazionale fa capo alla Fondazione Banco Alimentare con sede centrale a Milano ma radicata in tutte le regioni.

Andrea Benzoni: “Tra le nostre attività, ci occupiamo anche del recupero di frutta e verdura sia dai giardini dei privati sia da supermercati e ortomercato, quest’ultimo attraverso la collaborazione con il Banco Alimentare”

“Colletta e Legge Gadda sono due aspetti importanti per chi si occupa del recupero e della redistribuzione del cibo ai bisognosi ma non sono gli unici - spiega Benzoni -. Grazie infatti all’impegno di tanti volontari, nel corso dell’anno sono molteplici le iniziative che ci permettono di avere forniture costanti di derrate alimentari: dalle ‘famiglie solidali’ a singole donazioni fino alle raccolte promosse nelle parrocchie e nelle scuole. Queste ultime sono particolarmente interessanti perché danno ai ragazzi una proposta educativa nel segno della gratuità che tocca argomenti difficili come la povertà. Non Solo Pane completa la propria offerta ai bisognosi con la raccolta quotidiana di pane e prodotti da forno in tre punti vendita della Gdo e in un grosso panettiere di Varese. A ciò si aggiunge il recupero di frutta e verdura sia nei giardini dei privati sia da supermercati e ortomercato, quest’ultimo attraverso la collaborazione con il Banco Alimentare”.

Proprio intorno a frutti e ortaggi si è creato a Varese un circolo virtuoso che coinvolge molti aspetti della lotta a povertà ed emarginazione. “Il Comune ci ha dato in concessione l’orto e il frutteto di Villa Baragiola. Qui lavorano alcuni volontari profughi, ospitati in città. Frutta e verdura vengono conferiti al laboratorio che abbiamo creato, con tutti i crismi di legge, in uno stabile dell’ex macello civico. Un punto produttivo che coinvolge sia nostri volontari, sia persone (profughi o soggetti con difficoltà) desiderose di imparare un mestiere. Le conserve e le confetture sono poi distribuite alle famiglie bisognose insieme alle altre derrate, oppure in certi casi vendute al pubblico in cambio delle offerte con cui copriamo i costi vivi di utenze, barattoli, etichette e via dicendo”.

Alla raccolta di cibo contribuiscono tante scuole, una proposta educativa per i ragazzi, nel segno della gratuità, che tocca argomenti difficili come la povertà 

A usufruire della distribuzione di cibo del Banco Non Solo Pane sono ogni anno tra le 2.500 e le 2.700 persone, in via diretta o attraverso altre associazioni (“fare rete è fondamentale - ricorda Benzoni - per scambiare sia generi alimentari, sia informazioni, sia esperienze”) grazie a circa 200 volontari impiegati. E una parte del cibo raccolto e distribuito va a sostenere una delle istituzioni caritatevoli più amate della città, la mensa delle suore dell’Istituto Addolorata di via Bernardino Luini. Una realtà nata negli anni ‘90 con la semplice distribuzione di cibi freddi (panini e simili) che oggi, tutte le sere, sfama almeno 300 persone. La maggior parte di loro torna ogni giorno, alcuni hanno famiglia. “Quello è il numero di ‘pacchi cena’ che prepariamo quotidianamente, ma abbiamo anche una riserva di cibo pronto per far fronte a ulteriori richieste”, spiega Madre Roberta. “Da noi non si cena seduti a tavola (l’esperimento era stato fatto tra il 2004 e il 2005, poi si è cambiato sistema ndr) ma si ricevono razioni in cui, oltre a pane e frutta, inseriamo un primo come pasta o riso e un secondo caldo che varia con la disponibilità della dispensa. Un po’ di carne, una frittata, un wurstel e così via”. A bussare alla porta di via Luini sono in tanti, non mancano gli italiani (una quarantina sui 260 censiti nell’autunno 2016) ma per fortuna non tutti arrivano per chiedere aiuto, anzi. “La città ci dà una grande mano - spiega Madre Roberta - e finora siamo riusciti a far fronte alle richieste.

Accanto alle derrate che arrivano dal Banco Alimentare e a quelle che recuperiamo nei supermercati (le Coop di Varese e Malnate e Tigros) ci sono anche gli aiuti di associazioni o di privati cittadini. Gente che va a fare la spesa e che compra qualcosa in più da donare ai nostri ospiti”. Inoltre, ad affiancare le suore, ci sono all’incirca 100 volontari che intervengono a rotazione, 10/12 ogni giorno. “Ma quando apriremo l’ex palestra, che farà da sala d’aspetto al coperto, ci servirà qualche altro uomo adulto per gestire l’arrivo e l’attesa delle persone”. Insomma, per dare una mano c’è sempre spazio. 

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