All’anagrafe il suo nome è Marco Rodari, ma in arte si fa chiamare “Claun Il Pimpa”. Un ragazzo di Leggiuno che ha come missione quella di portare sprazzi di felicità ai bambini che vivono in zone difficili. Come ad Aleppo, in Siria. Un’esperienza quest’ultima raccontata da un documentario prodotto dalla varesina Sonitus 

Immaginate cumuli di macerie ovunque, palazzi traballanti, letteralmente crivellati dai bombardamenti, polvere e detriti ai lati delle strade. Tutto è dello stesso colore, grigio. Grigi gli edifici, le strade,  l’intera città, o quel che ne rimane. Un blocco allo stomaco e un immane senso di paura e impotenza ti avvolgono e si rimane con il fiato sospeso mentre si continua a osservare, per svariati chilometri, lo stesso lugubre paesaggio, quello che una volta identificava la città di Aleppo. 

Questo è lo scenario nel quale si viene immersi all’inizio del docufilm “La guerra in un sorriso” diretto da Simona Picchi e prodotto da Sonitus, una consolidata realtà nel mondo dell’editoria e della discografia, fondata nel 2009 in provincia di Varese da due musicisti e compositori: Mirko Carchen e Alessandro Grosso. Dopo diverse co-produzioni e la realizzazione di colonne sonore per film e documentari, sia per il circuito televisivo nazionale e internazionale, sia per cortometraggi e lungometraggi destinati alle sale cinematografiche (Mediterraneo Bollente – The Boiling Sea; Equilibria; Walter Bonatti: con i muscoli, con il cuore, con la testa), Sonitus ha deciso di passare a ricoprire il ruolo di produttore con un chiaro obiettivo: raffinatezza delle realizzazioni e messa in cantiere di progetti unici sul piano estetico, culturale e del soggetto.

Con queste premesse, rafforzate da una lunga amicizia personale, ha immaginato di realizzare come primo progetto da produttori proprio “La guerra in un sorriso”, documentario di 52 minuti in cui si racconta il lavoro di un pagliaccio in territori bellici. Il protagonista è Marco Rodari, originario di Leggiuno, in arte “Claun Il Pimpa”, che da diversi anni con il suo naso rosso e il cappellino girato all’indietro con elica in testa si reca nelle zone di guerra e regala attimi di felicità e gioia alle centinaia di bambini che incontra sulla sua strada. In questa pellicola si ricostruisce il più recente viaggio dell’uomo Marco Rodari e del suo alter ego, il “Claun Il Pimpa”, ad Aleppo, la città siriana martoriata da sei anni di guerra. Manuele Grosso, responsabile della comunicazione del gruppo Sonitus Production, spiega che la realizzazione di questo film è stata una scommessa perché fin dall’inizio non si è potuto seguire l’iter tradizionale, partendo dalla stesura di un progetto e contando anticipatamente su dei finanziamenti, con un business plan definito. Non era nemmeno possibile inviare una troupe di cameraman, non ci potevano essere né una sceneggiatura né una struttura preimpostata. “Per ‘La guerra in un sorriso’ - chiarisce Manuele Grosso -  tutto è stato ribaltato: siamo partiti dal girato per costruire il documentario. Non era possibile sapere se Marco fosse tornato con immagini interessanti e di qualità accettabile, dato che riprendeva, quasi sempre in modo avventuroso e di nascosto con una piccola GoPro. Solo dopo il suo rientro in Italia abbiamo compreso che il materiale c’era, era di notevole bellezza e di grande impatto emotivo, e abbiamo capito di poter mettere realmente in pratica il progetto seguendo Marco anche in Italia, per raccoglierne a caldo le riflessioni e i ricordi”.

Dopo un anno di lavoro, il documentario è quasi ultimato e sta partecipando ad alcuni festival, tra i quali il Roma Cinema Doc. “La speranza è che - come specifica sempre Manuele Grosso -  questo progetto possa trovare degli sponsor, magari locali, che capiscano la natura  culturale e umanitaria del progetto, permettendo di ampliarlo. La volontà è dargli la massima visibilità mediatica per fra sì che il maggior numero di persone conosca la realtà e la vita in una zona di guerra come quella di Aleppo. Una situazione che nessuno ha mai visto in quanto le immagini raccolte sono uniche: nessuno prima del Pimpa era riuscito ad entrare ad Aleppo e riprendere la verità dall’interno, e questo è un elemento eccezionale del documentario. La nostra ambizione primaria era documentare, senza alcun taglio politico o religioso, quella terribile realtà e soprattutto far conoscere lo straordinario lavoro che Marco realizza in questi luoghi dilaniati e distrutti dalla guerra con la sua associazione, ‘Per far sorridere il cielo’, cui saranno destinati parte dei ricavi”. 
 “Ad Aleppo sono andato, come sempre per rendermi conto per quel che può valere - specifica lo stesso Marco Rodari - della situazione, per dare una mano e quando possibile indossare il mio naso rosso e regalare un po’ di meraviglia ai bimbi della guerra”.

Il viaggio per raggiungere la città non è stato per niente facile. Un episodio particolare è accaduto all’aeroporto di Amman, dove - racconta Marco - dopo essersi presentato con il suo passaporto europeo, il responsabile del check-in con una faccia sorpresa ha insistito più di una volta cercando di convincere il Pimpa di aver sbagliato gate di imbarco, ma una volta appurato che la documentazione era in regola, Marco ha preso il suo volo e ha potuto raggiungere Damasco. Da qui, dopo 12 ore di auto e infiniti controlli è arrivato ad Aleppo, la città dove ha affrontato la sua missione.

Ovunque sia andata smarrita la gioia dei bimbi il Pimpa si reca per portare sorrisi, felicità e aiuto. Tutto questo Marco lo fa perché “ricevere un sorriso da un bimbo dà ragione alla mia vita, la riempie, la stracolma. Tutto qui”.
Queste e altre missioni vengono portate avanti senza paura perché “in guerra - cerca di spiegare Marco - non ci sono paure grandi o piccole, è strano, non so come dirlo. A volte un bombardamento devastante, a pochi metri, con rumori che spaccano i timpani, polvere e urla, non ti spaventa e sei terrorizzato per il movimento di un uccellino che si posa su un ramo. L’importante è mettere tutte le paure, anche quelle più profonde, nello stomaco. Sono mente e cuore che devono restare liberi: loro non reggerebbero”.

Marco Rodari con la sua associazione “Per far Sorridere il Cielo” - Claun Il Pimpa Onlus, fondata nel 2015, vuole prendersi cura dei bambini che hanno subito traumi fisici e psichici in conseguenza di una guerra vissuta o che stanno vivendo, e riesce a farlo attraverso: spettacoli di magia, servizi di clown-terapia in ospedale, sostegno alimentare e medico alle famiglie bisognose, creazione di scuole di magia, laboratori per bambini e per operatori adulti in luogo. Ora le attività sono dislocate su più fronti da Gaza a Bagdad, da Alessandria d’Egitto ad Aleppo.

Grazie a il Pimpa e all’impegno di volontari italiani e operatori del luogo, si riescono a donare pane e sorrisi, convinti che “un bimbo a cui hai regalato la Meraviglia, sarà portatore sano di Pace”. 



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