Il restauro delle superfici interne, con la pulitura dei dipinti e degli stucchi, la estrazione dei sali solubili, il consolidamento delle pellicole pittoriche e l’integrazione della parti mancanti: sono iniziati importanti interventi  per la Basilica di S. Maria Assunta di Gallarate.

Al via i lavori di restauro e riqualificazione che coinvolgono tutte imprese del territorio. Capofila: la Gasparoli Srl
Il progetto prevede anche la riqualificazione degli impianti tecnologici (impianto di riscaldamento con controllo dei dati di temperatura e umidità per garantire la migliore conservazione delle decorazioni e degli stucchi, impianto di illuminazione a led, impianto audio, tutti con una attenzione al contenimento dei consumi energetici) e il riuso della Cappella degli Sposi, oggi inutilizzata, come sala polifunzionale, adeguatamente dotata di nuovi servizi igienici ad uso della basilica. Tutto ciò a 50 anni di distanza dall’ultimo importante intervento di restauro risalente al 1961 e voluto dall’allora Prevosto Mons. Ludovico Gianazza per celebrare il centenario della costruzione. Le opere dell’attuale cantiere sono state affidate ad una Associazione Temporanea di Imprese (ATI) costituita da aziende tutte del territorio. La capofila è la Gasparoli Srl Restauri e Manutenzioni che si occuperà  degli interventi propriamente di restauro. Poi ancora: la ditta Vincenzo Medeghini Srl che si occuperà degli impianti meccanici; la ditta Claudio Bighinati per il nuovo impianto di illuminazione e audio e l’Impresa Melca Costruzioni Snc per le opere più propriamente edili e le assistenze murarie. L’affidamento a imprese locali garantirà in futuro anche interventi manutentivi rapidi e meno costosi.

Il cantiere durerà due anni e sarà diviso in quattro lotti. Il tutto a più di 50 anni di distanza dall’ultimo importante intervento
La direzione dei lavori è stata affidata agli architetti Angela Baila e Lorenzo Mazza, il Coordinamento della sicurezza all’Ingegnere Davide Parolo e Responsabile dei lavori ai fini della sicurezza è l’Architetto Sonia Frulla. Le opere di restauro sono state affidate all’ATI vincente l’appalto dopo una impegnativa gara che ha visto la partecipazione di undici raggruppamenti di imprese, preselezionate dall’Ufficio Amministravo Diocesano in collaborazione con una commissione nominata dal Parroco Mons. Ivano Valagussa. I lavori sono suddivisi in quattro lotti e verranno terminati in circa due anni di lavoro.

“Ci apprestiamo ad aprire un cantiere di grande importanza per la nostra Società”, osserva Guido Gasparoli, Amministratore dell’azienda di famiglia, nota per aver eseguito importanti restauri, tra i più recenti quello della Galleria Vittorio Emanuele e della Casa del Manzoni a Milano. “La Basilica di Gallarate è un edificio che conosciamo bene, avendoci già lavorato in modo episodico in passato, ma che gli studi condotti hanno ulteriormente arricchito di dati e informazioni. E’ una grande soddisfazione, da gallaratesi, poter contribuire alla conservazione di un monumento altamente simbolico per la nostra città. Tutto il nostro personale, oltre 42 persone, costituito da restauratori di prim’ordine, è molto motivato ad eseguire un restauro con la massima perizia e competenza. Tutti insieme, con le altre imprese consorziate, con i delegati della Parrocchia e la Direzione Lavori, faremo un ottimo lavoro”.

Nella sua lettera ai Gallaratesi, Mons. Ivano Valagussa presenta così i lavori: “In questi anni come Comunità Pastorale S. Cristoforo abbiamo promosso con convinzione e generosità un’azione di sostegno a tutte le attività rivolte all’educazione cristiana e alla carità. Nel nuovo Consiglio Pastorale, che ha confermato questo impegno nella carità, è emersa anche la necessità di provvedere alla Basilica di Gallarate, cuore della vita di fede della nostra Comunità cristiana e simbolo dell’intera città. Quest’opera complessa e impegnativa di restauro della Basilica si colloca nell’Anno Santo della Misericordia, voluto da papa Francesco. Ciò che verrà attivato sia un appello non solo ad una collaborazione, ma anche una chiamata a vivere quel ‘restauro spirituale’, che non realizziamo noi, ma è dono di Dio”.

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