Ghiaccio senza barriere e hockey per tutti. È questo l’obiettivo che i Mastini stanno portando avanti da quando Davide Quilici ha preso in mano le redini della società varesina e che, negli ultimi 3 anni, ha visto il bouquet delle iniziative arricchirsi del progetto Inspire. 

Il ghiaccio come occasione di inclusione sociale. Gli obiettivi e il primo bilancio del progetto Inspire voluto dai Mastini e pensato per bambini e ragazzi che vivono situazioni di disagio familiare

Quilici, cosa significa hockey per tutti?
Il nostro è uno sport un po’ particolare, perché per essere praticato richiede l’utilizzo di tutta una serie di attrezzature. Ciò significa che le famiglie che hanno un figlio che gioca devono mettere in preventivo ogni anno un costo. E il fattore economico è la prima barriera da abbattere se vogliamo far crescere questa disciplina.
Noi questo obiettivo l’abbiamo centrato, poiché da anni investiamo molto sull’acquisto di protezioni, caschi, pattini, bastoni e diamo l’opportunità alle famiglie dei nostri piccoli campioni di noleggiarle a un prezzo simbolico. Ciò significa non gravare economicamente su chi gioca, ma anche offrire ogni anno materiale aggiornato e con le taglie giuste. 

Da un lato la barriera economica e dall’altro il progetto Inspire. Di cosa si tratta?
Da sempre sono convinto che lo sport abbia una forza intrinseca nel costruire relazioni, azzerare differenze sociali, ma soprattutto integrare e fare gruppo offrendo agli atleti modelli positivi. Questa è un po’ la premessa che ci ha portato a esplorare nuovi percorsi.
Con il progetto Inspire, partito in via sperimentale 3 anni fa e che negli ultimi 2 è diventato sempre più strutturato, facciamo giocare a hockey una dozzina di bambini e ragazzi che hanno vissuto o vivono situazioni di disagio familiare. Il valore aggiunto di questa iniziativa è dato dal fatto che noi costruiamo una sinergia sociale con chi si occupa di questi giovani, penso all’Sos Villaggio dei bambini di Morosolo e tutti hanno benefici.
I ragazzi prima di tutto, perché hanno modo di praticare uno sport speciale come l’hockey e vivere una bella esperienza umana oltre che sportiva; i nostri allenatori e gli altri compagni di squadra, che fanno un’esperienza pratica di integrazione e anche le realtà, le associazioni e le onlus che aderiscono a questo progetto, poiché, dettaglio non secondario, non ha alcun costo per loro. I posti che abbiamo destinato a questi ragazzi sono del tutti gratuiti.

Qual è il bilancio di questi primi tre anni di Inspire?
Ottimo, tanto che abbiamo deciso di strutturarlo e consolidarlo. Ora il nostro obiettivo è costruire una rete, ma anche dialogare con istituzioni, enti o privati con l’obiettivo di trovare un sostegno economico per farlo crescere. Ciò ci permetterebbe anche di incrementare le sinergie con altre realtà sociali.

“Da anni investiamo molto sull’acquisto di protezioni, caschi, pattini, bastoni e diamo l’opportunità alle famiglie dei nostri piccoli campioni di noleggiarle a un prezzo simbolico”.

Via le barriere dei costi, giù quelle sociali, resta in piedi un ostacolo sportivo ancora da superare. Quale?
Quando sono diventato presidente 7 anni fa la società non era messa certo bene e il settore giovanile era ridotto ai minimi termini. Oggi abbiamo un vivaio che va dagli 8 ai 14 anni e una prima squadra in serie B composta per l’85% dai giocatori che abbiamo cresciuto in casa. L’ultima barriera da superare è riuscire a colmare l’assenza di Under 18 e lo faremo nel giro di due anni. Ciò ci permetterà di avere un serbatoio di atleti dal quale attingere per la prima squadra, ma anche di dare a chi gioca con noi la possibilità di un percorso di crescita completo dalle giovanili ai grandi 

 

 

Lo sport giusto per rialzarsi

“Lo sport per i nostri ragazzi non è solo un’occasione di riscatto, poiché attraverso calcio, piuttosto che il nuoto, basket o qualsiasi altra disciplina sportiva, riescono a costruire relazioni sociali anche al di fuori dalla realtà in cui vivono. L’hockey però è uno sport un po’ più speciale degli altri e grazie ai Mastini e al progetto Inspire anche i nostri bambini possono praticarlo”. Chi parla è Stefano Guzzi, vicedirettore dell’Sos Villaggio dei bambini di Morosolo, realtà molto conosciuta sul territorio, che ospita bambini e ragazzi affidatigli dai servizi sociali per proteggerli di fatto da pesanti situazioni di disagio famigliare.

“Sono stati proprio i Mastini a contattarci e proporci di aderire al progetto Inspire – spiega Guzzi – Tutto è iniziato nel 2015 con un gruppetto di piccoli, che nel corso del triennio è cresciuto. I nostri ragazzi vivono da noi, ma svolgono tutte le normali attività quotidiane al di fuori della comunità: scuola, attività ludiche e ricreative e sport. Certo l’hockey è qualcosa in più che senza l’impegno della società non avremmo inserito tra le nostre attività. 

Non solo, ma questo sport dà importanti insegnamenti ai nostri ragazzi. Innanzitutto non è immediato come ad esempio il calcio, perché prima bisogna imparare a stare sui pattini e questo comporta impegno, costanza e attenzione e poi sul ghiaccio si cade spesso, come nella vita, ma ci si rialza subito senza star lì a piangersi troppo addosso”. Stefano Guzzi poi spiega anche l’importanza
della pratica sportiva per i giovani ospiti: “Lo sport li aiuta a valorizzare il proprio talento e ad avere fiducia nelle proprie capacità. Non solo, ma gli permette di avere figure adulte di riferimento diverse dagli educatori e dalle assistenti sociali, oltre a favorire la loro integrazione in un contesto sociale più allargato e identico a quello che vivono tutti gli altri loro coetanei”.

 



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