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Il rapporto imprenditori-arte raccontato attraverso la testimonianza di Luca Missoni, da giugno alla guida dell’Associazione degli Amici del museo gallaratese

Imprenditore “con la testa nella luna”. Il poeta Rodari lo definirebbe così, perché la passione per gli astri, e la sua seconda attività, quella di artista, lo portano lassù. Il 21 di agosto è stato in Nord-America a spiare una nuova eclisse di sole.
Da sempre Luca Missoni si diletta di astronomia. Da quando, aveva appena dieci anni, cominciò a scrutare il cielo.
“Eravamo in Dalmazia, era estate, e non c’era da fare altro la notte che alzare gli occhi e guardare le stelle”. A Natale gli regalarono un cannocchiale. E la passione è continuata. Fino ad oggi.
“Sono arrivato a mettere un telescopio sul tetto dello stabilimento”. Sconfinando dalla scienza nell’arte. E strappando il tempo per quest’ultima alle ore del sonno, dopo il lavoro quotidiano, con la complicità di un amico fotografo.

Molte sue immagini artistiche, divenute oggetto di mostre a partire dal 2000 - a Milano, Bologna, Varese, Spoleto, Cuneo - ritraggono le infinite facce della luna riprese in sequenza. Non due, ma tante (e colorate), tutte quelle che sanno vedere, hanno visto e sempre vedranno i poeti e gli artisti nell’osservare i movimenti del nostro satellite. 

Ha mai trasferito la sua passione nelle creazioni Missoni? “Una volta sola, sì. Era una collezione da uomo con riferimenti di lune di Giove. Avevo donato un pullover della serie a Buzz Aldrin: lo ritrovai poi immortalato, in una foto scattata nel deserto, su di una nota rivista.”

Luca Missoni, cordiale e misurato - com’è nello stile di famiglia- cerca di non parlare di sé. Siamo piuttosto noi a voler sapere, spostando, quando possibile, l’intervista sul personaggio.
Il motivo dell’incontro è infatti un altro: intervistare il Presidente dell’Associazione degli Amici del MA*GA, nata in giugno - su progetto di Sandrina Bandera, Presidente della Fondazione Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Silvio Zanella- per favorire sempre più la conoscenza, la frequentazione e il sostegno del museo gallaratese e delle sue attività attraverso la creazione di una rete costituita da cittadini, istituzioni e imprese.

L’Associazione degli Amici del MA*GA è nata a giugno per favorire la conoscenza, la frequentazione e il sostegno del museo di Gallarate attraverso una rete costituita da cittadini, istituzioni e imprese

A spingerlo sono stati i tanti amici, imprenditori, artisti, collezionisti che hanno sollecitato l’iniziativa con lui e aderito da subito. Ecco i nomi dei soci fondatori: Francesco Aspesi, Franca Bellorini, Lino Bozzola, Cecilia Cagnoni, Brunella Cardani, Enrico Consolandi, Micaela Carla Donaio, Paolo Gasparoli, Piero Giardini, Nicola Giuliano, Mario Lainati, Paolo Lamberti, Giuseppe Merlini, Luca Missoni, Rosita Missoni, Marcello Morandini, Giovanni Orsini, Maurizio Pastorelli, Cinzia Puricelli, Alfredo Sardella, Massimiliano Serati, Angelo Zanella. Luca Missoni, da presidente, promette innanzitutto “la sensibilità e l’entusiasmo” per il tipo di impegno da affrontare. 

“Sono fiero di aver incontrato in questo museo, che da tempo frequento e conosco, una situazione cultural-sociale di grande qualità e un’attenzione particolare per la didattica. È bello vedere la presenza dei giovani studenti, negli spazi interni del caffè e delle sale, ma anche in quelli esterni (alla maniera anglosassone) che ancor più favoriscono la socializzazione. Ed è molto stimolante osservare questo dialogo tra una realtà che ha una storia tracciata da tempo nel territorio e un’attualità che persegue la conservazione e la ricerca di sempre nuovi contatti e di ulteriori radicamenti nel tessuto vivo della città”.

La storia, com’è noto, era cominciata negli anni Cinquanta con il Premio Arti Visive Città di Gallarate, istituito da Silvio Zanella e sostenuto da artisti, collezionisti, imprenditori e operatori del mondo culturale con l’acquisizione di importanti lavori di artisti di primo piano. Era poi proseguita con la nascita della Gam, luogo deputato di raccolta delle opere, ora custodite nella nuova sede del MA*GA. Oltre ad essere imprenditore noto in tutto il mondo, per merito di una famiglia, quella di Rosita e Ottavio, che dal nostro territorio ha portato ovunque il meglio del made in Italy, Luca Missoni è, lo abbiamo detto, anche artista. 

Che lo fosse, anche per chi non ne conosceva i precedenti, era peraltro emerso dalla bella mostra del 2015 dedicata proprio dal MA*GA alla parallela storia della Casa di Sumirago e dell’arte locale “Missoni, L’arte, Il Colore”, della quale aveva curato l’allestimento, in veste di “custode” dell’Archivio Missoni. Fu, lo ricordiamo, un vero successo per il Museo gallaratese, e la rassegna venne poi esportata, con altrettanto gradimento, a Londra. Il neo Presidente annuncia con fierezza che la Sala degli Arazzi - punto clou della mostra missoniana 2015 - resterà per sempre qui. Un desiderio, fortemente espresso da molti visitatori entusiasti, e concretizzatosi grazie alla disponibilità di più volontà convergenti. E ricorda il grande impegno del direttore Emma Zanella, durante l’allestimento, nell’offrire e nel cercare insieme la miglior sala per impatto scenografico, atmosfera e insieme intimità.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una stanza lounge dove meditare e riflettere, uno spazio quasi zen, nel contrasto dei colori intensi degli arazzi sul nero avvolgente della sala.  Gli arazzi, lo sanno bene quanti li hanno visti, sono veri gioielli di famiglia, inimitabili creazioni di Ottavio ispirate ai cromatismi dei più grandi artisti del passato e della modernità - dal Beato Angelico a Kandinsky, a Miró, Chagall e altri -, un’opportunità definitiva per il museo gallaratese che, già da sola, varrà la visita di un luogo ricco di arte e di fascino.

La scelta dei fili era per il patriarca un‘operazione insieme alchemica e spirituale. Era una combinazione di manualità, di occhi e di cuore, un intreccio di colori e di trame che rispondeva a una musica interiore, libera di ispirazione ma tecnicamente rigorosa, legata a un ritmo accompagnato da pause e contrappunti. Una melodia tesa a elevarsi, sbrigliandosi su campiture di cielo turchino, o in sprazzi di calde terrosità giocate tra l’ocra e il rosso, di verdi molli e barlumi di verzure illiquidite. 

Il MA*GA è un orgoglio del nostro territorio, e anche della nazione, ma qui ne siamo davvero consapevoli?
“Gallarate deve andare fiera di questa realtà, lo deve essere sempre di più. Punteremo, anche noi Amici, innanzitutto sulla parte didattica, importantissima e prioritaria già ora, ma favoriremo momenti di svago, di incontri culturali legati all’arte, alla musica, alla letteratura. E, a proposito di libri, si sta pensando a un nuovo modo, anche tecnologico, di fruire della biblioteca”.

Fondamentale è poi per il Presidente il discorso della comunicazione di quanto si fa. “Il messaggio deve essere di buon contenuto, ma insieme porto con levità, con la leggerezza che rende più facile il rapporto con la gente. Perché le iniziative ci sono e sono tante, ma devono diventare un punto di riferimento socio-culturale. Vorremmo insomma che il museo diventasse un luogo sempre più vivo, che la gente ci credesse, confermando la sua simpatia, che ci scegliesse con il suo aperto gradimento, come si usa oggi. Se il Maga ne chiede la conferma, ci piacerebbe sentirci rispondere da sempre più amici: I like Maga”. 

Il secondo obiettivo, chiusa la fase delle incombenze burocratiche e formali dell’Associazione, è di avere nel giro di un paio d’anni una rete di gente che riconosca l’importanza del Museo e lo sostenga con convinzione. È necessario che aumenti il numero dei tesserati, anche se è primaria “la partecipazione di cuore” di quanti riconoscono comunque la realtà come fosse cosa loro. Ricorda l’entusiasmo subitaneo di Sandrina Bandera: con l’invito a procedere sulla strada dell’apertura, creando un ciclo virtuoso che porti a una rete sempre più estesa di Amici.

Quelli che si sono impegnati sono infatti già tutti amici “di grande apertura, disponibilità, attenzione al territorio: alcuni li conoscevo, con lo zoccolo duro dei fondatori, altri li ho appena incontrati. Già al primo di ottobre riferiremo in pubblico i nostri primi passi e i progetti, l’impegno solidale di ciascuno di noi darà i suoi  frutti ”.

Lui ci crede e lo si vede. Ci crediamo anche noi, sulla base  delle peculiarità imprenditoriali, ma anche artistiche, di Luca Missoni, della sua paziente, meticolosa passione di scrutatore di astri. 
E convinti dalle parole di una curiosa filastrocca di Rodari, dedicata alla luna. 

Rodari era appunto un poeta, con il cuore in cielo, e i piedi, però, ben piantati in terra. E così scriveva: “ …Ha da essere un poeta sulla luna ad allunare/ con la testa nella luna lui da tempo ci sa stare /a sognare i più bei sogni è da un pezzo abituato / sa sperare l’impensabile anche quando è disperato. / Or che i sogni e le speranze si fan veri come i fiori/ sulla luna e sulla terra fate largo ai sognatori”. 



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