Per i giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro, il futuro esiste. Quando si parla di occupazione anche la coniugazione dei tempi è importante. E in questo caso non c’è nessun errore di consecutio. A chiarirlo ai ragazzi presenti all’incontro “Il futuro che esiste”, organizzato dalla LIUC – Università Cattaneo nell’ambito del Matricola Day è Roberto Zecchino, Direttore Risorse Umane di Bosch Italia: “Non è detto che non ci sia la possibilità di emergere nonostante un mercato occupazionale difficilissimo e una disoccupazione giovanile elevata”.

Roberto Zecchino (Bosch): “Le competenze tecniche sono fondamentali, ma le qualità comportamentali sono ancora più importanti”

La stessa Bosch è un esempio: “La nostra azienda – spiega ai ragazzi che si apprestano ad affrontare alla LIUC i due anni di magistrale – è uno dei pionieri dell’Industria 4.0, i nostri stabilimenti di Crema e Bari sono, in questo senso, dei gioielli e ci stiamo apprestando ad assumere decine di laureati in economia e ingegneria gestionale”. A selezionare i ragazzi sarà proprio lui. Su cosa si baserà la scelta? “Le competenze tecniche sono fondamentali, ma le qualità comportamentali sono ancora più importanti: saper collaborare, lavorare in gruppo, accettare le diversità, comunicare. Sono queste le doti che cerchiamo nei ragazzi”. Consigli pratici, che possono fare la differenza tra chi ce la fa e chi no: “In molti colloqui – continua Zecchino dando una bussola agli studenti che si apprestano ad affrontare un nuovo percorso di studi con l’ambizione di trovare presto un’occupazione – mi trovo di fronte persone brave, con voti anche alti. Ma a fare la differenza sono le esperienze all’estero (fatele!), stage già svolti in azienda, progetti portati avanti in gruppo anche durante l’Università”. Non basta stare sui libri: “Parlate con i professori e i docenti provenienti dalle aziende, scambiatevi email, cominciate da subito a crearvi un network di relazioni”.

Claudia Menegatti (Deloitte): “Cerchiamo persone che abbiano tanta voglia di imparare e spirito di sacrificio”

E poi: “Createvi un sogno, ma siate sempre pronti ad adattarlo”. Perché non si sa mai dove il “futuro che esiste” verrà a bussare. “Quando mi sono laureata – racconta Claudia Menegatti, Senior Manager di Deloitte – non avevo le idee chiare su ciò che avrei fatto. Sono entrata in Deloitte e dopo 14 anni sono ancora qui, ma non pensiate che lavorare per una società di revisione contabile – confessa – voglia dire solo redigere mastrini o bilanci. Chi fa il revisore è, in realtà, un consulente”. Di imprese anche importanti. “Lavorare per Deloitte vuol dire avere a che fare con multinazionali”. E oggi  Claudia Menegatti si occupa anche dell’attività di recruitment. Cosa cerca in un ragazzo da inserire in società? “Persone che abbiano tanta voglia di imparare e spirito di sacrificio. Tutti cadrete un giorno o l’altro, l’importante è avere le capacità di rialzarsi e andare avanti”.

Sara Franciosi (Walt Disney): “Fate esperienze nelle Pmi, sono fondamentali per approdare al mondo delle multinazionali”

“Non lasciate andare dei treni, anche l’occasione più banale si può trasformare nell’opportunità della vita”. Ne è convinta Sara Franciosi che è passata da esperienze difficili, come quelle di Opengate, fino all’approdo in realtà multinazionali. Prima Novartis, ora la Walt Disney, “per la quale oggi lavoro come finance manager per la divisione games”. Come si arriva a traguardi così importanti? “Per me è stata fondamentale l’esperienza nelle piccole e medie imprese. Non disdegnatela perché a me hanno dato la capacità di essere veloce e flessibile, qualità quanto mai necessarie per lavorare in organizzazioni complesse come le multinazionali”.

Alessandro Cadoni (App Friendz): “Sui libri di notte e al lavoro di giorno, così ho realizzato il mio progetto di dar vita ad una startup”

Ma c’è chi alla classica carriera ha preferito fin da subito quella dell’imprenditore. “Mi sono laureato pochi mesi fa e oggi, insieme ad un team, sto portando avanti una startup impegnata nel social media marketing”. Un’idea nuova, che va oltre i semplici banner e video e che ha già avuto un finanziamento di 100mila euro. Alessandro Cadoni, si è laureato pochi mesi fa alla LIUC (ingegneria gestionale) e parla di fronte ad una platea di quasi suoi coetanei fregiandosi del titolo di Fondatore e Ceo di App Friendz. “Sui banchi dell’Università ho imparato la cosa più importante al mondo: lavorare in team”. Studio, ma non solo. “Sui libri di notte e di giorno al lavoro a testa bassa sul mio progetto”, questa è stata per Alessandro l’Università. E se c’è chi consiglia ai ragazzi di bussare alle porte, lui, con la sua esperienza, suggerisce praticamente di forzarle: “Per presentare la nostra idea ai grandi brand aspettavamo che i dipendenti in pausa sigaretta lasciassero aperte le porte e noi ci intrufolavamo per andare direttamente dal responsabile marketing con la nostra app sul telefonino per una dimostrazione”.

Anche così si costruisce il proprio futuro.



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