Il raduno Wikimania 2016 e Dario Crespi.jpg

Dario Crespi dal 2013 è uno degli amministratori della versione italiana dell’enciclopedia online più consultata del pianeta.

Una laurea in architettura, la passione per l’atletica leggera, l’amore per la storia e le tradizioni, ma soprattutto Busto Arsizio e un obiettivo custodito nel cuore, affidato alla rete e che nel giro di pochi anni è diventato un lavoro: portare la cultura, tutto ciò che è cultura, sull’online e in quella che è la più grande enciclopedia al mondo, ovvero Wikipedia, di cui, dal 2013 è uno dei 101 amministratori della versione italiana. Dario Crespi, bustocco, 26 anni, lo possiamo descrivere con una frase “rubata” (ma solo in parte) a una canzone: un ragazzo con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.  

Tutto parte da una ricerca su Villa Gonzaga di Olgiate Olona, che diventa anche il primo contributo “donato” a Wikipedia da Dario Crespi. È quasi un colpo di fulmine, “perché la possibilità di condividere il sapere con pochissimi click e di mettere le proprie conoscenze a disposizione di tutti coloro che hanno una connessione, mi ha subito affascinato”. Crespi non si ferma lì, continua a scrivere e a pubblicare contributi di architettura, storia locale e atletica leggera. Per dieci anni. Poi il primo contatto ufficiale e anche il primo incarico.

Anno 2013, Wikimedia Italia ricerca persone da impiegare in un progetto che coinvolge 6 musei della Lombardia, tra cui anche Villa Mirabello di Varese e decine scuole. Obiettivo far conoscere le collezioni museali attraverso i contributi scritti e pubblicati dai giovani allievi, che però devono essere formati. Il giovane architetto non praticante votato alla telematica viene selezionato tra un gruppo ristretto di formatori, mansione che lo porterà a diffondere il verbo di Wikipedia tra i giovani nelle scuole. Una missione quasi apostolica 2.0, durante la quale condivide tutte le conoscenze acquisite nel decennio di gavetta e due anni dopo Iolanda Pensa, docente, ricercatrice e promotrice del primo raduno in Italia di tutti i collaboratori volontari, lo vuole al suo fianco per organizzare il grande evento che porterà nella piccolissima Esino Lario più di 1000 “wiki appassionati” da tutto il mondo. 

Crespi vive il ruolo come una missione, basata su una certezza: oggi la cultura può essere valorizzata solo con la sua smaterializzazione e condivisione sulla rete

“È stata un’esperienza incredibile – racconta Dario Crespi – conferenze, eventi diffusi in tutta Esino e più di 200 volontari coinvolti nell’organizzazione da coordinare. In quei giorni quel paesino sembrava una capitale mondiale con gente che veniva dal Giappone, dalla Cina, Londra, Hong Kong e Messico”. Terminato il raduno Crespi è sempre più convinto che la cultura per tornare a essere concreta deve prima “smaterializzarsi”, essere traghettata sulla rete e con la possibilità di essere condivisa dal mondo intero. Con certezza inizia la sua nuova avventura di Project manager dell’area scuole e da qualche settimana sta lavorando a un altro wiki progetto che ha l’obiettivo di “portare” tutta la Lombardia sull’enciclopedia online più consultata al mondo: “In effetti il tanto che già c’è è ancora poco – spiega Crespi – o meglio, moltissimi comuni hanno una pagina dedicata, ma le notizie si riducono a pochissime righe, senza fotografie”.

Stesso discorso per la provincia di Varese, dove se si escludono le città e i paesi più grandi, per il resto il lavoro da fare è tantissimo: “Il mio compito è formare nuovi contributori – spiega Crespi – e l’ideale sarebbe riuscire a mettere in rete anche istituzioni, associazioni, biblioteche, musei. Proviamo a immaginare cosa significherebbe avere on line in un unico contenitore tutto questo patrimonio culturale. Per quanto riguarda Busto, ad esempio, qualche anno fa ho lanciato Wiki loves moments con l’aiuto della Famiglia Bustocca, una realtà che ‘custodisce’ il passato e che ha dimostrato di saper guardare avanti. Il risultato è che oggi su Wikipedia abbiamo un archivio di 800 fotografie a disposizione di tutti. E lo stesso ora lo stiamo facendo per la Lombardia”.

Insomma la cultura a portata di click, ma anche il punto di partenza di milioni di ricerche che gli utenti fanno sulla rete. Wikipedia, infatti, assomiglia molto a un porto di mare dal quale si parte per la navigazione online o si approda dopo aver navigato. Ed è anche un po’ il sogno realizzato in digitale di Diderot e D’Alambert, con un’autorevolezza costruita, pezzettino dopo pezzettino, da migliaia di persone che vivono in paesi e in situazioni più disparate: “Basti pensare che non esiste una redazione organizzata che controlla quanto viene pubblicato, ma è la rete dei collaboratori a essere molto attenta. Le stime, infatti, dicono che un’informazione errata su Wikipedia in media viene corretta dopo 5 minuti dalla sua pubblicazione. E anche chi scrive, se non lo fa seguendo una serie di regole, viene bloccato”. Crespi poi spiega che ci sono alcuni indizi che contribuiscono a far crescere l’autorevolezza dei contenuti, “ad esempio le modifiche. Più correzioni sono state fatte, più sono le persone che hanno letto, valutato e approvato i contenuti”.

Insomma sembra quasi che a governare tutto il sapere di Wikipedia sia la confusione, ma organizzata. Sensazione confermata anche dai numeri della sezione italiana: 500 milioni le visite uniche al mese, oltre 1 milione e 400 mila le voci inserite, che crescono di 10 mila unità ogni mese, oltre 1 milione e mezzo gli utenti registrati, di cui 8.200 quelli attivi e 101 amministratori. E in mezzo a tutto questo, Dario Crespi è riuscito a fare della sua missione, ovvero scrivere su Wikipedia e “diffondere il verbo della cultura condivisa”, un lavoro. Senza mai dimenticare storie, dettagli e curiosità della sua città, come quella che riguarda le antiche porte d’accesso a quello che un tempo era il borgo di Busto e delle quali vi è ancora traccia. Dove? Ma su Wikipedia, naturalmente. 



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