Alla fine della visita aziendale, la domanda: “Quanti di voi vorrebbero un giorno a lavorare in questa impresa?” La risposta sono 8 mani alzate su 20 studenti. È il risultato che non ti aspetti dal Pmi Day. Anche perché gli ambienti che i ragazzi della scuola media Righi di Varese hanno appena finito di girare sono quelli di una Fonderia, quella che porta il nome del titolare: Gianluigi Casati, presidente anche del Comitato Piccola Industria dell’Unione Industriali.

La colata di metallo fuso, l’ufficio di progettazione e disegno dove lavorano 7 ingegneri, i laboratori di controllo qualità, i muletti che si muovono da una parte all’altra trasportando terre, scarti e prodotti finiti. Tutto è industria, manifattura allo stato puro. Ma allo stesso tempo, per un ragazzino delle medie, è anche astrazione, fino a che non viene spiegato cosa sono quei pezzi di metallo pronti ad essere caricati sui camion: “Questo è un collettore di scarico che verrà montato su una Fiat Tipo”. Casati poi prende in mano quello che sembra un altro semplice pezzo di ferro, che invece si rivela essere “un turbocompressore”. L’industria automobilistica è il maggiore cliente della Fonderia Casati e ne rappresenta l’85% del mercato. Volkswagen, Audi, Bmw, Fiat Auto, Iveco, da poco anche Renault: non c’è marchio in Europa che non monti sui propri motori un pezzo che esce dalla fonderia di viale Belforte. Una realtà in evoluzione: “Voi - spiega ai ragazzi Casati - siete gli ultimi a vedere questa fabbrica così com’è oggi”. Dal 2017 si cambia, un nuovo impianto sta per essere ultimato e trasformerà lo stabilimento varesino in una fonderia digitale. Industria 4.0. Un investimento di 5 milioni di euro. “A marzo si parte”, annuncia Casati.

 

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