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Visitare il Museo Crespi Bonsai di Parabiago è come fare un viaggio nella storia, nell’arte, nella natura del Sol Levante all’insegna del “piccolo è bello”

Se “piccolo è bello”, com’era di moda dire qualche anno fa alla vigilia della globalizzazione, a Parabiago la bellezza è di casa. Perché su una superficie di 600 metri quadri tutta a vetro, acciaio, pietra naturale e cemento a vista non si può non rimanere incantati dall’incontro con duecento varietà di bonsai, gli alberi in miniatura originari del Giappone, la cui coltivazione ha trovato tanti estimatori anche dalle nostre parti. Un mondo a sé, un’oasi di pace e poesia proprio nel cuore dell’industria lombarda.

Molto più di un semplice hobby 
Una visita al Museo Crespi Bonsai, lungo la Statale del Sempione, è un viaggio davvero singolare nella storia, nella natura e nell’arte. Inaugurato nel maggio 1991 grazie alla passione di Luigi Crespi, pioniere del settore che oltre trent’anni fa portò in Italia i primi esemplari di “minialberi” guardati come meraviglia fra arte e natura del lontano Giappone, è oggi una realtà di primo piano a livello nazionale. Non si tratta, però, di un semplice hobby, ma di una vera e propria cultura basata sull’attenzione al particolare, il rispetto per il ciclo vitale delle piante, la pazienza, la determinazione, la conoscenza di un mondo che in tutto e per tutto rispecchia, nelle sue dimensioni minime, quello a grandezza naturale. Il Museo, attento alla valorizzazione dei bonsai attraverso un’ambientazione che utilizza tavoli in ardesia e in legno, vasi giapponesi dal XVII secolo ai giorni nostri, libri antichi, mobili intarsiati e le immancabili lanterne giapponesi, si affida alle cure del suo fondatore e di Nobuyuki Kajiwara, docente ai corsi triennali dell’Università Bonsai Crespi. Gli esemplari esposti sono tutti di grande valore perché “educati” da famosi maestri del settore, a cominciare dal Ficus retusa Linn, mille anni di vita, che fa bella mostra di sé al centro di una pagoda. 

Una tappa del circuito Grandi Giardini Italiani
Sempre di un viaggio nella natura si tratta, insomma, anche se - contrariamente a quanto proponiamo da anni in questa rubrica - questa volta non si parla di una passeggiata all’aria aperta. Un’eccezione, però, fino ad un certo punto: il Museo si avvale, infatti, anche di una dependance esterna grazie al “giardino zen” realizzato con materiali originali giapponesi. Un angolo di Estremo Oriente, insomma, alle porte di Milano e la sua presenza risulta particolarmente significativa proprio per il contrasto tra la pacatezza della cultura tradizionale giapponese, di cui il bonsai è uno dei simboli, e la frenesia della metropoli lombarda. Non solo: il Museo Crespi Bonsai vale più di una sola visita. Sia perché le opere esposte vengono di anno in anno implementate con nuovi, prestigiosi esemplari; sia perché vengono sostituite a seconda delle stagioni, così da valorizzare forme e colori in alleanza con l’alternanza dei periodi. Se, infine, aggiungiamo che l’esposizione, unica nel suo genere in Italia, è ben conosciuta proprio in Giappone (non rade sono le visite di maestri e collezionisti del Sol Levante) e che fa parte del prestigioso circuito dei Grandi Giardini Italiani, è facile concludere che siamo di fronte ad un sito museale del tutto singolare, meritevole di una visita.

Gli orari di apertura: da martedì a sabato 9-12:30/14:30-19, domenica 9:30-12:30, lunedì 14:30-19. Ingresso 4 euro, gratuito bambini e over 65. Su prenotazione sono possibili visite guidate sia per singoli sia per gruppi. Telefono: 0331-491850. 

 

Mangiar bene a due passi da Milano

 

I buoni locali, da queste parti, di sicuro non mancano. Sceglierne almeno un paio da proporre ai nostri lettori è stata, perciò, una vera impresa. Ma non ve ne pentirete. Iniziamo dalla storia, ovvero dal 1971, anno in cui aprì i battenti “Da Palmiro”. La voglia di “far cucina” rispettando tutte le regole del gusto e della qualità era tanta ed è così che il signor Palmiro Sperandio ha potuto mietere riconoscimenti importanti ovunque. Per il pesce anzitutto, cotto ma anche crudo. Una specialità. Citiamo la tartare di salmone e cernia, i ciuffi di calamaro, il carpione misto. Cantina all’altezza. Si trova a Parabiago in via del Riale al 16, chiuso domenica sera e lunedì, obbligatoria la prenotazione allo 0331-552024. Appena al di là dei confini comunali, in quel di Canegrate, vicolo Carrera 3 (meglio prenotare allo 0331.414583), eccoci l’ambiente rustico del Santa Maria, dove i piatti - anche i più semplici, almeno sulla carta - trovano una loro originale elaborazione. Ma se non vi accontentate, allora eccovi una quiche alla trevisana con pecorino di Piena, i paccheri in bisque di gamberi rossi oppure le quagliette ripiene e gelato artigianale per chiudere.



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